emanuela orlandi

MISTERI D'ITALIA: QUALCUNO HA PAGATO UN RISCATTO PER LIBERARE EMANUELA ORLANDI? - È QUANTO SI IPOTIZZA IN UN APPUNTO DEI SERVIZI SEGRETI MILITARI (SISMI) DATATO 27 LUGLIO 1983, UN MESE DOPO LA SCOMPARSA DELLA RAGAZZA. NELLO STESSO DOCUMENTO C'E' SCRITTO CHE "LA BANDA DEI RAPITORI AVREBBE VENDUTO L'OSTAGGIO A UN'ALTRA BANDA" E CHE IL PAPA' DELLA ORLANDI (ERCOLE, DIPENDENTE DELLA SANTA SEDE) SAREBBE STATO A CONOSCENZA DI "NOTIZIE IMPORTANTISSIME" SUL VATICANO - IN UN ALTRO DOCUMENTO DEL SISMI DEL 12 AGOSTO DEL 1983 SI LEGGE CHE...

ORLANDI: CARTE INEDITE, 'VATICANO AVREBBE PAGATO RISCATTO' 

APPUNTI DEL SISMI SU EMANUELA ORLANDI

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - Due documenti inediti, uno del Sismi del 27 luglio 1983, in cui in forma condizionale, si ipotizza che il Vaticano potesse aver pagato riscatto per Emanuela Orlandi. E un altro in cui si attesta una riunione in Vaticano tra magistrati italiani tra cui Domenico Sica, inquirenti come Nicola Cavaliere e l'allora Sostituto, mons. Martinez Somalo, il quale per il Vaticano smentisce il pagamento. Li pubblica oggi il Venerdì di Repubblica.

 

Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi "in un appunto del Sismi - scrive il settimanale - i servizi segreti militari (ora Aise),finora rimasto inedito, si trovano, quasi tutte espresse al condizionale, alcune informazioni che la riguardano, reperite da una fonte proveniente dall'Arma dei Carabinieri. Al documento è allegata un'altra informativa, anch'essa inedita, datata 12 agosto 1983, da cui emerge una riunione avvenuta il giorno precedente presso il Vaticano alla quale erano presenti diverse autorità investigative che al tempo si occupavano del caso:

EMANUELA ORLANDI

 

il titolare del fascicolo, magistrato Domenico Sica, il capo della sezione omicidi, Nicola Cavaliere, e il tenente colonnello dei Carabinieri Domenico Cagnazzo, oggi in pensione. Insieme a loro, al posto del segretario di Stato Agostino Casaroli, era presente l'arcivescovo Eduardo Martínez Somalo, suo stretto collaboratore". Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, è scomparsa a Roma il 22 giugno del 1983. Secondo quanto scrive Il Venerdì, i documenti provengono dall'Archivio centrale dello Stato e sarebbero a disposizione di tutti. 

 

CASO ORLANDI. IL RISCATTO FANTASMA

Estratto dell'articolo di Simona Zecchi per "Il Venerdì – La Repubblica"

 

APPUNTI DEL SISMI SU EMANUELA ORLANDI

È il 27 luglio del 1983, a poco più di un mese di distanza dalla scomparsa di Emanuela Orlandi dopo la lezione di musica da lei seguita all'istituto Ludovico da Victoria in piazza Sant'Apollinare, associato al Pontificio Istituto di Musica Sacra.

 

In un appunto del Sismi, i servizi segreti militari (ora Aise), finora rimasto inedito, si trovano – quasi tutte espresse al condizionale – alcune informazioni che la riguardano, reperite da una fonte proveniente dall'Arma dei Carabinieri. Al documento è allegata un'altra informativa, anch'essa inedita, datata 12 agosto 1983, da cui emerge una riunione avvenuta il giorno precedente presso il Vaticano alla quale erano presenti diverse autorità investigative che al tempo si occupavano del caso:

 

il titolare del fascicolo, magistrato Domenico Sica, il capo della sezione omicidi, Nicola Cavaliere, e il tenente colonnello dei Carabinieri Domenico Cagnazzo, oggi in pensione. Insieme a loro, al posto del segretario di Stato Agostino Casaroli, era presente l'arcivescovo Eduardo Martínez Somalo, suo stretto collaboratore.

 

EMANUELA ORLANDI 3

I documenti di cui parliamo sono soltanto una piccola parte di un tesoro più grande. Tra tutti i misteri e i segreti della vicenda di Emanuela Orlandi, infatti, non si poteva immaginare anche quello che riguarda un dossier sconosciuto ma sempre rimasto sotto gli occhi di tutti, o quasi. L'Archivio Centrale di Stato di Roma ne dischiude uno, corposo, di 459 pagine e di provenienza del Sismi.

 

Si tratta forse dello stesso dossier di cui la stampa indicava la sparizione nel 2022. È sempre stato lì, per lo meno da quando, con la Direttiva Renzi del 2014, la presidenza del Consiglio lo ha versato. Il dossier, da noi acquisito in esclusiva, ha impresso il titolo: Caso Emanuela Orlandi. È conservato nella sezione "Sabotaggi e attentati"; ha un numero di collocazione (572) e contiene tre files riferiti agli anni 1983/84/85.

sit in in vaticano per emanuela orlandi 1

 

[...] Il faldone in nostro possesso, infatti, contiene tracce delle indagini sul fronte internazionale legato all'affaire Ali Agca (l'attentatore di Papa Giovanni Paolo II); sul sedicente gruppo "Fronte Turco Anticristiano Turkesh"; sulle indagini iniziali del Sismi del 1983 e oltre; sulle comunicazioni che questo o quell'anonimo gruppo o personaggio consegnavano alla stampa; sugli scambi del Servizio con varie Questure e Forze dell'Ordine; sulle trascrizioni di telefonate anonime e di quelle riportate per tramite di Mario Meneguzzi, zio di Emanuela; sugli accertamenti fatti su diversi cittadini stranieri di provenienza mediorientale, sulla vicenda "Phoenix" (altro gruppo di anonimi che ha infestato il caso con i suoi messaggi); più un file solo di rassegna stampa degli anni 83-84-85.

