proteste in corea del sud contro il presidente yoon suk yeol legge marziale

LA COREA DEL SUD LUCCICA MA NON È TUTTA ORO – IL TENTATO GOLPE DEL PRESIDENTE YOON SUK YEOL, CHE HA PROCLAMATO E POI RITIRATO LA LEGGE MARZIALE, CONFERMA LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA SUDCOREANA, SEGNATA DA SCANDALI E CONTINUI SCAZZI TRA PARTITI – DIETRO IL K-POP, LE SERIE TV E I FILM E LE INDUSTRIE TECNOLOGICHE, CI SONO IL COSTANTE CALO DELLA NATALITÀ E LA CRESCENTE DISPARITÀ DI REDDITO – LA MINACCIA DI KIM JONG-UN, CHE DISPONE DI ARMI NUCLEARI, RENDE LA PENISOLA COREANA UNA DELLE AREE PIÙ PERICOLOSE DEL PIANETA… - VIDEO

 

1 - DALLE DITTATURE AL SOFT POWER OMBRE DEL PASSATO PER LA NUOVA COREA

Estratto dell’articolo di Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

 

Yoon Suk Yeol

È un brutto salto nel passato quello tentato da Yoon Suk Yeol nella notte di Seul. Una situazione che a noi occidentali pare fuori dal tempo, perché siamo stati conquistati dai prodotti della tecnologia sudcoreana, poi affascinati dalla sua musica giovanile e infine quest’anno, grazie al Nobel per la letteratura assegnato alla prosa sofisticata di Han Kang, abbiamo riconosciuto che la cultura coreana è molto più dei tormentoni del K-Pop.

 

Tutto questo successo i sudcoreani lo hanno costruito negli ultimi trent’anni, perché il primo presidente civile, non militare o prestanome delle forze armate fu eletto dal popolo solo nel 1993.

 

PROTESTE IN COREA DEL SUD CONTRO IL PRESIDENTE YOON SUK YEOL

Agitando l’arma della «legge marziale» Yoon si è messo fuori dal tempo in un Paese moderno e strategico per l’Asia e l’Occidente. E fuori dalla realtà suona la giustificazione del presidente aspirante golpista per il suo gesto: ha sostenuto di voler «difendere la libertà minacciata da un’opposizione con simpatie per i comunisti nordcoreani».

 

In realtà, il riferimento a trame e collusioni tra i suoi molti avversari interni e i veri nemici del Nord è servito solo ad aggiungere confusione e incredulità. Yoon si è tradito subito, quando nel discorso alla nazione ha elencato le sue lamentele verso l’opposizione parlamentare che fa semplicemente il suo lavoro: cerca di contrastare il governo.

 

[…]

 

putin kim jong un

Nel 2022 Yoon vinse le presidenziali con un vantaggio di poche migliaia di voti, lo 0,7 per cento sull’avversario del Partito democratico. Nel 2018 l’allora presidente Moon Jae-in, leader dei democratici, aveva puntato su un riavvicinamento con Kim Jong-un.

 

Era volato a Pyongyang, aveva offerto alla Nord Corea massicci aiuti economici per stabilire un rapporto di convivenza pacifica. Era stato il governo sudcoreano ad aprire la strada per lo show di sorrisi tra Donald Trump e Kim. Il negoziato fallì perché Kim non aveva alcuna intenzione di rinunciare al suo arsenale nucleare.

 

PROTESTE IN COREA DEL SUD CONTRO IL PRESIDENTE YOON SUK YEOL

Ma nel 2022 il conservatore Yoon fu eletto non per la sua maggiore durezza riguardo al Nord, la gente inseguiva soprattutto maggiore benessere economico. Yoon ha deluso le speranze, la sua popolarità è crollata anche a causa di scandali familiari che lui, ex magistrato, ha coperto. Lo scorso aprile l’opposizione liberaldemocratica ha stravinto le politiche e ora ha una forte maggioranza in Parlamento. Il presidente è (sarebbe) un’anatra zoppa fino al termine del suo mandato previsto nel 2027.

 

Da molti mesi Kim ha ripreso i suoi preparativi per soggiogare la Sud Corea. E la destabilizzazione politica di Seul, la ferita inferta dal suo stesso capo di Stato a una democrazia che davamo per pienamente matura potrebbe ispirare al dittatore nordista qualche mossa azzardata.

 

2 - K-POP, SERIE TV E TECNOLOGIA MA L’ELDORADO DI SEUL NON PLACA LE CRISI DEL PAESE

Estratto dell’articolo di Gianluca Modolo per “la Repubblica”

 

Yoon Suk Yeol

«È un pazzo. È la prima legge marziale in 44 anni, quindi nessuno sa cosa potrebbe succedere». Kisong di anni ne ha 35 ma sa bene che per quattro decenni i sudcoreani hanno vissuto sotto regimi militari e la sua Corea, nonostante sia riuscita a diventare motore della cultura e dell’economia globali, è ancora una democrazia giovane, molto vivace ma per certi aspetti ancora fragile e polarizzata. «La censura dei media, gli arresti arbitrari dei cittadini e il coprifuoco», ci dice al telefono a tarda notte da Seul.

«Yoon è impazzito».

 

[…]

 

DONALD TRUMP E YOON SUK YEOL GIOCANO A GOLF

Entrambi i partiti principali, quello conservatore del presidente Yoon e quello democratico, sono alle prese con scandali che si rinfacciano di continuo. Un Paese che fino a settant’anni fa era decimato dalla guerra e che è riuscito a risollevarsi, diventando un creatore di cultura a livello mondiale (pensiamo al K-Pop) e uno degli snodi fondamentali - e critici dell’industria dei semiconduttori.

 

La quarta economia più ricca dell’Asia. «Il sistema politico assicura nominalmente un processo affidabile e rappresentativo. Ma le politiche identitarie divisive, le proteste di massa e l’abuso di potere hanno spinto alcuni osservatori a sostenere che il Paese è in preda a una “decadenza democratica”», scriveva in un report lo scorso anno John Nilsson-Wright di Chatham House.

 

han kang

«[…] Una volta usciti dall’incarico, la maggior parte degli ex presidenti è stata indagata e condannata quando i loro avversari sono saliti al potere», notava in un recente report l’Ispi.

 

Ci sono problemi strutturali ai quali né l’attuale amministrazione di Yoon né quelle passate hanno trovato soluzioni: il costante calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione, la crescente disparità di reddito, il gap di genere sentito soprattutto tra i giovani, il costo degli immobili nelle principali città.

 

PROTESTE IN COREA DEL SUD CONTRO IL PRESIDENTE YOON SUK YEOL

Il tutto con la continua minaccia del vicino dotato di armi nucleari: la Corea del Nord della dinastia dei Kim. Che rende la penisola una delle faglie più pericolose del pianeta. Uno dei possibili punti di rottura della storia di questo secolo.

 

Quando pensiamo alla Corea del Sud vengono subito in mente la musica, i film, le serie tv, la tecnologia, la moda, la cucina. Il Paese è riuscito a diventare in fretta una potenza culturale, oltre che economica. Partita vent’anni fa, la hallyu , l’onda coreana, ha ormai raggiunto ogni angolo del pianeta. Il K-Pop è soltanto una parte di questo fenomeno: non nato per caso, ma frutto di una pianificazione politica e di grandi investimenti.

 

vladimir putin - kim jong un

Un’onda di soft - e pure hard - power. Tutto ciò che è Made in Korea ha invaso pacificamente il mondo intero. A ottobre era arrivato anche il Nobel per la Letteratura alla scrittrice Han Kang, a certificare ancora una volta di più il boom culturale della Corea del Sud.

 

Gli albori di questo fenomeno si possono rintracciare nell’estate 2012 quando un cantante trentenne, Park Jae-Sang, nome d’arte Psy, carica su YouTube quel “Gangnam Style” a lungo tormentone mondiale. Poi sono arrivati i Bts, le Blackpink, i film premiati con la statuetta dell’Oscar come “Parasite” (vero acceleratore di questa onda), le serie tv come “Squid Game”. Un vero fattore K. Fino agli anni Novanta la produzione culturale sudcoreana è stata piuttosto timida, all’ombra del vicino Giappone. Ed è in quegli anni che acquista centralità nelle politiche del governo, per rilanciare l’economia colpita dalla crisi finanziaria asiatica del 1997. Serviva un massiccio esercizio di re-branding della nazione.

 

Yoon Suk Yeol

Ma la Corea non offre solo cultura e intrattenimento. È un polo all’avanguardia nell’industria automobilistica (si pensi alla Hyundai) e nelle tecnologie. Oggi i semiconduttori rappresentano quasi il 20% delle esportazioni totali del Paese. Entro il 2042, nella città di Yongin - vicino a Seul - dovrebbe nascere la più grande base di semiconduttori del mondo: grazie a investimenti da quasi 230 miliardi di euro del colosso Samsung. […]

PROTESTE IN COREA DEL SUD CONTRO IL PRESIDENTE YOON SUK YEOL

vladimir putin e kim jong un a pyongyang 3bts 1btsred velvet 1

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…