jenny angela coello reyes carpanini

SI FA PRESTO A DIRE “E’ TORNATO IL DELITTO D’ONORE” - PARLA IL GIUDICE SILVIA CARPANINI CHE HA RIDOTTO LA CONDANNA DA 30 A 16 ANNI ALL’UOMO CHE HA UCCISO LA MOGLIE CON UNA COLTELLATA PERCHE’ “AGÌ IN PREDA ALLA DELUSIONE”: “L'IMPUTATO AVEVA LASCIATO QUELLA DONNA, ERA TORNATO IN SUDAMERICA ESASPERATO DAL FATTO CHE LEI AVESSE UNA VITA EXTRACONIUGALE, DICIAMO, INTENSA, PER LUI UMILIANTE…LEI LO HA SUPPLICATO DI RIPROVARCI, GLI HA PAGATO IL BIGLIETTO DELL'AEREO, HANNO CENATO E BEVUTO INSIEME. E POI È STATO CHIARO CHE...

1 - IL MAGISTRATO SILVIA CARPANINI: "ANCHE UN ASSASSINO PUÒ FAR COMPASSIONE QUELLA DONNA LO AVEVA PIÙ VOLTE UMILIATO"

M. Ind. per “la Stampa”

 

«Ci sono omicidi e omicidi, anche un killer può in qualche modo fare pena. E pure a mio marito, che a volte mi chiede come sono possibili certe sentenze, spiego che le regole del diritto sono una cosa, le emozioni dell' opinione pubblica un' altra». Silvia Carpanini è il giudice del caso di Genova e accetta di spiegare il verdetto, seduta nel suo ufficio in tribunale.

 

Lei definisce «non incomprensibile» il comportamento di un uomo che ha ucciso una donna a coltellate. Non è inaccettabile come attenuante?

SILVIA CARPANINI

«Tutti commentano le sentenze e ne hanno la facoltà, in pochi conoscono sul serio i processi nei dettagli. Ribadisco: ci sono delitti che sono "meglio", altri che sono "peggio"».

 

E questo era «meglio»?

«L'imputato aveva già lasciato quella donna, era tornato in Sudamerica esasperato dal fatto che lei avesse una vita extraconiugale, diciamo, intensa, per lui umiliante. La ex lo ha supplicato di riprovarci, gli ha pagato il biglietto dell' aereo, hanno cenato e bevuto insieme poco dopo essersi riabbracciati. E poi è stato chiaro che, persino la notte precedente, l' amante aveva dormito con lei, proprio nella casa dove il marito stava rientrando, sebbene in precedenza gli avesse fornito tutt' altro tipo di rassicurazione».

 

È sufficiente per giustificare un massacro?

«No, tant'è che Javier Gamboa ha preso sedici anni, e mi pare che proprio nella sentenza sia rimarcata più volte la gravità del suo gesto. Semmai, quel che ha patito è sufficiente per compensare le aggravanti».

 

Contro il pronunciamento c'è una levata di scudi trasversale: Matteo Salvini, Mara Carfagna, la sinistra.

«Con tutto il rispetto per il lavoro dei giornalisti, tendo a non leggere i commenti alle sentenze, in particolare alle mie».

 

Come si fa a spiegare una scelta del genere a chi non è un giurista?

ANGELA COELLO REYES

«Sarebbe bello se nessuna delle parti coinvolte in un processo avesse mai contraccolpi psicologici, ma può capitare e chi sceglie di fare il giudice lo mette in conto, sa che arriveranno momenti controversi. È il nostro lavoro: l' indignazione delle vittime è comprensibile, un po' meno l' enfasi strumentale degli avvocati, che lavorano ai fianchi sollevando certi polveroni. E ripeto: anche un assassino può fare pena».

 

Il killer quindi le faceva pena?

«Ha vagato per un paio di notti, si è lasciato catturare: per certi aspetti sì, faceva pena. Non ha premeditato per giorni il suo raid, non ha infierito con trenta coltellate come mi è capitato di vedere in altre occasioni molto più truculente».

 

Prima Bologna con l'attenuante della «tempesta emotiva», oggi Genova. Si re-interpretano in chiave più garantista i femminicidi?

«Ma figuriamoci. A parte che, giuro, non conosco il caso di Bologna, ricordiamoci che è doveroso per un magistrato valutare ogni dettaglio a monte d' un crimine. La legge prevede massimi e minimi di pena, altrimenti per un omicidio faremmo sentenze fotocopia: ergastolo o trent' anni, a prescindere dalla storia. Sarebbe più giusto?» .

 

jenny angela coello reyes e il marito

Quest'uomo ha straziato per gelosia una donna disarmata.

