PER L’OMICIDIO DI SILVIA GOBBATO, INDAGATO IL FIGLIO DELL’EX CANDIDATO SINDACO DI UDINE ORTIS - E SPUNTA LA TAGLIA DI 100 MILA EURO SUL KILLER

Paolo Berizzi per "La Repubblica"

Cammina a passo svelto tra due carabinieri, giubbotto e cappellino nero, gli occhiali scuri. Una cartelletta di pelle a coprire il viso. Giorgio Ortis ripercorre la stradina sterrata dell'Ippovia del Cormor: dalla panchina dove dice di avere aspettato (invano) Silvia dopo averla superata durante la corsa, fino al punto dove la ragazza è stata massacrata a coltellate martedì, in pieno giorno, e poi trascinata in un viottolo.

Il ragazzo si ferma, indica, spiega: gli inquirenti ascoltano e annotano. Per il momento è lui, Ortis, l'unico indagato per l'omicidio di Silvia Gobbato, la praticante legale con cui lavorava nello studio del padre Gianni e con cui usciva da quasi un anno.

L'iscrizione di Ortis nel registro degli indagati sarà anche un «atto dovuto». Ed è vero - come dice il procuratore capo Antonio Biancardi - che, «in assenza di indizi tali che portino a incriminare», bisogna «stare attenti a puntare il dito contro qualcuno». Ma nel giallo di Udine, con indagini «più che mai in alto mare» (sempre Biancardi), l'unico dato certo è questo: in attesa di capire come siano andate le cose e chi e perché abbia falciato Silvia con 12 fendenti (di cui almeno 4 mortali), una parte delle attenzioni degli inquirenti, è inevitabile, ruota intorno al figlio di Gianni Ortis (noto avvocato udinese già candidato sindaco).

Giorgio martedì era con Silvia, aveva una relazione con lei ed è stato l'ultimo ad avere visto la vittima prima che l'assassino entrasse in azione. Tre elementi che, quasi in automatico, lo collocano per ora, mancando piste concrete che orientino le indagini, comunque al centro della vicenda. L'avviso di garanzia - spiegano fonti inquirenti - ha permesso di svolgere quegli accertamenti irripetibili necessari a sgombrare il campo da ogni dubbio: anche a tutela dell'indagato.

Sono stati esaminati i vestiti, le scarpe, anche l'automobile di Ortis. Che, al momento, risulterebbe "pulito", e dunque estraneo all'omicidio. «Non c'entro niente - è il ragionamento del ragazzo, anche lui praticante legale, condiviso con chi gli ha parlato nelle ultime ore - Se questo atto dovuto della procura può servire ad accelerare le indagini e a scoprire chi ha ucciso Silvia, ben venga».

Un abbraccio protettivo arriva dal padre Gianni: «Nel dolore immenso che prova per questa vicenda sconvolgente, Giorgio sta collaborando nelle indagini, ha detto tutto e fatto tutto quello che poteva per aiutare gli inquirenti - spiega - Oltre ad avere visto il cadavere di Silvia, oltre al senso di colpa per avere "allungato" la corsa e dunque non essere riuscito a proteggerla, adesso si trova anche con un'iscrizione nel registro degli indagati per un reato che è orribile».

Da Milano, l'imprenditore Mirko Rosa, titolare di un compro oro, ha offerto 100mila euro per la cattura dell'assassino. È lo stesso che ne aveva messi a disposizione 50mila per il delitto della gioielliera di Saronno. Ieri mattina, dopo il sopralluogo sul luogo del delitto coi carabinieri guidati dal capitano Fabio Pasquariello, Giorgio Ortis ha incontrato il suo legale, Rosi Toffano. «È molto provato, alterna momenti di commozione a momenti di lucidità durante i quali - spiega il difensore - prova come tutti noi a inquadrare una vicenda incredibile, sconvolgente».

Delitto passionale? È l'ipotesi più accreditata. Ma chi covava un rancore così forte da aggredire Silvia mentre faceva jogging - approfittando del fatto che a un certo
punto stava correndo da sola - e ucciderla così brutalmente? Scavando nella vita della praticante legale originaria di San Michele al Tagliamento, non sono emerse finora zone d'ombra, vicende o relazioni in grado di insospettire gli investigatori coordinati dal pm Marco Panzeri.

Né - ha precisato la Procura - Silvia aveva mai subìto minacce o episodi di stalking. Sono già decine le persone - familiari, parenti, amici, colleghi ed ex colleghi - sentiti in caserma dai carabinieri. Interrogato anche l'ex fidanzato della vittima, Michele De Maglio, insegnante di educazione fisica e giocatore di basket (al momento dell'omicidio, inquadrato tra le 13 e le 13.48 era in palestra). Una lunga storia la loro (erano stati insieme 8 anni) conclusa dal ragazzo un anno fa.

Quando finisce la storia tra Silvia e Michele, finisce anche quella tra Giorgio Ortis e la sua ex fidanzata. Silvia e Giorgio si conoscono in studio e iniziano a frequentarsi anche fuori dal lavoro. «Lei sembrava molto coinvolta in questa nuova storia», racconta un amico della coppia.

Questa mattina inizierà l'autopsia sul cadavere di Silvia Gobbato. L'esame dovrebbe confermare che la ragazza ha cercato di difendersi. «Ci sono molte tracce da verificare », dice il capo della procura. Quelle seguite fin qui non hanno portato a nulla.

 

silvia gobbato silvia gobbato silvia gobbato silvia gobbato ippovia del cormor silvia gobbato ippovia cormor

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM