carabinieri casal di principe

NON SIETE STATO, VOI - A CAUSA DELLA BUROCRAZIA, LA SQUADRA MOBILE LASCIA CASAL DI PRINCIPE - UN INCREDIBILE PASTROCCHIO ALL'ITALIANA CHE PARTE DAL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO DI UNA PALAZZINA, SEQUESTRATA AI BOSS E USATA COME BASE OPERATIVA DAGLI AGENTI

Gian Antonio Stella per “il Corriere della Sera”

 

controlli di polizia a casal di principecontrolli di polizia a casal di principe

Un errore. Che potrebbe rivelarsi rovinoso. Non ci sono altre parole per bollare la scelta dello Stato di evacuare la Squadra Mobile da Casal di Principe. Perché sì, certo, non abbiamo dubbi sul fatto che la Polizia continuerà a vigilare coi carabinieri sulla sicurezza del centro, mettendoci il massimo impegno, anche partendo dalla sede centrale di Caserta.

 

Ma abbandonare l' avamposto della guerra alla camorra (per una serie di pasticci burocratici poi!) è uno sbaglio. Che rischia di dare un segnale pessimo ai cittadini perbene che, anche a dispetto delle difficoltà economiche, continuano a sperare nel riscatto. E incoraggiare i malavitosi, oggi in difficoltà, a rialzare la testa.

CASAL DI PRINCIPECASAL DI PRINCIPE

 

Cosa sia la cittadina lo spiega, in «Gomorra», Roberto Saviano: «Se per le arti marziali la patria era considerata il Giappone, per il surf l' Australia, per i diamanti la Sierra Leone, per il potere imprenditoriale della camorra è Casal di Principe la capitale». Un simbolo del male, un simbolo della guerra al male. Qui trionfa «una certa mitologia violenta: "Camorristi si diventa, ma casalesi si nasce"».

 

Qui sono stati gestiti per decenni i rifiuti tossici seppelliti per conto di troppi imprenditori padani col pelo sullo stomaco. Qui sono finiti, nei villoni nascosti da mura e cancellate, i camini, le balaustre, le colonnine e i brandelli degli affreschi strappati alla reggia di Carditello. Qui sono stati sepolti veleni perfino nei cortili di asili nido e ludoteche. Qui ha pulsato per decenni, come ha confermato il pentito Carmine Schiavone, il cuore della cattiva politica: «c'era tutto un complesso affaristico esteso a tutti i livelli. Noi per esempio, facevamo i sindaci. Dove? In tutti i 106 comuni della provincia di Caserta».

CASAL DI PRINCIPE   CASAL DI PRINCIPE

 

Qui regnava, come spiegò lo stesso Schiavone, cugino di «Sandokan» e «amministratore delegato» dei Casalesi la «pax camorrista»: «Noi non dovevamo fare gli errori che Cutolo e altri avevano fatto. Si doveva capire che noi non portavamo droga a Casale, che noi non facevamo furti, non facevamo rapine. Fino al 1989-90 se qualcuno si è permesso di fare rapine è stato ammazzato, oppure è sparito». Perché «il popolo a noi ci doveva amare per amore e non per terrore».

 

DECINE DI OMICIDI

Qui furono decisi gli assassinii di decine di persone anche innocenti («Io avrei ordinato 53 omicidi? Di più, di più», ridacchiava quel pentito) compreso quello di Don Peppino Diana che, come avrebbe scritto Saviano, «non orecchiava le beghe delle famiglie, non disciplinava le scappatelle dei maschi, né andava confortando donne cornute» ma «aveva deciso di interessarsi delle dinamiche di potere: non solo dei corollari della miseria, non voleva soltanto nettare la ferita, ma comprendere i meccanismi della metastasi, bloccare la cancrena, fermare l'origine di ciò che rendeva la sua terra una miniera di capitali e un tracciato di cadaveri».

