
UN MISTERO LUNGO 33 ANNI - LA PROCURA DI CALTANISSETTA HA INTERCETTATO GIANNI DE GENNARO PER CERCARE DI SVELARE I MISTERI DI ARNALDO LA BARBERA, L’EX CAPO DELLA SQUADRA MOBILE DI PALERMO, ACCUSATO DI ESSERE DIETRO IL DEPISTAGGIO DELLA STRAGE DI VIA D’AMELIO, IN CUI MORÌ PAOLO BORSELLINO – LA BARBERA È RITENUTO IL MANOVRATORE DEL FALSO PENTITO VINCENZO SCARANTINO, MA ANCHE IL "LADRO" DELL’AGENDA ROSSA DEL GIUDICE – GLI INVESTIGATORI HANNO RITROVATO DEGLI ESTRATTI CONTO: QUASI 115 MILIONI DELLE VECCHIE LIRE VERSATI IN CONTANTI ALL’EX CAPO DELLA MOBILE…
Estratto dell’articolo di Salvo Palazzolo per “la Repubblica - Edizione Palermo”
Parlando dell’ex capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, l’ex funzionario Gioacchino Genchi ha detto: «Per lui la legge era un accessorio, come lo era la pistola, l’auto di servizio, la radiotrasmittente… cioè, lui si poneva uno stadio al di sopra delle legge».
Al processo per il depistaggio della strage di via d’Amelio, che ha visto imputati tre poliziotti del Gruppo d’indagine denominato “ Falcone e Borsellino”, Genchi non ha utilizzato mezzi termini: «Arnaldo La Barbera rispondeva al dipartimento della Pubblica sicurezza, che in quel momento era rappresentato dal prefetto Luigi Rossi e da altri uomini». In udienza, cinque anni fa, l’ex funzionario oggi avvocato fece il nome dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. «Forse – ha aggiunto – De Gennaro gli ha fatto avere una casa, non so bene a che titolo, una casa che forse è andata a una delle figlie ».
Da queste accuse di Gioacchino Genchi sono nate le nuove indagini della procura di Caltanissetta sull’ex vertice della polizia di Stato, per provare a fare luce sul comportamento di La Barbera, oggi ritenuto il gran regista del falso pentito Vincenzo Scarantino, ma anche il ladro dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. Le indagini, com’è noto, hanno avuto una prima svolta l’anno scorso, nella perquisizione a casa dei familiari di La Barbera, a Verona: in una cantina sono stati trovati degli estratti conto che parlano di quasi 115 milioni delle vecchie lire versati in contanti all’ex capo della Mobile fra il settembre 1990 e il dicembre 1992.
Soldi elargiti da chi? La Barbera aveva collaborato con il Sisde, ma nel 1988, quando era capo della squadra mobile di Venezia. L’incarico dei Servizi era proseguito in Sicilia? Per quale missione? Oggi, dopo il caso Prestipino, sappiamo che la procura di Caltanissetta ha intercettato Gianni De Gennaro per cercare di svelare i misteri di La Barbera.
Le strade dei due superpoliziotti si erano incrociate già nella primavera 1989. In quei giorni, La Barbera fa un blitz a San Nicola L’Arena, per arrestare il latitante Gaetano Grado. Con lui si trova anche il cugino, il pentito Salvatore Contorno. Scoppiano non poche polemiche sui giornali, arrivano anche le lettere del Corvo, che accusano il giudice Falcone e De Gennaro, allora capo della Criminalpol, di aver pilotato il ritorno di Contorno dagli Stati Uniti alla Sicilia per stanare i latitanti corleonesi, trasformando il pentito in un killer di Stato. Accuse false, ma intanto la commissione parlamentare antimafia convoca in seduta segreta De Gennaro e La Barbera. […]
GIOVANNI FALCONE GIANNI DE GENNARO
La Barbera era davvero un investigatore inserito in una squadra di poliziotti fidatissimi di Giovanni Falcone. De Gennaro e La Barbera si ritrovano sulla stessa linea anche quando vengono chiamati a deporre nell’aula del tribunale di Palermo dove l’ex capo della squadra mobile Ignazio D’Antone è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Un processo che si è concluso con una condanna a 10 anni di carcere, nonostante la difesa di La Barbera e De Gennaro.
giovanni arcangioli con la borsa di paolo borsellino
Le carte sequestrate dai carabinieri del Ros a casa dei familiari di Arnaldo La Barbera hanno raccontato anche altro: c’è traccia di due assegni consegnarti nel 1993 e nel 1997 a Luigi De Sena, che fu dirigente di polizia e poi uomo chiave del Sisde, il servizio segreto civile. Il 9 dicembre 1993, La Barbera gli fece un assegno di 18 milioni delle vecchie lire. Il primo ottobre 1997, un altro assegno, di 4 milioni di lire. Perché quei soldi?
Gioacchino Genchi
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gianni de gennaro a villa taverna per la festa dell indipendenza usa
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gianni de gennaro foto di bacco
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GIOACCHINO GENCHI
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