vladimir putin bergoglio papa francesco volodymyr zelensky

L’ALLARME INASCOLTATO DI PAPA FRANCESCO: “LA TERZA GUERRA MONDIALE STA ARRIVANDO A PEZZETTI” - IL PIÙ STRETTO CONSIGLIERE DI ZELENSKY, MIKHAIL PODOLYAK, LO HA ACCUSATO DI ESSERE ”FILORUSSO”. BERGOGLIO SPIEGO' DI NON ESSERE A FAVORE DI PUTIN: “SONO SOLO CONTRARIO A RIDURRE LA COMPLESSITÀ ALLA DISTINZIONE TRA I BUONI E I CATTIVI, SENZA RAGIONARE SU RADICI E INTERESSI, CHE SONO MOLTO COMPLESSI” – LE CRITICHE DI ISRAELE PER AVER DEFINITO CIÒ CHE STA ACCADENDO A GAZA CON IL TERMINE “GENOCIDIO” E QUANDO ACCUSO' LA NATO DI "ABBAIARE ALLA PORTA DELLA RUSSIA"

INTERVISTA A PAPA FRANCESCO: «PUTIN NON SI FERMA, VOGLIO INCONTRARLO A MOSCA. ORA NON VADO A KIEV»

Estratto dell’articolo di Luciano Fontana per il “Corriere della Sera” del 3 maggio 2022

 

La Nato e il Cremlino

vladimir putin papa francesco

La preoccupazione di papa Francesco è che Putin, per il momento, non si fermerà. Tenta anche di ragionare sulle radici di questo comportamento, sulle motivazioni che lo spingono a una guerra così brutale. Forse «l’abbaiare della Nato alla porta della Russia» ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga —, ma facilitata forse sì».

 

E ora chi ha a cuore la pace si trova di fronte la grande questione della fornitura di armi, da parte delle nazioni occidentali, alla resistenza ucraina. Una questione che non trova tutti d’accordo, che spacca il mondo cattolico e quello pacifista. Il Pontefice si mostra dubbioso, la sua dottrina ha avuto sempre al centro il rifiuto della corsa agli armamenti, il no all’escalation nella produzione di armi che prima o poi qualcuno decide di mettere alla prova sul campo, provocando morte e sofferenza.

 

volodymyr zelensky papa francesco

«Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini — ragiona — . La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così».

papa francesco vladimir putin 2

 

Gianluca Di Feo per “la Repubblica” - Estratti

 

Vi chiedo in nome di Dio: fermatevi! ». È stato il primo papa a non avere vissuto il Secondo Conflitto Mondiale e il primo a fronteggiare il ritorno della guerra totale in Europa, a cui dopo il 7 ottobre 2023 si è aggiunto il vortice di violenza che ha travolto il Medio Oriente: un incubo che ha angosciato Francesco sino all’ultimo dei suoi giorni.

 

Ma il tema degli scontri armati è stato presente nel suo pontificato sin dall’inizio, con la consapevolezza che soltanto una mediazione basata sulla comprensione reciproca può riportare la pace. Persino la definizione di «Terza Guerra Mondiale a pezzetti », diventata popolare dopo l’invasione dell’Ucraina, è stata coniata da Bergoglio diversi anni fa davanti al dilagare di altri conflitti in Asia e in Africa: il testo della benedizione “Urbi et Orbi” impartita domenica scorsa li ha elencati tutti.

 

Putin e Papa Francesco a novembre

E nella rappresentazione dei “pezzetti” c’è la chiave della sua visione: bisogna operare per prevenire l’uso delle armi e impedire che i focolai si trasformino in un rogo planetario.

 

E per farlo è necessario prendere atto della complessità dei problemi: «È un errore pensare che la guerra sia un film di cow boy con buoni e cattivi. Considero la persistenza dei conflitti il fallimento della politica».

 

Una posizione articolata, che è stata l’origine di equivoci e tensioni, soprattutto quando nel 2023 ha affidato al cardinale Matteo Zuppi un tentativo concreto di mediazione tra Mosca e Kiev per raggiungere «una pace giusta». Il governo ucraino ha spesso contestato il Papa e il più stretto consigliere di Zelensky, Mikhail Podolyak, lo ha accusato di essere «filorusso».

 

Matteo Maria Zuppi Foto Mezzelani GMT - 3

Francesco ha spiegato la sua linea riferendo il discorso di «un capo di Stato saggio e di poche parole» che alla fine del 2021 l’aveva messo in guardia: «Stanno abbaiando alla porta della Russia e non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi. La situazione potrebbe portare alla guerra».

 

Non era un modo per giustificare l’aggressione di Mosca: «Qualcuno può dirmi: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sono soltanto contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli».

 

papa francesco volodymyr zelensky 2

Le stragi jihadiste del 7 ottobre 2023 e la distruzione provocata dai bombardamenti israeliani a Gaza sono stati per il pontefice un tormento forse superiore agli orrori ucraini.

 

Quasi tutti i giorni telefonava a padre Gabriel Romanelli, rimasto nella Striscia: «Le vittime civili non sono danni collaterali: anche quando si tratta di esercitare il diritto alla legittima difesa, è indispensabile attenersi a un uso proporzionato della forza». Parole che hanno provocato molte critiche in Israele, arrivate al massimo livello nello scorso novembre dopo l’anticipazione del libro sul Giubileo:

 

«A detta di alcuni esperti - ha scritto Francesco -, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali». Durissima la replica dell’ambasciata israeliana: «La nostra è autodifesa di fronte al massacro genocida del 7 ottobre.Chiamarla con altro nome significa isolare lo Stato ebraico».

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