I GENI CALPESTANO LE REGOLE? – UNA CLASS ACTION NEGLI USA SVELA CHE STEVE JOBS ERA DIETRO A UN CARTELLO ANTI-ASSUNZIONI NELLA SILICON VALLEY – DA TIGER WOODS A ZUCKERBERG, I LATI OSCURI DEI MITI MODERNI

STEVE JOBS E IL PRIMO MACINTOSH STEVE JOBS E IL PRIMO MACINTOSH

Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”

 

Anche una banale causa di lavoro può contribuire a incrinare un mito. Sta succedendo negli Usa a un’icona del nostro tempo, che tale era già in vita e che ancora di più lo è diventata dopo la morte nel 2011. Il co-fondatore e poi il salvatore di Apple, Steve Jobs, il visionario, l’uomo che aveva come motto «stay hungry, stay foolish» («siate affamati, siate folli»), era — nella parole di uno che lo conosceva bene come Sergey Brin, co-fondatore di Google — «uno che non voleva rotture di c... E credo che tutto gli desse fastidio», a cominciare dalle assunzioni dei suoi dipendenti da parte degli altri colossi di Silicon Valley.

Steve Jobs giovanissimo Steve Jobs giovanissimo

 

Le testimonianze su come Jobs gestisse i rapporti di lavoro a Cupertino, California, sono così inequivoche che un giudice americano ha respinto venerdì la proposta di transazione da 324,5 milioni di dollari avanzata da Apple, Google, Intel e Adobe per una class action di 64 mila lavoratori che hanno visto la propria carriera ostacolata dai patti anti-assunzioni dei colossi di internet. Dell’accordo clandestino Jobs era l’ispiratore e anche il regolatore senza scrupoli, grazie alla «paura e alla deferenza» che suscitava presso gli altri big della new economy.

Tiger Woods e la moglie Elin prima dello scandaloTiger Woods e la moglie Elin prima dello scandalo


Dal buco della serratura di un processo dunque viene fuori un’immagine affatto prodigiosa del manager e inventore americano. Ma che ogni genio possa avere un «lato oscuro della forza» — per citare un concetto caro a George Lucas, un altro mito con cui Jobs quando era a capo di Pixar si era accordato affinché la Lucasfilm non gli rubasse i talenti — è una scoperta che non sorprende, se si guarda anche solo agli esempi più recenti.


Prendiamo Mark Zuckerberg. Ha fondato Facebook. È diventato il trentenne più ricco del pianeta. Ha il dominio sulle identità digitali di 1,3 miliardi di abitanti della Terra. Eppure l’idea non è stata sua. L’ha copiata dai gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, che a lui si erano rivolti — quando Zuckerberg era ancora uno studente che smanettava con i computer — per lanciare un sito che mettesse in contatto i ragazzi di Harvard.

 

ZUCKERBERG COME DOTTOR MALE ZUCKERBERG COME DOTTOR MALE

E Zuckerberg di fatto l’ha dovuto ammettere, tanto da averli risarciti nel 2008 con 20 milioni di dollari e 1,2 milioni di azioni Facebook. Cattivo anche lui? Dipende. Proprio Zuckerberg rifiutò di prendere parte all’accordo anti-assunzioni che gli era stato proposto dai capi di Google.

ZUCKERBERG DOLLARI ZUCKERBERG DOLLARI


Siamo forse lontani dai «robber barons» di fine Ottocento, anche se quando venne fuori per la prima volta la notizia della class action, lo scorso maggio, il New York Times si chiese: «Se fosse ancora vivo, Jobs sarebbe in galera?». In verità le pratiche di concorrenza sleale sono state frequenti nella new economy. Clamorosa fu negli anni Duemila, la contesa con le autorità antitrust americane ed europee della Microsoft allora guidata da Bill Gates, per l’abuso di posizione dominante di Windows che, fra l’altro, ha ucciso di fatto il browser concorrente Netscape e imposto il suo Explorer. Ma Gates ha gettato alle spalle quell’ombra trasformandosi in un benefattore globale.


I comportamenti, più che i fallimenti, dunque possono incidere sui miti, anche quelli più consolidati, considerati intoccabili. Fuori dall’economia è esemplare il declino di Tiger Woods, campione di golf, esempio di successo multietnico (padre afro-americano, madre thailandese) ma sconfitto nell’immagine dopo la scoperta da parte della moglie delle sue oltre centoventi amanti.

BILL GATES PRESERVATIVO PERFETTO BILL GATES PRESERVATIVO PERFETTO

Una caduta che Woods pagò economicamente, lui che era arrivato a essere il campione più pagato del mondo, con la perdita di molti sponsor e un ritiro (temporaneo, ora è di nuovo in attività) dalle competizioni. Ma con contraccolpi forse più pesanti sull’immaginario collettivo: addirittura era stata messa in piedi negli Usa un’avventurosa «Prima Chiesa di Tiger Woods», ovviamente chiusa dopo la scoperta dei peccati del suo «messia».

BILL GATES BABY E MICRO SOLO QUANDO E MOSCIO BILL GATES BABY E MICRO SOLO QUANDO E MOSCIO


Lo scandalo a sfondo sessuale è spesso devastante per le carriere pubbliche, e per questo si fa di tutto per tenere celate le abitudini più intime. Il caso di John Fitzgerald Kennedy, forse uno dei più grandi miti del Novecento, lo dimostra. Solo molti anni dopo la sua morte sono venute fuori le storie delle amanti, della sua bulimia sessuale soddisfatta con attrici (Marilyn Monroe) e segretarie, dipendenti e prostitute d’alto bordo. Se scoperte ai tempi in cui correva per la Casa Bianca o quando era presidente, ne avrebbero stroncato la carriera. Cinquant’anni dopo appaiono più sbiadite.

 

JOHN KENNEDY E MARILYN JOHN KENNEDY E MARILYN

E ora capita a Steve Jobs, con la scoperta delle minacciose mail ai colleghi: «Dai un’occhiata all’asimmetria delle risorse finanziarie delle nostre due compagnie», fu l’avvertimento che diede al ceo di Palm, Ed Colligan, che frenava su un accordo sulle assunzioni perché lo riteneva «oltre che sbagliato, anche probabilmente illegale». La minaccia era di fargli causa sui brevetti. E Jobs poteva trascinarla a lungo quanto voleva.
 

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...