sacerdoti vaccinati

DIO E' MORTO, LE VOCAZIONI ANCHE - NEGLI ULTIMI DIECI ANNI, IL NUMERO DI SEMINARISTI È CALATO DEL 28% E SPESSO NEI SEMINARI DIOCESANI GLI ALLIEVI NON SUPERANO LA DECINA – SE PRIMA IL SUD ERA IL LUOGO CON IL MAGGIOR NUMERO DI FUTURI SACERDOTI, ORA LA TENDENZA SI È ALLINEATA CON LE ALTRE REGIONI ITALIANE – “NON SIAMO EROI CONTROCORRENTE. ABBIAMO MESSO DA PARTE NOI STESSI PER METTERCI IN DISCUSSIONE”

Serena Sartini per "il Giornale"

seminaristi 1

 

Sono in calo anno dopo anno: i seminaristi in Italia sono sempre di meno. Così come le nascite e i matrimoni, anche le vocazioni scendono. Ma i numeri vanno letti con il tempo che viviamo. Il trend delle vocazioni è in linea con il calo della natalità, delle coppie che decidono di sposarsi e mettere su famiglia: scelte coraggiose e radicali, cambiamenti di vita totali, decisioni non sempre facili da prendere.

 

seminaristi 2

Ad oggi sono 1.804 i seminaristi diocesani che vivono nei 120 seminari maggiori d’Italia, secondo i dati dell’ufficio Vocazioni della Conferenza episcopale: il 28% in meno di 10 anni fa. Nel 1970 erano quasi 6.500. Una fotografia che va analizzata non solo nei numeri, ma con gli occhi e la voce di chi ha scelto di diventare sacerdote. Proprio ora, in un tempo in cui la Chiesa è sotto attacco e attraversa un momento difficile, con un crollo di fiducia dovuto alla piaga della pedofilia e degli abusi sessuali. 

 

seminario

Diventare sacerdote può sembrare a qualcuno una scelta fuori dalla realtà. «Ma non siamo diversi dagli altri», dicono in coro i futuri preti. «Non siamo certo eroi», chiarisce Alex, seminarista a Cremona. «In ogni caso non più di chi sceglie di formare una famiglia». Il seminario vescovile di Cremona accoglie 15 seminaristi, tra cui un diacono che vive in parrocchia. 

 

prete

«Il più giovane ha vent' anni - spiega don Marco D'Agostino, il rettore -, l'età media è di 25. Li spingiamo ad entrare fin da subito in un'ottica di ministero. Altrimenti, il primo giorno che questi ragazzi usciranno dal seminario che succederà? Tra le iniziative c'è il "Pozzo di Giacobbe" - prosegue don Marco - in cui seminaristi e adolescenti vivono insieme per una settimana al mese; poi gli incontri mensili per gli over 20 e l'adorazione mensile; infine, le attività in parrocchia».

 

prete 3

 Eroi controcorrente, dunque? «Tutto tranne questo. Forse possiamo parlare di "merito" nell'aver deciso di iniziare un cammino - ribatte il rettore -, un percorso di servizio per la gente, di aver messo da parte se stessi per mettersi in discussione». 

 

«La mia è una vocazione nata in oratorio - racconta Alex, 27 anni di Castelleone (Cremona) -, sono sempre stato impegnato in parrocchia. Già intorno ai 16 anni ho iniziato a pensare di diventare sacerdote e a 22 anni sono entrato in seminario». 

 

prete 2

«VIVERE IL VANGELO» 

Ad Assisi c'è il Pontificio seminario regionale umbro Pio XI, unico seminario per l'intera regione, dove si formano i futuri sacerdoti appartenenti alle otto diocesi umbre. Al momento i seminaristi sono 11, oltre a un monaco proveniente da Fabriano. «Non ci sono talent scout che vanno in giro a chiedere chi vuole diventare prete», scherza don Andrea Andreozzi, rettore da due anni. 

 

prete 1

«Qui ci sono persone che fanno sul serio e che sono tra noi perché appassionate e cariche di entusiasmo. Il prete non è un sovrano della parrocchia, non siamo indispensabili o più bravi degli altri. Il seminarista non è un santo confezionato - conclude il rettore - e il seminario non è una fabbrica di preti, è un luogo che offre la possibilità di vivere il Vangelo ogni giorno». 

prete 3

 

Giuseppe ha 35 anni, la sua è una vocazione tardiva. Tre lauree, assistente docente, allenatore di calcio di bambini. «Nonostante questo, sentivo che mancava ancora un tassello - racconta -. Dopo un periodo turbolento della mia vita, ho deciso di mettermi in gioco partecipando ad alcuni incontri spirituali. Poi quella frase: una cosa sola ti manca "va, vendi quello che hai, poi vieni e seguimi". E ho scelto di entrare in seminario. Il periodo del Covid per me è stato un periodo di grazia. Senza distrazioni ho potuto concentrarmi sulla Parola, sulla mia storia. Ci sono stati alti e bassi, ma tutto concorre al desiderio di diventare non il prete che voglio ma il prete che Dio vuole che diventi». 

prete 1

 

Paolo invece sognava di diventare pilota di linea. Un diploma al liceo classico, arbitro federale di pallavolo, e un incontro con il vescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, che gli ha cambiato la vita. «Non credo che tutto ciò si possa definire eroismo - sottolinea Paolo -. Eroe è colui che salva da situazioni disperate, è colui che compie imprese eccezionali; il prete, invece, è lì per gli altri tutti i giorni. È lì perché Dio lo ha tratto misteriosamente dal mazzo per servire e non per essere servito». 

