1. PISTORIUS VINCE L’OSCAR PER LA RECITAZIONE: CONDANNATO PER OMICIDIO COLPOSO 2. “LA SUA CONDOTTA DOPO IL DELITTO NON È QUELLA DI CHI VOLEVA UCCIDERE LA FIDANZATA” 3. PER SAPERE QUANTI ANNI DOVRÀ SCONTARE BISOGNERÀ ATTENDERE QUALCHE GIORNO. LA PENA MASSIMA PER IL REATO PER CUI È STATO CONDANNATO È DI 15 ANNI DI CARCERE 4. CONDANNATO ANCHE PER UTILIZZO DI ARMA DA FUOCO IN PUBBLICO, L’ATLETA SFANGA L’ACCUSA DI OMICIDIO PREMEDITATO: HA SPARATO QUATTRO COLPI ATTRAVERSO LA PORTA DEL BAGNO MENTRE LA FIDANZATA REEVA ERA CHIUSA DENTRO E SEDUTA SUL GABINETTO, MA L’ACCUSA NON È RIUSCITA A PROVARE CHE FOSSE IN SEGUITO A UN LITIGIO...

1. OSCAR PISTORIUS CONDANNATO PER OMICIDIO COLPOSO: RISCHIA 15 ANNI DI CARCERE

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Daniele Particelli per www.crimeblog.it

 

La sentenza è arrivata: Oscar Pistorius è stato dichiarato colpevole di omicidio colposo in relazione alla morte di Reeva Steenkamp.

 

10.30 - Per sapere quanti anni Pistorius dovrà scontare dietro le sbarre bisognerà attendere ancora qualche giorno. La pena massima per il reato per cui è stato condannato è di 15 anni di carcere.

 

10.20 - Oscar Pistorius è stato dichiarato colpevole per omicidio colposo.

 

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10.18 - Il giudice ha ricordato che Pistorius è stato assolto dall’accusa di omicidio e di omicidio premeditato. La condotta dell’imputato subito dopo il delitto è inconsistente con quella di qualcuno che voleva commettere un omicidio.

 

10.10 - Assoluzione anche per quest’ultima accusa. Ora si passa alla parte più importante, l’omicidio di Reeva Steenkamp.

 

10.06 - Ora si passa alla quarta accusa dello stesso genere, il possesso di 38 munizioni illegali.

 

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10.05 - Per la terza accusa relativa all’utilizzo di arma da fuoco, Pistorius è stato giudicato colpevole: avrebbe esploso un colpo di pistola in pubblico, rischiando di ferire una persona.

 

9.57 - Oscar Pistorius viene assolto da una prima accusa per utilizzo di arma da fuoco in pubblico. L’accusa, secondo il giudice, non è riuscita a dimostrare la colpevolezza dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio.

 

9.55 - Al vaglio del giudice, ora, l’accusa relativa alle armi da fuoco.

 

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9.44 - L’udienza è ripresa.

 

12 settembre 2014 - Si torna in aula, questa mattina a Pretoria, per l’ultima parte dell’udienza che vedrà il giudice Thokozile Masipa leggere il verdetto per Oscar Pistorius, che oggi lascerà il Tribunale da assolto - ipotesi poco probabile, l’omicidio c’è stato e su questo non ci sono dubbi - o con una condanna per omicidio colposo, che prevede una pena massima di 15 anni di carcere.

 

 

2. NON CI FU PREMEDITAZIONE - PISTORIUS PIANGE IN AULA

Emanuela Audisio per “la Repubblica

 

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L’ha scampata. Ha evitato il peggio, l’accusa di omicidio premeditato. Un eroe che sbaglia, non un infame che toglie la vita. E quando l’ha capito, si è messo a singhiozzare, con le spalle che tremavano. Oscar Pistorius ha ucciso la sua fidanzata Reeva, ma non l’ha fatto intenzionalmente. Questo ha deciso la giudice Thokozile Masipa che ha nella sue mani il destino di OP, come lo chiamano in Sudafrica. Infatti è solo lei a emettere la sentenza, non c’è giuria popolare. Oscar evita più di vent’anni di prigione, oggi ci sarà il verdetto dopo 41 giorni di processo. Ma l’accusa di omicidio colposo è più leggera, si scende a 15 anni, forse meno, anche perché ci si basa sulle circostanze del caso.

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Ha detto la giudice: «La sua è stata una decisione consapevole, ma non premeditata». In molti credevano che la signora Masipa, 66 anni, seconda toga del paese, nata nel ghetto di Soweto, arrestata quando protestava contro l’apartheid, e obbligata dai suoi carcerieri a pulire il cesso della prigione, sarebbe stata più severa con l’eroe olimpico e paralimpico. Verso il campione che ai Giochi di Londra aveva vinto due medaglie d’oro per il nuovo Sudafrica. Anche perché ha sempre avuto fama di essere dura nel giudicare i casi di violenza sulle donne.