 

CASAL DI PRINCIPE     CASAL DI PRINCIPE

Qui la gente perbene si ribellò esponendo ai balconi, e ci voleva davvero coraggio!, i lenzuoli bianchi. Qui chi ha resistito negli anni delle mattanze condivide l'orgoglio amaro d'avere in zona quattro medaglie d'oro al valor civile: a Peppino Diana, al carabiniere Salvatore Nuvoletta, all'imprenditore Mimmo Noviello, al venditore ambulante e sindacalista Federico del Prete A farla corta: non è una cittadina come tante, Casal di Principe.

 

E il capo della polizia Antonio Manganelli, nove anni fa, ce l'aveva chiarissimo. «Non vi lasceremo soli», giurò una domenica di maggio del 2008 ai ragazzi che si erano ritrovati in piazza per una protesta contro l'assedio camorrista. E assicurò, per bocca del questore di Caserta Carmelo Casabona, la nascita di un fortilizio che desse sicurezza agli abitanti e desse il segno della presenza dello Stato: «Non un nuovo commissariato, non una targa da inaugurare e celebrare ma che nei fatti poco può fare, ma una vera sezione della squadra mobile distaccata a Casale, forte di uomini di esperienza con l'unico compito di dare la caccia ai latitanti e contrastare i traffici dei clan».

CASAL DI PRINCIPE CASAL DI PRINCIPE

 

Scelsero come sede un palazzo in pieno centro, in corso Umberto I, confiscato al boss Dante Apicella e dato in uso al Comune. Una scelta di altissimo valore simbolico. E benedetta da anni di impegno segnato da una serie di successi delle forze dell' ordine e di sconfitte dei camorristi. Il tutto, però, nell' incertezza perenne d'una sistemazione «provvisoria».

 

L'ASSEGNAZIONE DELL'IMMOBILE

Finché alla fine di settembre del 2015 è arrivata l'assegnazione diretta del palazzo, da parte dell'Agenzia del Demanio, al ministero dell'Interno. Col conseguente cambio di destinazione d'uso: da sociale a militare. «L'operazione costituisce evidentemente anche una risposta alle attuali esigenze di riduzione della spesa pubblica», scrisse il Demanio, «che può passare anche attraverso la conversione dei beni confiscati in presidi di legalità razionalizzando gli spazi in uso alla pubblica amministrazione».

 

SANDOKANSANDOKAN

Obiettivo lodevole, in teoria, ma nei fatti una frittata. «Con il cambio di destinazione per l'uso militare sono cambiate le regole, ad esempio sull' agibilità anti-sismica», spiega il sindaco di Casal di Principe Renato Natale, medico, ambientalista, nemico da sempre dei clan, tra i primi ad accorrere nella sacrestia di San Nicola dove Don Peppino Diana era stato assassinato e lui stesso scampato a una sentenza di morte già decisa, «Le norme di prima non vanno più bene e dunque la sezione della "mobile" non può più stare lì. Capisco tutto ma per noi è un disastro».

LA VILLA DI SANDOKAN SCHIAVONE jpegLA VILLA DI SANDOKAN SCHIAVONE jpeg

 

Erano due anni che si sapeva che rischiava di finire così. Certo, c'era l'impegno a «trasferire il Posto di Polizia di Casapesenna nel limitrofo comune di Casal di Principe, all' interno di uno stabile provento di confisca alla criminalità organizzata, locato attualmente dalla Sezione distaccata della Squadra Mobile» e a garantire «la continuità delle attività di controllo del territorio con costi minori». Promessa ribadita, come ricorda Tina Cioffo sul «Mattino» di Caserta, anche recentemente.

 

Ma possono bastare le parole rassicuranti del Ministero degli interni, del prefetto, del questore, a una cittadina troppo spesso ustionata dai tradimenti? L'iter per il nuovo presidio, in attesa di qualcosa che verrà là dove le attese sono a volte eterne, deve ancora partire. E la presenza fisica sul posto di un poliziotto a metter lì la faccia dello Stato, in una realtà dove il sindaco per combattere l' abusivismo edilizio e il caos nelle strade e le mille illegalità quotidiane ha a disposizione cinque vigili per 22mila abitanti, era fondamentale. Dopo il trasloco, purtroppo, saranno in tanti a sentirsi più soli.

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…