rigopiano valanga

SE LA RICHIESTA DI SGOMBRARE LA STRADA, ARRIVATA MERCOLEDÌ DALL'ALBERGO FOSSE STATA ESAUDITA, ORA NON STAREMMO QUI A PIANGERE I MORTI DI RIGOPIANO. TUTTI ERANO PRONTI PER ANDARSENE: LO SPAZZANEVE NON S’È VISTO, È ARRIVATA INVECE LA SLAVINA - MA DICIAMOLA TUTTA: LÌ NON DOVEVA NEMMENO ESSERCI UN ALBERGO.

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

1 - UNA VALANGA DI 300 METRI PRECIPITATA SULL'ALBERGO DA 1.200 METRI DI ALTEZZA

Da “il Giornale”

 

Il paradiso e poi l'inferno, a Farindola, comune da 1.500 abitanti a pochi chilometri da Pescara. Qui, in una piana a 1.200 metri di altezza, incastonato nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Lega, mercoledì pomeriggio l'hotel Rigopiano è stato spazzato via da una slavina che si è staccata dalla montagna a seguito del sisma.

 

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

Una valanga di oltre 300 metri, composta da una enorme massa di neve, alberi, sassi e ghiaccio, è piombata su alcune parti del resort, che in questi giorni ospitava una trentina di persone, con una violenza tale da spostare l'intera struttura di una decina di metri. La meta di lusso ai piedi del Gran Sasso, quattro stelle, con piscina e centro benessere tra le piste da sci, è stata sepolta da cumuli di neve di oltre cinque metri di altezza. Solo all' alba di ieri i primi soccorritori con gli sci sono riusciti a raggiungere l'albergo, mentre le altre squadre di soccorso sono arrivate in tarda mattinata.

 

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

2 - LA CATENA DEGLI ERRORI

Sergio Rizzo per il “Corriere della Sera”

 

Non c'è forza umana che possa fermare un terremoto, né gli scienziati hanno ancora scoperto un modo per impedire una nevicata imponente e perniciosa. Ma dire che l' uomo non sia in grado di fare proprio nulla per contrastare gli effetti della furia degli elementi naturali sarebbe assurdo. Per esempio, potrebbe cominciare evitando di dare loro una mano: come invece spesso capita. La tragedia dell' hotel Rigopiano travolto mercoledì da una micidiale slavina è illuminante.

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

 

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha definito «difficilissime» le condizioni dei soccorsi. Ed è vero al punto che l' azione dei nostri bravissimi soccorritori ha rasentato l' eroismo. Ma le condizioni si sono rivelate così complicate soprattutto per le strade rese non percorribili dalla neve.

 

Strade che però erano ingombre anche a causa della carenza di spazzaneve.

C' è chi in simili circostanze puntualmente tira in ballo i tagli di fondi alle Province, forse dimenticando come pure prima di quelle sforbiciate la manutenzione stradale non fosse proprio il massimo.

 

Di sicuro se la richiesta di sgombrare la strada arrivata nella giornata di mercoledì dall' albergo fosse stata esaudita, ora non staremmo qui a piangere i morti di Rigopiano.

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

Alle tre del pomeriggio, a quanto pare, tutti erano pronti per andarsene: lo spazzaneve non è mai arrivato. È arrivata invece la slavina.

 

Ma stando poi alle cronache degli ultimi anni, forse lì non doveva nemmeno esserci un albergo. Dove sorgeva il resort a quattro stelle abbattuto da quella terribile valanga c' era un tempo soltanto un casolare. Una costruzione di campagna in una zona destinata a pascolo che sarebbe stata ampliata abusivamente occupando una porzione di suolo pubblico per realizzare, appunto, la residenza alberghiera di cui stiamo parlando.

 

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

Questo, almeno, secondo i giudici. Manco a dirlo, infatti, la vicenda finì anche al centro di una indagine giudiziaria con il coinvolgimento di due sindaci del Comune di Farindola, due assessori, un consigliere comunale e un paio di imprenditori. Tutti rinviati a giudizio in seguito a una delibera del settembre 2008 con la quale era stata concessa al costruttore la sanatoria per l' occupazione abusiva del suolo pubblico.

