ospizi piemonte

IL PIEMONTE DIVENTA UN CASO: È LA TERZA REGIONE ITALIANA PER NUMERO DI CONTAGI DOPO LA LOMBARDIA E L'EMILIA - LA CRESCITA CONTINUA DEI NUMERI NELLA REGIONE CHE PRIMA HA SUPERATO E POI DISTACCATO IL VENETO (E C'È CHI CONTESTA LA SUBALTERNITÀ ALLE SCELTE LOMBARDE) - CHE FINE HA FATTO L’IDEA DI SOTTOPORRE AL TAMPONE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI PIEMONTESI?

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

ospizi piemonte

Come la Lombardia, e in questo periodo non si tratta di un complimento. Se esiste un caso Piemonte, passa anche attraverso una latente accusa di subalternità della sua nuova classe dirigente alla regione finora più colpita dall' epidemia, che si manifesta con la replica quasi esatta dei provvedimento presi a Milano, con un giorno di ritardo.

 

L' annuncio anch' esso postdatato della mancata riapertura delle librerie porta acqua al mulino di chi sostiene un sostanziale allineamento alla Lombardia, circostanza storicamente non proprio gradita sotto la Mole e nelle altre province sabaude. Fino a una settimana fa poteva essere al massimo un tema di nicchia per gli studiosi della complicata relazione politico-psicologica tra le due regioni confinanti. Adesso, dati alla mano, sta purtroppo diventando una questione molto più seria.

 

coronavirus 3

A voler cominciare dalle buone notizie, occorre dire che le terapie intensive si stanno svuotando con un passo in linea con il resto d' Italia, alcuni giorni anche più veloce. Ma è l' unica curva che sta prendendo la giusta direzione. La crescita dei contagi, ieri altri 474 casi, +2,8 per cento rispetto al +2 per cento nazionale, con un misterioso aumento del 9,9% in provincia di Cuneo, ha toccato un tasso giornaliero del 6 per cento nella prima settimana di aprile, scendendo al 4 per cento negli ultimi giorni, pur sempre il doppio della Lombardia, che oscilla intorno al 2 per cento. La provincia di Torino, con 8.181 contagiati, è la quarta più colpita dopo Milano, Bergamo e Brescia. Il Piemonte è la terza regione italiana per numero di contagi dopo la Lombardia e l' Emilia-Romagna.

coronavirus 1

 

Se la Lombardia è vicina in senso non solo figurato, il Veneto appare distante come non mai. A parità di confini, a est come a ovest, la regione amministrata da Luca Zaia ha mostrato una autonomia decisionale che sembra dare buoni frutti. Di fronte a una sostanziale parità di abitanti, il Piemonte conta 1.826 decessi, quasi mille in più rispetto al Veneto (882), 12.765 casi di positività, duemila in più del Veneto (10.766), e supera anche l' Emilia-Romagna nel numero di persone ricoverate in terapia intensiva, 379 contro 332, mentre il Veneto si ferma quota 245. Nelle case di riposo si contano poi quasi cinquecento morti e almeno cinque inchieste delle procure di quasi ogni provincia che indagano per epidemia colposa.

 

vaccino coronavirus

Alla fine di marzo Cirio si era detto possibilista sull' idea di seguire l' esempio veneto in tema mappatura del contagio, riconoscendo la necessità di sottoporre al tampone il maggior numero possibile di piemontesi. L' uscita è rimasta nel cassetto dei buoni propositi, pur «nel rispetto delle indicazioni dell' Organizzazione mondiale della sanità» , come ripete sempre l' assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi. In Piemonte sono stati effettuati solo 69.170 tamponi, contro i 211.092 della Lombardia, i 203.077 del Veneto e i 99.047 dell' Emilia-Romagna.

 

ALBERTO CIRIO

Seppure con la dovuta avvertenza che si sta parlando di un evento eccezionale e impossibile da prevedere, per il mondo intero e non solo per il Piemonte, i numeri dicono che qualcosa non sta funzionando. Alle obiezioni sullo scarso numero di tamponi effettuati finora, Cirio replica dicendo di avere trovato al suo arrivo nel maggio del 2019 solo due laboratori attivi, mentre adesso li ha portati a 17. L' attuale presidente insiste spesso sulle presunte colpe dei suoi predecessori. «Sto combattendo una guerra con l' esercito che ho trovato, che aveva gravi carenze organizzative». Il suo assessore alla Sanità porta avanti la teoria «gli altri stanno peggio di noi».

 

Nel rispondere a un duro documento dell' Ordine dei medici, il Comitato di crisi evoca «attacchi alle spalle», mentre il capogruppo della Lega Alberto Preioni attribuisce il mancato contenimento dell' epidemia ai medici di famiglia, che a suo parere non andavano a trovare i malati.

Come minimo, in Piemonte esiste anche un serio problema di comunicazione istituzionale.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?