MANNAGGIA LI SORDI – SE NE VA AURELIA, L’ULTIMA SORELLA DI ALBERTO SORDI, E 50 PARENTI IMPUGNANO IL TESTAMENTO – ALBERTONE AVEVA LASCIATO TUTTO A UNA FONDAZIONE PER AIUTARE GLI ANZIANI

Andrea Garibaldi per il "Corriere della Sera"

 

alberto sordi vigile 
alberto sordi vigile

Nella scia del destino, un po’ fortunato, spesso disperato, dei parenti senza talento delle persone di talento, nella notte fra sabato e domenica, se n’è andata a 97 anni Aurelia Sordi, la sorella piccola di Alberto, che non fu mai sposato, mai padre. «Io una famiglia ce l’ho — disse una volta —. Vivo con persone che mi vogliono bene, che conoscono le mie abitudini». Esempi: «La mattina voglio svegliami al buio con il caffè bollente portato in silenzio, e solo dopo un’ora permetto che si alzino le tapparelle. Le mie sorelle sono bravissime a muoversi senza urtare niente... E la sera? Mi piace stare davanti al televisore in pantofole, con una compagnia che rida se c’è da ridere, che pianga se c’è da piangere, altrimenti stia zitta e non disturbi. Le mie sorelle sono ideali anche per questo». Sordi e le donne? Carlo Verdone, con affetto, ha risposto: «Sordi ha sposato le sorelle, la famiglia e il culto della sua persona».

 

Alberto SordiAlberto Sordi

Savina, la sorella più grande, insegnante di religione, se n’è andata nell’agosto del 1972. Da allora, accanto a Sordi nella villa hollywoodiana di Porta Metronia c’è sempre stata Aurelia. Dal febbraio 2003, morte di Alberto, Aurelia è rimasta sola, con i collaboratori di Sordi. In primo luogo l’autista peruviano Arturo Artadi Gardella che ha raccontato gli ultimi momenti di Sordi così: «Mi guardò come si fa con un figlio, poi mi disse: “So’ stato bambino, uomo e ora anziano. Fra un po’ me ne vado su, pensa tu a mia sorella. È quello che ho fatto».

aurelia sordiaurelia sordi

 

In realtà, l’addio alla vita di Aurelia arriva appena un mese dopo la richiesta di rinvio a giudizio per Artadi, per il notaio Gabriele Sciumbata e per l’avvocato Francesca Piccolella. Circonvenzione d’incapace: avrebbero fatto firmare ad Aurelia una procura per operare sui conti correnti di famiglia. Il pm romano Albamonte ha inoltre chiesto il giudizio per sette fra badanti, cuoche, giardinieri, camerieri e governanti di villa Sordi.

 

I dieci sotto accusa si sarebbero fatti donare da Aurelia un totale di 2,3 milioni di euro, circa il 15 per cento del patrimonio di Sordi. Una perizia ordinata dalla Procura ha dichiarato Aurelia incapace di intendere e di volere.

 

La magistratura ha sequestrato 400 mila euro ad Artadi e ha disposto che lasciasse la villa dal 1° ottobre. Ieri, l’autista ha dichiarato: «Alberto e Aurelia mi hanno fatto venire dal Perù che avevo 18 anni e mi hanno insegnato tutto. La mia coscienza è a posto. L’avvocato della signorina Aurelia ha depositato un certificato nel quale si segnalava che la salute della signorina, ottima fino alla fine di settembre, è improvvisamente decaduta dopo il mio allontanamento».

 

ALBERTO SORDI NE I VITELLONI ALBERTO SORDI NE I VITELLONI

Con la fine di Aurelia non cessano le trame sull’eredità di Sordi. La donna nel testamento ha destinato ogni cosa alla Fondazione Sordi, creata dall’attore per sostenere le ricerche sugli anziani: il clou fu la donazione di terreni per il Campus Biomedico di Trigoria, sostenuto dall’Opus dei. Ora un gruppo di cinquanta parenti chiede l’annullamento del testamento. Ieri due di loro hanno affermato che Arturo si trovava ancora nella villa.

 

Nella dimora di Porta Metronia Sordi viveva al piano terra, Aurelia al primo. C’erano sale e saloni con il cellophane sui mobili, le tapparelle abbassate. Ha raccontato Carlo Verdone: «Dal 1972, quando morì la sorella Savina, sulla villa calò come un’oscurità». Lui e Aurelia, come in Senilità di Svevo. «E che mi metto in casa un’estranea?» era la risposta di Sordi a chi gli chiedeva come mai non si fosse sposato. Si è invece messo in casa estranei che si sono approfittati dell’adorata Aurelia? Aspettiamo le sentenze.

ALBERTO SORDIALBERTO SORDI

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....