 

I magistrati arrivarono a ipotizzare che per ottenerla fosse stato distribuito ai politici qualche zuccherino: alcune migliaia di euro e magari certe assunzioni di favore. Il procedimento è andato avanti tre anni. Finché a novembre del 2016 la faccenda si è chiusa con l' assoluzione di tutti gli imputati «perché il fatto non sussiste».

 

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

Va detto che comunque già dal mese di aprile era intervenuta la prescrizione. Non andrebbero mai dimenticate le parole che alla fine di agosto dello scorso anno pronunciò il vescovo di Rieti Domenico Pompili durante i funerali di 28 vittime della prima scossa del terremoto di Amatrice: «Non sono i terremoti che uccidono. Uccidono le opere degli uomini». Ha ragione da vendere. La natura, ammoniva già 180 anni fa Giacomo Leopardi nel poemetto La ginestra , non guarda in faccia a nessuno. Non ha natura al seme/ dell' uom più stima e cura/ che alla formica...

 

3 - VALANGA DI COLPE

Alessandro Sallusti per “il Giornale”

 

Sarebbe bastato uno spazzaneve, un maledetto e banale spazzaneve e oggi non saremmo qui a piangere altre trenta vittime. Uomini, donne e bambini che da ore aspettavano nella hall dell' albergo Rigopiano di Farindola, sul costone del Gran Sasso, con le valigie fatte pronti a mettersi in marcia per tornare a valle e uscire da una situazione critica. Una partenza rinviata di ora in ora perché di mezzi non ce n' erano o chissà dov' erano. È arrivata prima la valanga che ha spazzato via tutto e tutti.

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

 

Ma come si fa? Quelle valli pullulano da mesi di soccorritori straordinari, uomini e donne coraggiosi e generosi, ma anche per loro arriva il limite del possibile se il sistema è inadeguato. Negli stessi minuti in cui la valanga rotolava, i vertici operativi di Vigili del Fuoco e Protezione Civile erano ospiti nel salotto di Porta a Porta a spiegare agli italiani che tutto era sotto controllo.

 

Tutti gli altri chissà dov' erano, perché l' allarme lanciato dall' unica persona che aveva saputo con certezza dell' accaduto è stato per ore respinto e ignorato. E siamo arrivati al punto che trenta persone - bambini e anziani - da tre giorni rifugiati in un garage al freddo e senza luce ieri mattina riuscivano a parlare in diretta con Myrta Merlino nel mattinale de La7 ma non con i soccorritori.

 

VALANGA A RIGOPIANOVALANGA A RIGOPIANO

Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, deve al Paese più di una spiegazione: la neve era prevedibile, anche nella sua eccezionale quantità, le richieste di aiuto erano arrivate. Dove diavolo erano le turbine spazzaneve dell'esercito, dove i mezzi pesanti, chi ha valutato non urgente andare a prendere quelle persone?

 

Trenta disgraziati morti sì per una valanga ma temo anche di burocrazia e inefficienza: tocca a me, tocca a te, manca un timbro, oggi, domani, vedremo più tardi. E non ci si dica che questo «non è il momento delle polemiche». Purtroppo lo è, eccome. Abbiamo confermato il peggior stereotipo dell' Italia che a volte ci rinfacciano dall' estero. Inadeguata. E non c' è da offendersi, c' è solo da chiedere scusa per sempre a chi ha perso i suoi cari per una morte che poteva essere evitata. Anzi doveva essere evitata.

valanga di neve su un hotel a rigopiano  7valanga di neve su un hotel a rigopiano 7valanga di neve su un hotel a rigopiano  19valanga di neve su un hotel a rigopiano 19valanga di neve su un hotel a rigopiano  2valanga di neve su un hotel a rigopiano 2valanga di neve su un hotel a rigopiano  3valanga di neve su un hotel a rigopiano 3valanga di neve su un hotel a rigopiano  5valanga di neve su un hotel a rigopiano 5valanga di neve su un hotel a rigopiano  6valanga di neve su un hotel a rigopiano 6valanga di neve su un hotel a rigopiano  9valanga di neve su un hotel a rigopiano 9

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?