IL MISTERO DEI BIMBI PERDUTI E RITROVATI NEL BOSCO – LA PROCURA APRE UN’INCHIESTA, LA RICOSTRUZIONE DELLA MADRE NON CONVINCE: ‘COME HANNO FATTO I BAMBINI DI 4 E 5 ANNI A PERCORRERE 12 KM A PIEDI, DI NOTTE?’

1. BIMBI NEL BOSCO, I PM INDAGANO

Rinaldo Frignani per ‘Il Corriere della Sera'

Una storia a lieto fine, ma con tanti punti oscuri. Ventiquattr'ore da ricostruire, capire. Verifiche necessarie, secondo i carabinieri e la procura di Tivoli, per eliminare qualsiasi dubbio nella vicenda dei due bambini di quattro e cinque anni scomparsi dal giorno di San Silvestro alla mattina di Capodanno con la madre di uno di loro fra i boschi di Monte Livata, con una temperatura di -7.

Una brutta avventura finita bene sulla quale però il procuratore capo di Tivoli Luigi De Ficchy vuole vederci chiaro. La magistratura ha aperto un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato (il modello 45) su quanto accaduto, ma già oggi ai carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati potrebbe arrivare la delega per mettere a verbale le dichiarazioni di Alexia Canestrari, la mamma di Nicole - la bimba di 4 anni - e compagna di Emuanele Tornaboni, imprenditore romano titolare del circolo «Due Ponti» sulla Flaminia, lo stesso quarantenne, padre anche di Manuel - 5 anni avuto da una precedente relazione -, e altri familiari e la domestica che dal 30 dicembre si trovavano nel residence a Campo dell'Osso, vicino Livata, da dove alle 11 del mattino del 31 la donna si è allontanata con i bimbi.

«Per fare una passeggiata - ha raccontato ai carabinieri fin dall'inizio - per farli giocare sulla neve». Ma dal campetto di giochi di fronte alla struttura turistica immersa nel verde, la trentenne e i piccoli si sono poi inoltrati nella boscaglia. «Dopo poco ci siamo persi - avrebbe ribadito la donna, ancora ricoverata nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Subiaco - ho sbagliato strada, c'erano alcuni segnali sui sentieri, ma ho preso quello che portava da un'altra parte».

Le sue condizioni, come quelle dei bambini - trattenuti in osservazione al Policlinico Gemelli anche la notte scorsa - sarebbero in netto miglioramento dopo la grande paura. Per il compagno, Alexia ha fatto tutto quello si poteva fare per aiutare i bimbi, per proteggerli e poi per cercare soccorsi. Ma gli investigatori vogliono chiarire la dinamica dei fatti, accertare il motivo che ha spinto la trentenne ad allontanarsi per chilometri in una zona pericolosa, con due piccoli al seguito. L'ipotesi di un litigio o di qualche screzio nella coppia viene esclusa dai diretti interessati, e per ora anche dagli inquirenti.

«Abbiamo camminato finché è stato giorno», hanno detto proprio i bimbi ai primi soccorritori che li hanno trovati a 12 chilometri dal residence: una distanza notevole perfino per gli adulti, di notte, al buio e sottozero, senza possibilità di orientarsi su un terreno accidentato.

«Come hanno fatto ad arrivare fino a quel punto?», si chiedono in procura, dove impressiona anche il fatto che la madre di Nicole sia stata ritrovata alle due di notte a un paio di chilometri da dove aveva lasciato - «al riparo», ha spiegato - i bambini sotto una roccia. Per un tratto, quello ancora innevato, Manuel e Nicole sarebbero stati trascinati dalla donna, seduti sul bob giallo con il quale dovevano giocare nel campetto sotto casa. «Sulla neve - conferma il capitano Alessio Falzone, comandante della compagnia di Subiaco - abbiamo trovato tracce di trascinamento, poi le impronte di scarpe da adulto e in qualche caso anche di bambino».

A un certo punto, forse quando il manto è finito, Alexia ha abbandonato il bob per incamminarsi sul terreno brullo e sulle rocce. E lì anche i piccoli avrebbero fatto lo stesso. «Ma per quanto tempo?», incalzano gli investigatori. Inoltre nel bob i soccorritori hanno trovato lo zaino della trentenne nel quale c'era il telefonino spento, forse scarico. Un altro mistero che la compagna di Tornaboni dovrà spiegare. Proprio il compagno della donna ha più volte cercato di contattarla sul cellulare, ma inutilmente. Su quell'utenza saranno svolti accertamenti, così come sulle celle telefoniche che agganciano la zona di Livata.