 

prete

A Roma il Pontificio Seminario Maggiore, uno dei primi a nascere con il Concilio di Trento, accoglie al momento 65 seminaristi. Tra loro c'è Marco (il nome è di fantasia), oggi 35 anni, che da maggio del prossimo anno sarà «don». Dopo il liceo, gli studi (non terminati) alla Facoltà di Scienze Politiche, il lavoro prima nel mondo del recupero crediti poi in una società aperta con il fratello in tema green. 

 

PRETE 2

«Mi ero allontanato dalla Chiesa - racconta -, facevo una vita un po' disordinata. Mi piaceva viaggiare, divertirmi, soprattutto non prendermi responsabilità a lungo termine. Ero fidanzato e proprio con la mia ragazza, con cui stavamo pensando all'idea di una famiglia, abbiamo iniziato a frequentare il percorso dei "Dieci comandamenti" di don Fabio Rosini. A quel punto con la mia ragazza ci siamo lasciati, il mio castello, le mie certezze, sono crollate e mi sono domandato in che direzione andava la mia vita. È stata una confessione ad aiutarmi a vuotare il sacco. E ho cominciato un percorso per capire quale fosse la mia strada». 

 

prete

«La vocazione - prosegue il giovane seminarista - non mi è piombata addosso come una rivelazione mistica. Per me è stata una lunga strada. Come mi vedono gli altri? Qualcuno come un pauroso, scappato dalla vita e chiuso dentro una struttura protettiva. Io mi sento che vivo delle difficoltà come tanti miei amici, non mi sento né agevolato né mortificato rispetto agli altri. Mi sento un giovane normale, non vedo niente di straordinario nella mia scelta. Allora è straordinario anche chi si sposa, chi fa una scelta lavorativa coraggiosa, chi fa figli, chi si trasferisce all'estero». 

 

prete 7

Anche Valerio, 33 anni, fa parte del gruppo dei seminaristi romani. Tre anni fa un cambio totale della sua vita. Laureato in ingegneria edile, una fidanzata che amava e con cui pensava di mettere su famiglia; un lavoro sicuro. «Tutto sembrava funzionare - ci racconta -, eppure qualcosa mancava. Non ero felice. Dopo vari incontri e percorsi ho capito che mi stavo trascinando e dovevo fare delle scelte nette e coraggiose. Così ho deciso di abbandonare tutto: ho lasciato la fidanzata, ho lasciato casa, sono entrato prima nell'anno propedeutico e dopo ho lasciato anche il lavoro. Quello che mi sembrava perfetto in realtà non era completo: mancava qualcosa, non c'era quella gioia di vivere che adesso, in seminario, ho».

 

prete 8

IL PESO DELLE PARROCCHIE 

Non è più come qualche decennio fa, quando il Sud era fecondo di vocazioni e futuri sacerdoti. Ora la tendenza si è allineata con le altre regioni italiane. Nel seminario maggiore interdiocesano della Basilicata, ad esempio, i seminaristi sono 25, con una età compresa tra i 20 e i 47 anni. «La formazione del seminario maggiore - spiega il Rettore don Angelo Gioia - nasce dal desiderio di garantire una formazione adeguata ai presbiteri e alle loro comunità sacerdotali. Ci muoviamo poggiando su quattro pilastri: umano, spirituale, intellettuale e pastorale, con attività caritative e di servizio presso le realtà parrocchiali». 

prete 6

 

Giovanni, 42 anni, dopo la Cresima si era allontanato dalla Chiesa e dalla fede, «attratto dai richiami del mondo», racconta. «Le mie aspettative sono sempre andate deluse, benché avessi una attività lavorativa, progetti per il futuro, una vita tutto sommato agiata. Ma vivevo un grande paradosso: cercavo la pienezza e il vuoto si faceva largo dentro di me. A 35 anni la conversione, dopo la testimonianza di una persona che mi portò alla mente le parole di Giovanni Paolo II durante la Giornata Mondiale dei Giovani del grande Giubileo del 2000: "In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità...". Finalmente la felicità che cercavo aveva un nome: Gesù. Non era più un Dio anonimo ma una persona». 

prete 5

 

Anche Molfetta, in Puglia, vive una parabola discendente: «Abbiamo 114 seminaristi, 13 formatori e nove giovani che frequentano l'anno propedeutico - dice don Gianni Caliandro, rettore del seminario di Molfetta -, con un'età media di 26 anni. La maggior parte di loro arriva dalle parrocchie, che hanno ancora una buona presenza di giovani». Ma siamo lontani dai numeri di qualche anno fa, quando nella sola Puglia i seminaristi erano il doppio.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)