
PARANORMAL AI-CTIVITY: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE “RESUSCITA” I MORTI! – I “DEATHBOT”, GLI AVATAR CREATI CON L’IA DI PERSONE DEFUNTE, SONO IN GRANDISSIMA ESPANSIONE – IN CINA, IL MERCATO DELLA RISURREZIONE DIGITALE VALEVA CIRCA 1,3 MILIARDI DI EURO NEL 2022, CON PREVISIONI DI QUADRUPLICARE ENTRO IL 2025 – LE COPIE VIRTUALI DELLE PERSONE MORTE POSSONO ESSERE UN MODO PER ELABORARE IL LUTTO, MA GLI ESPERTI METTONO IN GUARDIA: BISOGNA RICORDARE CHE SI STA INTERAGENDO CON UN COMPUTER, E NON CON IL CARO ESTINTO E C’È IL RISCHIO CHE…
Estratto dell’articolo di Caterina Soffici per “la Stampa”
programmi di intelligenza artificiale che creano avatar virtuali di persone morte. 3
[…]. Oggi per i bambini la morte è virtuale, i cadaveri li vedono nei videogiochi, ma il nonno è meglio di no, che si spaventano poverini. Il reale si è liquefatto nel verosimile e l'Ai, la fatidica intelligenza artificiale, mette le mani anche sulla morte e sul lutto.
Così diventa un tema di dibattito (ne parla il Guardian, in un lungo e dettagliato servizio) se usare gli ologrammi di persone scomparse creati grazie all'Ai sia giusto o meno. […] Il fatto è che in un recente concerto di Rod Stewart a Charlotte, Carolina del Nord, è apparso l'ologramma dell'amico Ozzy Osbourne lo svalvolato cantante dei Black Sabbath morto il mese scorso.
avatar di ozzy osbourne e freddie mercury al concerto di rod stewart
Già nel 1918 Ozzy aveva minacciato (o promesso, dipende dai punti di vista) che non avrebbe lasciato le scene neppure da morto. «D'altronde sono il principe delle Tenebre, vi perseguiterò!», aveva detto. Lo stesso aveva fatto il chitarrista Frank Zappa. Al concerto di Rod Stewart Ozzy è stato teletrasportato sul palco, insieme a un Pantheon di stelle del rock defunte, come Michael Jackson, Tina Turner e Bob Marley. Tutte immagini generate dall'intelligenza artificiale. I fan si sono divisi: per alcuni «irrispettoso e di cattivo gusto», per altri «un tributo bellissimo».
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[…] Da giugno altri due episodi hanno fatto discutere. Alexis Ohanian, cofondatore di Reddit, ha pubblicato su X un'animazione della sua defunta madre che lo abbraccia quando era bambino, realizzata a partire da una fotografia. Il commento: «Cavolo, non ero pronto per provare questa emozione. Non avevamo una videocamera, quindi non ci sono video di me con mia madre. Ecco come mi abbracciava. L'ho rivisto 50 volte».
Poi c'è stato il caso di un giornalista della Cnn che ha intervistato un ologramma creato dall'Ai di un ragazzo morto in una sparatoria in una scuola in Florida nel 2018. All'epoca Joaquin Oliver aveva 17 anni, nell'intervista il suo avatar ne aveva 25. I genitori hanno detto che «sentire la sua voce è stata una benedizione».
Quindi siamo a questo punto. I morti possono parlare, li possiamo richiamare, li possiamo tenere sempre accanto. […] La confusione è grande e il fenomeno di una "immortalità virtuale" o se preferite di una "resurrezione artificiale" è in espansione. Il Guardian cita cifre inquietanti. In un sondaggio condotto da YouGov nel 2023 il 14% degli intervistati ha dichiarato che troverebbe conforto nell'interagire con una versione digitale di una persona cara defunta.
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Più gli intervistati erano giovani, più erano propensi ad accettare l'idea di un "deathbot", ologramma o avatar che lo vogliate chiamare. In Cina, creare un avatar digitale di una persona cara può costare solo 20 yuan (2,5 euro), per quelli più sofisticati ci vogliono 40 mila yuan (5 mila euro). Nel 2022 il mercato della risurrezione digitale valeva 12 miliardi di yuan (1,3 miliardi di euro) con previsioni di quadruplicare entro il 2025.
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Tra l'altro gli esperti mettono in guardia su vari problemi: l'IA potrebbe creare immagini e personalità distorte del caro estinto (in meglio o in peggio), a seconda del materiale che le viene fornito. Interagire con l'ologramma di un morto non aiuta a elaborare il lutto. Pensi di parlare con un morto ma stai parlando con un computer. Quindi qual è lo scopo? Questo il punto. La tecnologia, checché ne pensino i titani dell'high tech, non riuscirà mai a sconfiggere la morte. Meglio accettarla e lasciarli andare, i nostri cari. […]