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Nel 2009 ha condannato a 252 anni di reclusione un uomo che aveva violentato tre donne e in seguito ha dato l’ergastolo a un poliziotto colpevole di aver assassinato l’ex moglie. Ma Oscar per lei non rientra in questa categoria. Anche se umanamente OP non l’ha incantata. «È stato un testimone evasivo e scadente, anzi il peggior teste della storia, si è spesso contraddetto. Ma non era confuso quando ha sparato, era capace di intendere e di volere. E il fatto che sia cresciuto in una casa dove c’erano molte armi è una spiegazione, ma non una scusa. Molti sudafricani sono vittime di violenza, ma non dormono con la pistola sotto il letto ».

 

Respinta la tesi dell’incapacità temporanea dovuta al Gad ( general anxiety disorder ) e al fatto che un disabile si sente in certe circostanze ancora più insicuro. Oscar si è comportato da persona irragionevole e negligente, non ha chiesto aiuto, se veramente c’era un intruso e un ladro nella sua casa, c’erano altri modi per aiutare Reeva. «Ma lui non ha fatto niente per salvarla. Avrebbe potuto telefonare e chiedere aiuto, aveva il balcone proprio accanto al letto, invece di scegliere di fare un uso eccessivo e illegale della forza».

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Quei quattro colpi alle tre di notte, sparati un anno fa nel giorno di San Valentino, attraverso la porta del bagno dove Reeva si era rifugiata, sono il gesto di uno scellerato, di un superficiale, di uno sconsiderato. Ma non di un assassinonato. I quattro testimoni che hanno detto di aver sentito urlare la ragazza di terrore, «con la chiarezza del rumore che fa un aeroplano», non sono stati giudicati attendili dalla giudice. «Troppo influenzati dai media». E nemmeno i messaggi su WhatsApp, portati dalla difesa, su quanto i due si amassero, sono stati presi in considerazione.

 

La giudice Masipa, che ha fatto la cronista giudiziaria, prima di approdare in tribunale, è stata come al solito impassibile. Ha letto la sua lunga relazione, foglio dopo foglio, si è presa una pausa a metà mattina e una più lunga per il pranzo, per rientrare e dire poco dopo, tra la sorpresa generale, che il verdetto sarebbe stato rinviato a oggi. In aula c’erano tutti: gli amici, i genitori di Reeva Steenkamp, della bella ragazza, laureata in legge, che lavorava come modella e che sperava di diventare avvocato, e la famiglia Pistorius, con il fratello in carrozzella, perché è ancora reduce da un terribile incidente d’auto.

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Oscar sedeva da solo, in prima fila. E si è messo subito a piangere appena è stata ricordata la modalità in cui è avvenuto l’omicidio. Reeva è stata colpita all’inguine, alla spalla e mano destra, alla testa. E secondo la giudice «non avrebbe potuto gridare perché il suo cervello non poteva più comandare il corpo». Oscar è stato molto negligente, ha scelto la soluzione sbagliata, si è comportato in maniera irrazionale, non c’era ragione per non chiedere aiuto. «Ma l’accusa non è riuscita a provare la premeditazione».

 

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Non tutti la pensano così. Molti legali hanno già criticato la valutazione della giudice di optare per l’omicidio colposo (che equivale a chi uccide qualcuno in un incidente d’auto). «Cos’altro ci vuole per formulare l’accusa di assassinio? », hanno detto con polemica altri avvocati e specialisti della legge. O.J. Simpson, ex giocatore di football americano, accusato nel ‘96 di due omicidi, dopo 253 giorni di processo, era stato dichiarato “not guilty”, e si era salvato per il colore della sua pelle, perché Los Angeles non poteva sopportare un’altra rivolta razziale. Nel ‘92 il pugile Mike Tyson, ex campione dei pesi massimi, era stato condannato per stupro, perché nero, da una giuria di soli bianchi e dall’inconsistenza della sua difesa, rappresenta da un avvocato commercialista.

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Oscar Pistorius, quattrocentista bianco, senza gambe, ha evitato la condanna più grave, perché nel Paese che ha eliminato la segregazione e che per tanti anni è stato escluso dallo sport, un eroe che si è rivalso sulla vita, che ha battagliato per correre con gli altri, non può essere falso. Anche se ha un’arma in mano e ammazza una ragazza di trent’anni, rannicchiata sul gabinetto, senza vie di fuga.

 

 

 

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