
"NOI NON RIUSCIAMO A GESTIRLO. DI LUI NON CI SI PUÒ FIDARE" - PARLA MARCO MONTANARI, PATRIGNO DI ANDREA CAVALLARI, IL GIOVANE CONDANNATO A 11 ANNI PER LA STRAGE DI CORINALDO CHE E' EVASO DAL CARCERE DI BOLOGNA: "NON ABBIAMO RICEVUTO L'AIUTO DI UN POLIZIOTTO PER CONTROLLARLO" - AL 26ENNE ERA STATO PERMESSO DI USCIRE DI PRIGIONE, SENZA SCORTA, PER ANDARE A DISCUTERE LA TESI ALL'UNIVERSITA'. DOPO UN PRANZO CON LA FAMIGLIA, ANDREA HA INCONTRATO LA SUA RAGAZZA E I DUE HANNO FATTO PERDERE LE LORO TRACCE - IL RAGAZZO SPRUZZO' LO SPRAY AL PEPERONCINO NELLA DISCOTECA DOVE, A CAUSA DELLA CONFUSIONE, MORIRONO SEI PERSONE....
Estratto dell'articolo di Filippo Fiorini per "la Stampa"
Andrea Cavallari è latitante con la fidanzata. Si conoscono dai tempi in cui lui guidava la "banda dello spray". Il loro rapporto sembra sia sopravvissuto al peso dei sei morti della strage di Corinaldo, ai 59 feriti gravi, ai processi, allo sdegno dei parenti delle vittime.
Hanno continuato a sentirsi mentre lui scontava la pena a 10 anni e 8 mesi per associazione a delinquere, omicidio, furto, rapina e lesioni, anche se non risulta che lei lo abbia mai vistato in carcere una sola volta.
Si sono rivisti solo giovedì pomeriggio. Alle 9 di mattina, il 26enne era uscito dal penitenziario di Bologna senza scorta, con permesso autorizzato. È salito in macchina con sua madre. È andato in centro, all'università, a discutere la tesi. Si è laureato in Diritto del lavoro.
Ha pranzato con i genitori e la nonna per festeggiare, congedandoli con la notizia che aveva un appuntamento con la giovane e la promessa di tornare in cella. Ha detto una verità e una bugia: si sono incontrati e sono fuggiti.
Era la notte del 7 dicembre 2018 quando la Lanterna Azzurra, in provincia di Ancona, divenne il teatro di una tragedia. Doveva essere un concerto del trapper Sfera Ebbasta, diventò il reato più grave ad opera della batteria di giovani rapinatori, tutti provenienti dall'hinterland modenese: spruzzavano gas al peperoncino per seminare il panico tra il pubblico degli eventi, poi strappavano le collanine d'oro a chi potevano, sfilavano i cellulari dalle tasche, rubavano i portafogli.
In quell'ex fienile con le uscite di sicurezza malmesse e sommarie abilitazioni alle attività di intrattenimento, però, la calca che altrove era servita a coprire loro la fuga diventò letale. Morirono cinque ragazzi e una donna che aveva accompagnato la figlia. Erano state fatte entrare troppe persone, entusiaste per l'arrivo di una star che di solito si esibiva in posti lontani. [...]
Era uno dei due capi della banda, insieme a Ugo Di Puorto, il figlio di un camorrista cresciuto col padre in galera e il mito della malavita sbandierato sui social. Lui però aveva un'altra storia: sua madre aveva sposato Marco Montanari quando Andrea aveva tre anni. In famiglia gli hanno voluto bene. Prendeva la paghetta. Si era diplomato. È molto intelligente.
D'altra parte, ha sempre mentito per nascondere una vita da fuorilegge cominciata con un furto di contanti dalla cassa del negozio di famiglia in cui Montanari lo aveva preso a lavorare, e poi passata per un arresto a EuroDisney, a Parigi, dove la polizia francese lo aveva beccato a fare quello che si sarebbe scoperto faceva giò in mezza Italia: «Le balze», ovvero, coordinare sette coetanei nelle rapine alle feste, rivendere la refurtiva a un ricettatore ultrasessantenne, spartirsi il territorio con le bande rivali. [...]
corinaldo lanterna azzurra il ponticello dove sono morte sei persone
Quando sette anni fa Montanari, il suo patrigno, seppe che quello che ha sempre considerato un figlio era uno dei responsabili della strage della Lanterna Azzura, disse di «sentire la testa girare». Ora che lo sa in fuga da cinque giorni, la testa si limita a scuoterla. Dice che «di lui non ci si può fidare».
Protesta per non aver ricevuto l'aiuto di «almeno un poliziotto per controllarlo». Il giudice gli aveva concesso la prima uscita della sua storia detentiva, affidandone la sorveglianza ai genitori.
Marco, però, ammette: «Noi non riusciamo a gestirlo» e lo supplica di tornare «per il suo bene», così come ha fatto anche il garante nazionale per i detenuti, Irma Conti, difendendo l'istituto dei permessi riconosciuti per legge ai carcerati, davanti alle polemiche che infuriano.
CORINALDO LANTERNA AZZURRA DISCOTECA
Sulla fidanzata, il patrigno giura di «non averla vista giovedì» e riconosce che fino a oggi non credeva nemmeno che la relazione fosse ancora in piedi. Ha 25 anni, uno meno di Andrea. È della campagna modenese come lui, anche se viene da un paese delle colline, mentre lui è di Bomporto, nella Bassa.
Il nucleo investigativo della polizia penitenziaria, la procura di Bologna e quella di Ancona li bracca in queste zone. Avvisi di ricerca sono stati diramati nelle province limitrofe fino a Ferrara, mentre si verificano anche le località della Riviera Romagnola, dove sarebbe facile confondersi. Forse c'è un cellulare che i due hanno usato per accordarsi e che Cavallari non avrebbe potuto usare in cella. [...]
lanterna azzurra corinaldo ancona
strage alla discoteca lanterna azzurra di corinaldo ancona 7
MORTI E FERITI NELLA DISCOTECA LANTERNA AZZURRA DI CORINALDO ANCONA