Saranno verificati orari, spostamenti e ricostruzioni. E i carabinieri sono pronti a svolgere un sopralluogo su quei monti per rifare il percorso seguito dalla donna che potrebbe accompagnarli nell'operazione. Intanto i militari dell'Arma di Frascati hanno inviato una prima informativa sia in procura sia al tribunale dei minorenni che potrebbe delegare a sua volta indagini per tutelare i bambini. E allora potrebbe essere anche ascoltata la prima compagna dell'imprenditore, che gli aveva affidato Manuel dopo aver trascorso con lui il Natale .


2. LA MADRE: ‘HO DETTO LORO DI ABBRACCIARSI E SONO ANDATA'
R.Fr. per ‘Il Corriere della Sera'

«L'ho detto ai carabinieri: portatemi dai bambini, portatemi da loro, anche in barella, con le manette. Con tutta quell'adrenalina addosso una madre è in grado di fare qualsiasi cosa. Ma loro non hanno voluto e allora mi sono rifiutata di farmi ricoverare per sei ore, fino a quando non mi hanno detto che i piccoli erano stati trovati ed erano atterrati con l'elicottero».

Dall'ospedale di Subiaco, dove è ancora ricoverata, Alexia Canestrari racconta in tv e su internet i drammatici momenti che hanno preceduto il ritrovamento dei piccoli scomparsi con lei a Monte Livata. «Li avevo coperti bene, facendogli mettere le mani nelle tasche delle tute, li ho fatti abbracciare, stare vicini. "Così vi riscaldate", ho detto loro. Mi stavo congelando e l'unico modo per salvarli era andare a cercare qualcuno. Anche perché il cellulare era scarico», dice.

Sono le due di martedì notte, in località Acqua del Piccione. Manuel e Nicole vengono lasciati dalla trentenne sotto un costone di roccia. A Colle Crocione, l'incontro con una squadra di soccorso. «Ho visto una torcia - dice ancora Alexia -, ho gridato aiuto e mi ha risposto un carabiniere che però non riusciva a trovarmi. Mi diceva di seguire la luce, e poi ci siamo incontrati. Mi ha chiesto dove fossero i bambini e io ho creduto di dargli indicazioni abbastanza precise. Ma lui e gli altri si sono persi: hanno cambiato strada, ne hanno fatta una scivolosa e avevano difficoltà a non cadere.

A me si stavano ibernando i piedi, stavo impazzendo, volevo andare dai bambini ma non me lo permettevano. Ero in ipotermia, con un principio di congelamento. Così - dice ancora la giovane - ho continuato a dare indicazioni ma i carabinieri non riuscivano a comunicare fra loro perché lì i telefonini non prendono. Un incubo. Però capisco che in quei momenti qualcuno possa aver anche pensato che fossi una di quelle madri pazze. Ma io volevo andare dai piccoli e loro non mi ci portavano».

Un racconto drammatico al quale si uniscono quelli fatti dai due bambini al Policlinico Gemelli, dove da mercoledì dormono in uno dei reparti di pediatria accuditi dal padre Emanuele e dalla madre di Manuel, Adelaide, ex moglie dell'imprenditore. I boschi, i sentieri, il tramonto freddo dell'ultimo dell'anno. E poi il buio e il gelo. Soli, abbracciati per difendersi da tutto. Ricordi di una nottata di paura che accompagnano i piccoli anche nel sonno. Sogni che diventano incubi, poi il risveglio al sicuro cancella ogni timore. «Papà, ma io volevo prendere uno di quei sentieri», ha raccontato il piccolo. Per i medici Manuel e Nicole si stanno riprendendo ma devono essere comunque tenuti sotto osservazione.

I familiari si sono stretti attorno a loro. «Siamo ottimisti sulle loro possibilità di recuperare e dimenticare in fretta quanto accaduto - spiegano al Policlinico - fin dall'inizio i bimbi hanno dimostrato una grande capacità di reazione e di affrontare quello che è successo». Lontani da loro i contorni poco chiari di questa vicenda, sulla quale i carabinieri hanno appena cominciato a indagare.

Per il momento Nicole non ha potuto incontrare mamma Alexia: all'inizio era stata presa in considerazione l'ipotesi di trasferire la trentenne da Subiaco al Gemelli, ma poi è stato deciso di non procedere con l'operazione. Forse proprio per non complicare ulteriormente una vicenda familiare che dalle montagne è finita sui giornali, in tv e ora anche in procura. I familiari difendono Alexia anche dai sospetti e dalle insinuazioni. E nelle corsie del Policlinico si sussurra: «I bambini potrebbero risentire di tutta l'attenzione negativa che c'è su questa storia».

 

 

Uno dei bimbi ritrovato e portato in braccio TORNABONI CON PIETRANGELI bambini dispersi la madre Alexia CanestrariL ingresso del Gemelli dove sono ricoverati i due bambini BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA TORNABONI E ALEXIA CANESTRARI TORNABONI E ALEXIA CANESTRARI BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA TORNABONI E ALEXIA CANESTRARI BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA BAMBINI DISPERSI NEL BOSCO A MONTE LIVATA alexia canestrari

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