piero amara vincenzo armanna

NEL COMPLOTTO CONTRO L'ENI AMARA & C. HANNO SFRUTTATO I GIORNALISTI COMPIACENTI? – LA PROCURA DI MILANO HA CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER 12 IMPUTATI NEL FILONE SUL “DEPISTAGGIO” NEL PROCESSO ENI-NIGERIA – I PM HANNO RICOSTRUITO I RAPPORTI DI AMARA E DELL'EX DIRIGENTE ARMANNA CON GLI INVIATI DEL “FATTO QUOTIDIANO” E DI “REPORT”, CHE SAREBBERO STATI STRUMENTALIZZATI PER “DARE RISALTO MEDIATICO ALLE FALSE ACCUSE FORMULATE”...

Estratto dell'articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”

 

PIERO AMARA

I vertici di Eni non hanno mai ordito complotti per far saltare il processo Eni-Nigeria, anzi erano vittime delle trame di una banda di faccendieri che poteva contare sul sostegno di alcuni organi di informazione. È quanto emerge dalle quattordici pagine con cui i magistrati milanesi Laura Pedio, Stefano Civardi e Monia Di Marco hanno richiesto il rinvio a giudizio per dodici imputati nel cosiddetto filone sul «depistaggio».

 

[…] All’inizio delle investigazioni per gli inquirenti i principali sospettati per il depistaggio erano i manager del Cane a sei zampe Claudio Descalzi e Claudio Granata, ma oggi, dopo sei anni, i magistrati fanno marcia indietro e ci fanno sapere che in realtà gli ispiratori erano l’avvocato siracusano Piero Amara, i suoi storici sodali Giuseppe Calafiore e Vincenzo Armanna, ex dirigente della compagnia petrolifera, oltre ad altri vecchi manager dell’Eni, mentre Descalzi e Granata erano le vittime.

 

vincenzo armanna

[…] . Nell’istanza i reati contestati sono l’associazione per delinquere, la calunnia, l’induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria, truffa, frode in commercio, l’impiego di denaro provento di reato e di illeciti amministrativi. Gli imputati, come detto, sono 12, oltre a tre società che non esistono più o sono in liquidazione, come l’Eni trading & shipping (Ets), la Napag Srl e la Napag limited, a cui, le ultime due, i proprietari, nel frattempo, hanno cambiato il nome.

 

[…]  l’1 marzo è stata firmata la richiesta di rinvio a giudizio. E così si è chiuso anche l’ultimo spezzone della mega inchiesta sull’Eni che ha caratterizzato gli ultimi anni della gestione a trazione progressista della Procura milanese, quando era capitanata da Francesco Greco, affiancato dai suoi più stretti collaboratori, gli aggiunti Laura Pedio e Fabio De Pasquale.

 

claudio descalzi

[…] Ad Amara vengono, infatti, contestati ben quattro reati. Lui e Armanna sono accusati di associazione per delinquere unitamente all’ex capo dell’ufficio legale dell’Eni Massimo Mantovani, agli ex avvocati interni dell’azienda Vincenzo Larocca e Michele Bianco e all’ex numero due di Eni Antonio Vella perché «si associavano fra di loro allo scopo di commettere più delitti». L’attività delittuosa sarebbe andata avanti dall’estate del 2014 fino al dicembre 2019 e quindi anche dopo l’inizio della presunta collaborazione di Amara, iniziata il 24 aprile 2018.

 

Claudio Granata

[…] Rispetto all’avviso di chiusura delle indagini, al capo F, c’è una grossa novità: la Procura contesta, a quattro anni di distanza, a Mantovani, all’imprenditore Francesco Mazzagatti e al collega nigeriano Omamofe Boyo, la truffa patita dall’Eni per il greggio trasportato in Italia dalla petroliera White moon nel maggio 2019, un carico oggetto di numerose denunce da parte dell’Eni a partire dal 13 giugno 2019 quando l’azienda ha segnalato alla Pedio che la nave era giunta in prossimità del porto di Milazzo con un petrolio acquistato dall’Eni che non era di provenienza irachena, come dichiarato dalla venditrice Oando (rappresentata da Boyo), ma di «qualità superiore e più pregiata» presumibilmente iraniana, oro nero sottoposto a embargo.

