chaouqui

PAROLA ALLA “PAPESSA” - ESCE IL LIBRO DI FRANCESCA CHAOUQUI, “NEL NOME DI PIETRO” - LA SUA VERITÀ DALLE DIMISSIONI DI RATZINGER AL PONTIFICATO BERGOGLIO, DALLE SPIE SPAGNOLE AI FESTINI IN GARAGE PASSANDO PER IL LAVORO ALLA COMMISSIONE “COSEA” FINO ALLO SCANDALO VATILEAKS

FRANCESCA CHAOUQUI - NEL NOME DI PIETROFRANCESCA CHAOUQUI - NEL NOME DI PIETRO

Marco Ansaldo per “la Repubblica”

 

La prima immagine forte arriva quasi subito. Un Papa insolito, visto da vicino. Perché dietro la fotografia umile e gentile scattata solitamente dai media, Jorge Bergoglio rivela anche qualcos' altro. «Forza. Una forza dirompente che viene da dentro, e che può trasformarsi in durezza. E un' intelligenza tagliente dietro lo sguardo benevolo. Con quest'uomo non c' è da scherzare, penso». Non è un sognatore o un utopista l' argentino che si presenta al mondo. Ma un guerriero.

 

CHAOUQUI COL FIGLIO NEONATO IN TRIBUNALECHAOUQUI COL FIGLIO NEONATO IN TRIBUNALE

Parte spedito il libro di Francesca Immacolata Chaouqui (Nel nome di Pietro, in uscita il 7 febbraio presso Sperling & Kupfer, p. 288), l' unica donna, la più giovane componente, la sola italiana della Cosea. Cioè la Pontificia commissione di studio e indirizzo, incaricata dal nuovo Pontefice di riorganizzare la struttura economica della Santa Sede. Organismo che si trova in breve al centro di scandali e tensioni. E dalle cui divulgazioni di notizie interne nascono lo scandalo Vatileaks2 e il mega processo in Vaticano.

 

Dura soli dieci mesi la controversa Cosea, e Bergoglio decide infine di sopprimerla. C' è qualche esagerazione forse quando l' autrice afferma che «poco dopo essere salito al soglio pontificio, Papa Francesco riceve un documento riservato: sono i bilanci degli enti economici della Santa Sede. È allora che capisce il vero motivo delle clamorose dimissioni del suo predecessore, Benedetto XVI».

 

CHAOUQUICHAOUQUI

Dietro la dolorosa rinuncia di Joseph Ratzinger al pontificato, questione ancora non sufficientemente indagata, c'è qualcosa di probabilmente più grande e complesso, cui hanno contribuito svariati fattori. Ma non c'è dubbio che la finanza vaticana sia materia incandescente, e il suo dissesto uno dei problemi maggiori incontrati da Bergoglio al suo arrivo.

 

Le pagine si rivelano così piene di retroscena, raccontati con piglio avvincente e una sapiente mano di editing. Ma i dettagli sono innegabili. Troppi i litigi, le diffidenze, gli interessi opachi, colti fra gli 8 commissari internazionali che si guardano con sospetto, spedendosi mail di fuoco, qui puntualmente riportate, e appena attutite dalla vischiosità delle parole e dai toni felpati in uso nella Casa.

 

CHAOUQUI 2CHAOUQUI 2

Cos' hanno in mente, davvero, il maltese Joseph Zahra che finisce per favorire il connazionale segretario personale del Papa, la "sfinge" George Yeo ex ministro degli Esteri di Singapore, e l' abile francese Jean-Baptiste de Franssu destinato a diventare presidente dello Ior? Si evincono gli intenti nascosti. Ma emerge, soprattutto, la durezza del Vaticano.

 

Quel volto quasi mai conosciuto dai fedeli. Dice a un certo punto Riccardo Gotti Tedeschi, figlio di Ettore, ex numero uno dell' Istituto per le opere di religione, all' amica Francesca: «Penso che hai solo trent' anni e sei una donna. Quanto puoi resistere là dentro prima che ti facciano fuori? Un mese? Due?». Ci sono i colloqui freddi con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e un suo commento rivelatore: forse siete troppo esterni.

CHAOUQUI 1CHAOUQUI 1

 

Poi lo spettro si allarga agli scandali. Buoni benzina oltre ogni limite, tabacco e sigarette acquistati a iosa a nome di prelati, l' Obolo di San Pietro dove finiscono in parte le elemosine dei bravi fedeli descritto come «un enorme buco nero» nelle uscite, rileva la ex commissaria. E il volto peggiore della Curia si palesa sulla sua scrivania: dossier anonimi con orge di alcol e cibo, gli indirizzi dei garage usati per gli appuntamenti segreti, i pied- à- terre disseminati a Roma e usati dai religiosi per incontri clandestini.

 

Documenti che arrivano alla Commissione o per fare pulizia o per vendetta. E, naturalmente, lo scontro tra Chaouqui e monsignor Lucio Vallejo Balda, il segretario della Cosea che l' ha proposta in commissione, ma che finisce per assumere toni moralizzatori giudicati eccessivi, e porta addirittura spie spagnole fra le Mura, come si legge nelle carte pubblicate in appendice.

 

chaouquichaouqui

Francesca Chaouqui ha forse scritto meno di quello che conosce. Il nome di Pietro, come battezzerà il figlio nato dopo la sua condanna a dieci mesi (pena però sospesa), sembra un prologo, benché zeppo di interpretazioni. Resta tanto da scoprire, ancora, sui segreti immensi del Vaticano.

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...