lubitz breivik

MORTI DI FAMA - AUMENTANO LE STRAGI SPETTACOLARI DEI SUICIDI-OMICIDI CHE, COME LUBITZ, VOGLIONO "CHE IL MONDO INTERO SAPPIA" IL LORO NOME - IL SOCIOLOGO BIFO: "COLPA DEL CAPITALISMO, CHE CREA INADEGUATEZZA E ISOLAMENTO" - SUICIDI CRESCIUTI DEL 60% IN 45 ANNI

lubitz orensic experts confirmed they have found the remains of co pil a 19 1427664706279lubitz orensic experts confirmed they have found the remains of co pil a 19 1427664706279

Gabriele Romagnoli per “la Repubblica

 

Andreas Lubitz, il co-pilota suicida/omicida del volo Germanwings, non ha viaggiato da solo verso la nera pagina di storia che lo ricorderà.

 

lubitz 0 image m 2 1427591849520lubitz 0 image m 2 1427591849520

I suoi compagni di viaggio non sono i 149 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, ma Anders Breivik, il massacratore dei giovani socialdemocratici in campeggio sull’isola norvegese di Utoya; James Holmes, il joker che aprì il fuoco in un cinema di Aurora durante una proiezione di Batman; i kamikaze dell’11 settembre, i 400 medici che ogni anno si tolgono la vita negli Stati Uniti, i 35 impiegati di France Telecom che non hanno retto alla modifica dei ritmi di lavoro, i banchieri di Wall Street che hanno reagito alla crisi buttandosi dal tetto del grattacielo di cui il giorno prima si sentivano padroni, le migliaia di uomini e donne che a un ritmo crescente si ammazzano: +60% negli ultimi 45 anni è la stima dell’organizzazione mondiale della sanità.

 

Esiste un filo comune che lega questi eventi. Esistono un perché e un come condivisi. Esiste soprattutto, e questo è il segnale di allarme rimasto acceso sul cruscotto di Lubitz, un legame tra suicidio e massacro. Sta diventando indissolubile. In questo stesso momento, mentre noi diamo del pazzo al co-pilota tedesco, qualcuno si prepara a emularlo, ad andarsene, ma in una scia di fuoco. Il punto è che mentre noi milioni non facciamo storia né vittime, quell’isolato che si prepara a Taiwan, Cincinnati o Milano, inesorabilmente sì.

FRANCO BIFO BERARDI FRANCO BIFO BERARDI

 

Il perché e il come, allora. A cercare di individuarli è un libro, curioso e interessante fin dal suo percorso editoriale. Lo ha scritto Franco Berardi, detto Bifo, sociologo, anima del movimento studentesco bolognese che conobbe la sua stagione di luce e cenere nel ’77. Già allora era disincantato profeta e coniava slogan del tipo “Duri ma con gioia”. L’amicizia con Felix Guattari, lo studio di Baudrillard e Debord ne hanno fatto un pensatore originale, più apprezzato all’estero, tanto che Heroes è uscito prima in Inghilterra e Stati Uniti e ora, con il sottotitolo Suicidi e omicidi di massa , si accinge a pubblicarlo in Italia Baldini& Castoldi.

 

ANDERS BREIVIK IN UDIENZA PRELIMINARE ANDERS BREIVIK IN UDIENZA PRELIMINARE

Rispetto alla versione originale si è aggiunta una prefazione (“Il pilota automatico”) che aggiunge Lubitz alla schiera degli “eroi” negativi. Il suo perché sul quale tutti ci interroghiamo da giorni è, secondo Bifo, spiegabile come negli altri casi: che si tratti di un manager della coreana Samsung o dello studente di una esigente università americana.

 

A spingerli verso il gesto estremo è il senso di inadeguatezza rispetto alle aspettative sociali, agli obiettivi prefissati, all’idea di sé proiettata sul muro della propria platonica caverna, il cui arredo è stato gentilmente fornito dagli sponsor della società tardo-capitalista. Esiste una correlazione tra capitalismo e malattie mentali, tra neoliberismo e suicidio: si diffondono di pari passo.

JAMES HOLMES NELL AULA DI TRIBUNALEJAMES HOLMES NELL AULA DI TRIBUNALE

 

 Necessità di competere, ansia da prestazione, solitudine digitale, smaterializzazione dei beni e degli affetti sono le principali ma non le uniche componenti che hanno fatto salire nel pianeta la febbre dell’infelicità. È un processo che appare ai più irreversibile (eravamo arrivati alla “fine della storia”, giusto mister Fukuyama?) e quindi si viaggia verso una diffusione della miseria, psichica prima che materiale.

 

Atta MohammedAtta Mohammed

Dobbiamo aspettarci che il numero di suicidi aumenti. E ne saremmo preoccupati, ma fino a un certo punto. Lubitz non reggeva lo stress, non accettava l’idea di rinunciare alla carriera perché cervello e fisico non lo supportavano, come tanti non era pronto a viaggiare in seconda classe anziché in prima, perdendo status e benefit, e ha preferito, invece di continuare, buttarsi. Anzi, no, buttare l’aereo contro la montagna. È qui che il suo problema diventa irrinunciabilmente collettivo. Il suo perché ci colpisce di striscio; il suo come, al cuore.

 

Un suicida “classico” si sarebbe impiccato nella sua mansarda. Un suicida “eroico” inscena una fine spettacolare: se ne va su un carro in fiamme, bruciando altre vite, assicurandosi che, come aveva predetto Lubitz all’ex fidanzata, tutto il mondo conosca il suo nome. È questa la caratteristica che lega l’atto del pilota a quello dei Breivik e degli Atta: la spettacolarità. Sono azioni clamorose, che fanno immagine, bucano gli schermi di tv, computer e smartphone: qualcuno dice, attirandosi polemiche, che hanno perfino “qualità artistiche”. Di certo mirano al grande pubblico per emozionarlo, di certo tendono all’immortalità dell’autore, la cui vita era diventata per lui insignificante, in quanto lo era per la società: studente fallito, ideologo da strapazzo, pilota atterrato.

GEORGE W BUSH E KARL ROVE GEORGE W BUSH E KARL ROVE

 

Ci sono due strati di assurdo nella scelta di questi “eroi neri”: il primo è non saper accettare la propria vita, i suoi alti e bassi; il secondo è coinvolgere, come fossero responsabili in nome e per conto della società, altri individui a caso. Il caso, senza necessità, è un dio amorale.

 

11 Settembre New York11 Settembre New York

Fin qui la spietata analisi di Bifo. Quanto ai rimedi, si sconta come spesso la maledizione di Karl Rove, gran consigliere di George W. Bush: «Noi creiamo la realtà, voi la studiate. E mentre voi interpretate quella realtà, noi ne creiamo un’altra che voi studierete e così via». I Bifo studiano, i Rove creano. Se il seme del male è nella società in cui viviamo, occorrono creatori alternativi, non regressivi, capaci di fare mondi e di agire non sull’insieme, ma sul singolo, rendendo la sua mente aperta e disponibile all’impopolare eppur salvifica e perfino felice ipotesi dell’insuccesso.

IL SUICIDA JPMORGAN HONG KONG IL SUICIDA JPMORGAN HONG KONG

 

OPERAIO FOXCONN SUICIDAOPERAIO FOXCONN SUICIDA

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)