 

L’Eni in data 15 luglio 2019 ha denunciato espressamente Amara e Mazzagatti in veste di titolari effettivi della Napag, fornitrice del greggio diverso da quello pattuito. Tale truffa non viene, però, contestata dalla Procura ad Amara né si hanno notizie di sequestri da costui subiti anche in relazioni alle ulteriori vicende contestate. Nel capo I viene contestato ad Amara, Mazzagatti e Cambareri l’incredibile acquisto di uno stabilimento petrolchimico iraniano. Infatti con il denaro truffato all’Eni, circa 26 milioni di euro, Amara e suoi complici hanno acquistato, attraverso una società di Singapore, il 60 per cento della Mehr petrochemical co., proprietaria della suddetta azienda, senza tirare fuori un solo euro e, ancora oggi, si stanno godendo i frutti di questa mirabolante operazione visto che la Procura di Milano e, prima ancora, quella di Roma non hanno mai sequestrato nulla all’avvocato siracusano.

 

piero amara 11

[…] Nella richiesta di rinvio a giudizio c’è la conferma dei lauti pagamenti in contanti ad Amara da parte della Napag, emolumenti che sarebbero stati fatti arrivare dall’ex presidente della Ets Mantovani per far rendere al legale false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Ricordiamo che Amara da febbraio 2018 fino ai primi di maggio dello stesso anno è stato detenuto a Regina Coeli e da maggio a luglio è stato agli arresti domiciliari su richiesta della Procura di Roma che in quel periodo lo interrogava insieme con i pm di Milano (proprio sul presunto complotto) e Messina. Quasi nello stesso periodo, tra maggio 2018 e gennaio 2019, i titolari della Napag, Mazzagatti e Giuseppe Cambareri, hanno consegnato 307.000 euro alla moglie di Amara, Sebastiana Bona, e al suo avvocato Francesco Montali.

 

PIERO AMARA

Nelle sue informative la Guardia di finanza elenca anche i trasferimenti di cash in favore di Amara, per un totale di 774.000 euro, avvenuti da maggio 2015 ad aprile 2018, quindi anche nel periodo in cui Amara era ospite delle patrie galere. Per questo denaro nessuna accusa è stata rivolta ad Amara, alla moglie o a Montali e nessun provvedimento di sequestro risulta agli atti. Eppure secondo le Fiamme gialle Montali avrebbe svolto «un ruolo di collettore per le somme di denaro» e avrebbe aiutato il suo assistito a comunicare con l’esterno quando era agli arresti, anche concedendo «l’utilizzo del proprio smartphone e del proprio profilo Wickr “Balù”».

 

[…]

 

la videoregistrazione dell'incontro armanna amara

Ultimo dato che emerge dalla richiesta di rinvio a giudizio è il ruolo che avrebbero assunto nel depistaggio alcuni «organi di stampa», così genericamente definiti dai pubblici ministeri e non indicati per nome, forse per carità di patria. Per i pm gli imputati «strumentalizzavano alcuni organi di stampa, veicolando loro notizie al fine di dare risalto mediatico alle false accuse formulate» si legge nel documento.

 

In un altro passaggio si fa riferimento in particolare «alle accuse calunniose formulate a Trani e Siracusa» rilanciate da alcuni media. Ma va detto che negli atti del procedimento sono evidenziati i rapporti di Armanna e Amara con alcuni inviati della carta stampata e della tv, in particolare del Fatto quotidiano e di Report. Tanto che la prima teorizzazione del Patto della Rinascente è stata fatta sul piccolo schermo.

 

Ma ovviamente gli inquirenti non citano quelle comparsate nella contestazione di calunnia. Si tratta, infatti, di un reato che si può commettere solo accusando falsamente qualcuno di fronte all’autorità giudiziaria. Mentre per la diffamazione a mezzo stampa si procede su querela di parte.

PIERO AMARAeniclaudio descalzi 3PIERO AMARA

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)