«Sì, ma insisto sul fatto che non tutti i casi sono identici: se un automobilista investe una famiglia sulle strisce, in pieno giorno, ubriaco, ha la stessa responsabilità di quello che guidava sobrio, di notte, in una strada senza illuminazione? E guardate che la mia è stata una decisione condivisa».

 

Cioè?

«Mi sono confrontata con il capo dell' ufficio (Franca Borzone, ndr ) e abbiamo convenuto in pieno sull'impostazione e la compensazione attenuanti/aggravanti».

 

Le era già capitato di finire nel mirino di media e politica?

(Carpanini nel 2012 scontò la condanna a un giornalista accusato di violenza sessuale poiché la vittima, sua ex, lo aveva cercato «in piena notte andando a casa sua») . «Io ricordo solo due casi: l' assoluzione di alcuni 'ndranghetisti, e lì era una sottile questione teorica. E l' assoluzione dell' allora capo della polizia Gianni De Gennaro per i depistaggi sul caso Diaz e il G8. Lo ha manlevato pure la Cassazione. E comunque ogni processo ha una storia a sé».

 

2 - «HO APPLICATO LE NORME NULLA GIUSTIFICA UN DELITTO MA C' È OMICIDIO E OMICIDIO»

Giusi Fasano per “il Corriere della Sera”

 

jenny angela coello reyes 3

«Ho preso una decisione ponderata e l' ho motivata con una sentenza. Si tratta del libero convincimento di un giudice, non c' è niente di cui discutere e men che meno c' è da polemizzare. Ciascuno è libero di dire quel che ritiene, ovviamente, ma di certo io in questa polemica non ci voglio entrare». È sera e la voce di Silvia Carpanini arriva dalla sua casa di Genova, la città dove lavora come presidente aggiunto della sezione Gip.

 

Le motivazioni della sua sentenza stanno sollevando un polverone, lo sa vero?

«Guardi, non intendo giustificare quello che ho scritto. Basta leggere per capire che siamo dentro i confini del diritto, e per me è questo che conta. Del resto esistono strumenti precisi per esprimere contrarietà a una sentenza: se il pubblico ministero non è d' accordo può impugnarla».

 

Il ministro Salvini si è detto «senza parole» e dice che «chi ammazza così deve marcire in galera».

«Con tutto il rispetto, Salvini può pensarla come meglio crede. È evidente che io la penso diversamente. La gente è libera di criticare, fare, anche ritenere discutibile la mia decisione, per carità. Ma vale sempre e per tutti il fatto che bisognerebbe conoscere bene i casi prima di criticare...».

 

Lei ha concesso le attenuanti generiche all' assassino perché la sua è stata una «reazione al comportamento della donna» che lo avrebbe «illuso e disilluso».

jenny angela coello reyes 5

«Scusi. Questo signore se n' era andato volontariamente in Ecuador proprio per lasciare spazio alle scelte della moglie. Lei lo fa tornare promettendogli un futuro e lui scopre invece che praticamente c' era l' amante in casa. Tutto nel giro di poche ore. Era un caso in cui non erano mai state contestate né la premeditazione né i futili motivi. Niente può giustificare un omicidio, è chiaro. Ma c' è omicidio e omicidio, c' è dolo e dolo».

 

Qui di che dolo parliamo?

«Ho ritenuto che si trattasse di dolo d' impeto e ritengo di aver motivato nel dettaglio la mia decisione. Punto. Sto già andando oltre: non è una difesa della mia scelta perché non c' è nulla da difendere. E poi dov' è scritto?».

 

Cosa?

«Non è scritto da nessuna parte che le attenuanti generiche non si debbano dare per i casi di omicidio. Devono essere date in relazione alle circostanze del reato e io ho semplicemente applicato norme che il codice prevede e l' ho fatto in modo argomentato.

Non tutti gli omicidi prendono 30 anni di pena».

 

Le attenuanti facevano la differenza per determinare la pena, però.

«È vero. E infatti sono state al centro della discussione».

 

jenny angela coello reyes e il marito

Quando ha depositato la sentenza?

«Prima di Natale. Stamattina (ieri, ndr ) quando mi hanno chiesto di quel caso e mi hanno detto che se ne discuteva sono cascata dalla luna».

 

Dopo Bologna e l' ormai famosa «tempesta emotiva» una sentenza come la sua non passa inosservata. Lei ha letto del caso bolognese?

«Solo qualche titolo e non intendo commentare».

 

Si è parlato allora e si parla adesso di ritorno al delitto d' onore.

«Non c' entra assolutamente niente. Comunque: tutta questa polemica non mi sconvolge, non è la prima e non sarà l' ultima. Quel che per me è certo è che un processo non debba essere esemplare».

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...