Silvia Vetere con emanuela orlandi

 

Ma torniamo ai due appunti le cui immagini pubblichiamo. Il primo è scarno, fatto di pochi punti, e a destare interesse leggendolo sono soprattutto i riferimenti al Vaticano riguardanti un riscatto che sarebbe stato pagato per la ragazza. Si fa riferimento inoltre a «notizie importantissime» sul Vaticano stesso che sarebbero state a conoscenza del padre di Emanuela; del passaggio dell'ostaggio da un gruppo di rapitori a un altro; di un rapporto «segretissimo» che sarebbe stato stilato dall'allora ambasciatore italiano presso la Santa Sede (ruolo ricoperto al tempo da Claudio Chelli) e inviato ad asseriti «vertici».

 

LA VERITA SUL CASO ORLANDI - VIGNETTA BY MACONDO

Si riferisce poi – unica informazione, questa, espressa senza condizionale – di una verità altra da quella conosciuta sulle date dei contatti tra rapitori, familiari e Vaticano avvenuti – secondo l'appunto – tra il 22 giugno e il 5 luglio '83.

 

Il secondo documento è datato 12 agosto 1983. I Servizi vi annotano di una riunione avvenuta il giorno precedente presso il Vaticano in cui erano presenti le autorità investigative già citate. In questo consesso, il sostituto della segreteria di Stato, Eduardo Martínez Somalo, smentisce la notizia sul pagamento del riscatto. È dunque chiaro come il presunto riscatto e il Vaticano fossero stati direttamente collegati.

 

emanuela orlandi

Nella informativa è annotata anche la smentita di Martínez sui contatti con i rapitori, mentre l'ecclesiastico avanza dei sospetti su un profugo bulgaro, Theodor Hlebaroff, di cui consegna anche la documentazione allegata al documento. Il bulgaro fu tra l'altro protagonista di richieste al Vaticano mai chiarite.

 

Non sappiamo se il "Rapporto segretissimo" stilato dall'allora ambasciatore Chelli, figura che sulla vicenda mai era apparsa prima, sia stato uno dei primi documenti di un dossier che il Vaticano ha sempre negato di aver elaborato. Tuttavia in diversi di questi appunti si parla di incontri tra Servizi, autorità investigative e Santa Sede. È difficile immaginare dunque che il Vaticano, come le altre strutture, non abbia raccolto documentazione a riguardo. L'appunto chiarisce infine che l'informatore delle notizie era il comandante Cagnazzo, oggi ancora in vita.

 

Già per un altro dei segreti della Repubblica era emersa l'ombra del Vaticano su un riscatto da pagare: il sequestro del presidente Dc Aldo Moro nel 1978. A confessarlo fu nel 2003 Giulio Andreotti che riferì dell'intervento di papa Paolo VI per la preparazione di una "iperbolica" somma da doversi pagare il 9 maggio, ma l'uccisione dello statista lo stesso giorno lo impedì. La circostanza fu confermata tre giorni dopo anche da Francesco Cossiga.

 

emanuela orlandi

Di un presunto pagamento per la Orlandi parlò anche la stampa. L'8 luglio del 1983 l'Ansa riferisce di un possibile riscatto in denaro e della vicenda Ali Agca come depistaggio, al fine di coprire la transazione. Mentre il 22 luglio dello stesso anno, pochi giorni prima del nostro appunto, il Tg2 confermava la possibilità dello stesso retroscena: «L'ipotesi dell'esistenza di una trattativa segreta basata non più su uno scambio con il turco Ali Agca, bensì su una richiesta in denaro».

 

ERCOLE ORLANDI

Nello stesso servizio si mostravano le immagini di una conferenza stampa rilasciata dai familiari (lo zio di Emanuela) nella quale si annunciava l'entrata in scena di Egidio Gennaro, l'avvocato che, secondo gli Orlandi, i Servizi scelsero per la famiglia come unico interlocutore dei presunti rapitori. Un'ulteriore certezza emerge sfogliando altre pagine del dossier: «Il Sismi ha collaborato fin dal mese di luglio 1983, in ruolo complementare al Sisde (...)» scrive il Servizio militare in un appunto datato 10 ottobre 1983, che chiosa:

 

emanuela orlandi vatican girl

«Ha svolto accertamenti in Italia e all'estero, anche con la collaborazione dei Servizi collegati, su cittadini stranieri e sedicenti gruppi pseudo-politici, i risultati dei quali sono serviti per escludere la loro implicazione nella vicenda». L'appunto prosegue con il riferimento a una riunione del 13 luglio precedente, in cui si formulano ipotesi, e i cui partecipanti affollavano la stanza del Cesis (l'ex organismo di controllo su Sisde e Sismi). Presenti anche emissari del Vaticano. Insomma Sismi, Sisde e Vaticano coinvolti in simbiosi fin dall'inizio nelle indagini.

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