
“LA FLOTILLA STA METTENDO IN LUCE L’IRRESPONSABILITÀ DEI GOVERNI” – NATHALIE TOCCI: “IL PIANO DI PACE DI TRUMP È L’UNICO ESISTENTE E TUTTE LE ENERGIE DEVONO ESSERE INDIRIZZATE A FARE IN MODO CHE SI TRASFORMI IN QUALCOSA DI PIÙ SOSTANZIALE E COSTRUTTIVO. L'UNICO MODO PER RIUSCIRCI È ESERCITARE PRESSIONE SU ISRAELE. È QUI CHE ENTRA IN GIOCO LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE” – “IL DIVARIO TRA LA RETORICA DIPLOMATICA E LA REALTÀ SUL CAMPO NON È MAI STATO COSÌ AMPIO. SE C'È UNA SPERANZA DI RIDURLO, DIPENDE DAL SUCCESSO DELLA SOCIETÀ CIVILE NEL MANTENERE LA PRESSIONE…”
Estratto dell’articolo di Nathalie Tocci per “La Stampa”
L'accettazione da parte di Hamas del piano Trump-Netanyahu suggerisce che la mobilitazione della Global Sumud Flotilla, le manifestazioni e gli scioperi della società civile in tutto il mondo siano stati inutili o fuori tempo massimo? Tutto il contrario.
Il cauto assenso di Hamas al piano del presidente statunitense Donald Trump — pesantemente riscritto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in senso ancor più favorevole a Israele — apre la prospettiva di una tregua temporanea a Gaza, da attuarsi durante il rilascio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse
[…] Tuttavia, molti degli elementi potenzialmente più positivi del piano — il cessate il fuoco permanente, l'accesso umanitario e il ritiro israeliano da Gaza — restano estremamente vaghi. Non sono previste tempistiche chiare, mappe di ritiro dell'esercito israeliano, né meccanismi di verifica.
In altre parole, non esistono garanzie concrete che il piano venga attuato. Al contrario, è altamente probabile che la campagna di uccisioni, la distruzione e la rioccupazione di Gaza da parte di Israele non abbiano fine.
l equipaggio della nave alma - flotilla global sumud
Nei prossimi giorni e settimane, Hamas potrebbe porre condizioni al proprio disarmo o richiedere specifiche sul ritiro israeliano e sull'accesso degli aiuti umanitari, che Israele — con l'avallo di Washington — potrebbe utilizzare come pretesti per riprendere la violenza, come già accaduto con i precedenti cessate il fuoco nel novembre 2023 e nel gennaio 2025.
Se le misure a breve termine del piano appaiono vaghe, quelle a medio e lungo termine sono potenzialmente nefaste.
guerriglia alla manifestazione nazionale per la palestina di roma foto lapresse 5
Sia nel processo, sia nella sostanza, il piano Trump-Netanyahu nega l'autodeterminazione palestinese. I palestinesi, infatti, non sono stati nemmeno consultati, il che rende difficile considerarlo un piano di pace.
Il documento propone di affidare la governance della Striscia di Gaza a un consiglio guidato da Trump — con il coinvolgimento dell'ex premier britannico Tony Blair, inviso in Medio Oriente dato il ruolo nella guerra in Iraq –, un modello che evoca i governi coloniali europei del passato.
Al massimo, si prevede di coinvolgere "tecnici" palestinesi, privi di qualsiasi legittimazione popolare, e solo un vago accenno viene fatto alla possibilità di una futura statualità palestinese. In sintesi, il piano non offre alcuna prospettiva reale di porre fine in modo permanente alla guerra a Gaza e di avviare il conflitto verso una soluzione a due Stati.
manifestazione nazionale a sostegno della popolazione di gaza a roma foto lapresse 9
Tragicamente, il governo italiano e l'Unione europea hanno abbracciato con entusiasmo e senza condizioni il piano Trump, convinti di poter così compiacere il volubile e vanitoso Trump e, al contempo, proseguire nella complicità con Israele.
[…] L'Ue insiste affinché Hamas accetti il piano così com'è, cioè nella versione rivista dopo le modifiche israeliane, ignorando le revisioni proposte invece da otto Paesi a maggioranza araba e musulmana (Egitto, Indonesia, Giordania, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati Arabi Uniti). Nel suo sostegno, l'Ue non menziona nemmeno la Cisgiordania, ignora l'assenza di tempistiche per il ritiro di Israele da Gaza e qualsiasi riferimento all'autogoverno palestinese.
corteo pro palestina a milano foto lapresse 22
Detto questo, l'attuale processo diplomatico è l'unico esistente, e tutte le energie devono essere indirizzate a fare in modo che, per quanto esigue siano le possibilità, il piano Trump si trasformi in qualcosa di molto più sostanziale e costruttivo di quanto non siano state sia la genesi, sia il documento in sé.
L'unico modo per riuscirci è esercitare pressione su Israele. Solo la pressione su Israele — e non l'accondiscendenza, la complicità o la resa — potrà cambiare i calcoli di Tel Aviv.
APPENDI IL SIONISTA - CARTELLO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PRO PALESTINA DI ROMA
È qui che entra in gioco la mobilitazione della società civile internazionale. L'evidente fallimento della diplomazia fino a oggi ha generato un impegno senza precedenti della società civile globale, esemplificata — ma non limitata — dall'iniziativa della Global Sumud Flotilla.
Se c'è una speranza all'orizzonte di trasformare l'attuale percorso diplomatico in qualcosa di concreto sul terreno, è proprio qui che va cercata, piuttosto che nei corridoi di Washington, Bruxelles, Berlino, Parigi o Roma. Infatti, finora, né gli Stati Uniti né l'Europa hanno mostrato alcuna intenzione di mettere Israele alle strette […].
La Flotilla, le manifestazioni e gli scioperi stanno invece mettendo in luce l'irresponsabilità di governi e istituzioni sulla guerra a Gaza. […] Il divario tra la retorica diplomatica e la realtà sul campo in Israele-Palestina non è mai stato così ampio come oggi. Se c'è una speranza di ridurlo, dipende dal successo della società civile nel mantenere la pressione affinché l'Occidente, e di conseguenza Israele, cambi finalmente rotta.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE PRO PALESTINA A ROMA DALL ALTO
GRETA THUNBERG - FLOTILLA GLOBAL SUMUD