roma desiree grandine degrado

EMERGENZA CAPITALE – PIGI BATTISTA: “NON C’È SPERANZA. ANCHE LE PERSONE PIÙ OTTIMISTE SONO COSTRETTE AD ARRENDERSI ALL’EVIDENZA: ROMA È FUORI CONTROLLO, UNA CITTÀ SBANDATA, SENZA TESTA – SENZA SICUREZZA, SENZA PULIZIA, SENZA DECORO, SENZA TRASPORTI DECENTI, SENZA UN MARCIAPIEDE CHE NON SIA DISSESTATO, SENZA UN PARCO BEN TENUTO, SENZA UNO SPORTELLO CHE FUNZIONI”

Pierluigi Battista per il “Corriere della Sera”

 

maltempo roma 11

A Roma, capitale d' Italia, in poche ore sono accadute le seguenti cose. Una ragazza a San Lorenzo, in un quartiere che fu di solida tradizione popolare, è stata seviziata, stuprata e uccisa in un edificio abbandonato e ridotto a tugurio, conquistato da bande di delinquenti e spacciatori impuniti, e tutti a Roma, tutti, ma proprio tutti, sapevano che prima o poi qualcosa di spaventoso sarebbe successo in mezzo a quelle macerie di civiltà. Una scala mobile della metropolitana è impazzita, provocando numerosi feriti in una sequenza da incubo.

OMICIDIO DI DESIREE MARIOTTINI - BRIAN MINTEH UNO DEI SENEGALESI ARRESTATI

 

Una voragine si è spalancata in una strada nel cuore del centro storico, improvvisamente, e se qualcuno si fosse trovato lì al momento del crollo, sarebbe stato inghiottito dall' abisso come in un b-movie di marca catastrofista: ma era realtà, nella Roma della disperazione in cui ci tocca vivere.

 

E inoltre: in pochi minuti piazze e strade si sono allagate dopo l' ennesimo nubifragio, con i tombini sporchi e ostruiti, le vie in discesa ridotte a torrenti, le cantine invase dall' acqua. Alcuni alberi si sono schiantati, con i cittadini impauriti dal boato dei tronchi che si abbattevano sulle macchine parcheggiate.

 

la scientifica raccoglie prove in via dei lucani, dove e' stato ritrovato il corpo di desiree

Tutto in poche ore. Ma siamo stati fortunati, noi che abitiamo a Roma. Perché non è successo quello che di solito accade nei giorni pari e in quelli dispari, indifferentemente: nessuna vittima schiacciata dagli alberi in caduta libera; neanche un vagone della linea Roma-Ostia Lido andato in panne con i passeggeri a trascinarsi sui binari, imprecando; nessun cinghiale avvistato nei pressi dei cassonetti ricolmi di rifiuti; gli eserciti di pantegane solitamente spavalde si sono momentaneamente fermati, impantanati nel sistema fognario allagato; neanche un mezzo dell' Atac andato in fiamme; i semafori rimasti tutti insieme miracolosamente sani negli incroci nevralgici della città, circostanza beneaugurante che non si verificava da mesi; neanche un morto provocato dalle buche che devastano le strade di Roma, dall' inizio dell' anno già una trentina di vittime del manto stradale sconquassato, abbandonato a se stesso.

 

voragine che si aperta in strada a Roma 32abc1503

Dunque c' è speranza. No, non c' è speranza. E anche le persone più ottimiste e portate a vedere il lato positivo delle cose oggi sono costrette ad arrendersi all' evidenza: Roma è fuori controllo, una città sbandata, senza testa, come se si fosse spezzato un anello che tiene insieme la catena.

 

Si sconta una pesante eredità, certo, ma mai la maionese è impazzita come adesso, quando tutto affiora caoticamente in superficie, come in una congiura di disgrazie simultanee e tutto, proprio tutto decide di non funzionare, senza sicurezza, senza pulizia, senza decoro, senza trasporti decenti, senza un marciapiede che non sia dissestato, senza un parco ben tenuto, senza uno sportello che funzioni (in quale altra città d' Italia bisogna aspettare una fila di sei mesi per avere una carta d' identità, nell' era della velocità informatica? A Roma accade).

 

roma crolla scala mobile in metro 1

Si sfilacciano relazioni civili, svanisce la residua affidabilità delle istituzioni. Non si vede più un vigile in giro, forse sono impegnati nel faticoso disbrigo degli affari d' ufficio e il messaggio che viene trasmesso da questa plateale assenza è: fate come vi pare, e infatti tutti fanno come gli pare, liberi tutti.

 

Il colore ufficiale della città non è più il giallo e il rosso della tradizione capitolina ma l' arancione delle reti di plastica che delimitano le aree dei grandi e piccoli cantieri che non chiudono mai: oramai, per ridere con la disperazione nel cuore (noi romani siamo bravi in questo, per questo un Gran Lombardo come Carlo Emilio Gadda ci ammirava) ci si diverte a fare i selfie davanti ai cartelli dei cantieri che indicano la (finta) data di fine-lavori, mesi e mesi di ritardo. La colonna sonora della città è quella delle sirene spiegate delle volanti di polizia all' inseguimento di qualche malvivente.

 

la morte di desiree mariottini via dei lucani

Se provate a mettervi in marcia sin dall' alba sulla Flaminia, la Cassia, la Pontina, la Salaria, l' Aurelia per entrare in città sarete colti dallo sgomento di un ingorgo interminabile, ci vorrebbe lo sguardo caustico di Risi o Monicelli per raccontarlo: forse le autorità comunali, regionali, statali, ferroviarie hanno ben altro a cui pensare che non a decenti treni per il trasporto dei pendolari.

 

Per orientarsi nei sensi di marcia surreali e impazziti sin dall' era Marino bisognerebbe chiedere agli sceneggiatori di «Helzapoppin» per trovare un significato. Poi ci sono dei buchi della città, aree stupende lasciate a marcire, gli ex Mercati Generali, la ex Fiera di Roma, il glorioso Stadio Flaminio ridotto a discarica, un relitto dell' archistar Calatrava a far da guardia ai detriti del mai realizzato polo sportivo di Tor Vergata.

degrado a roma bus in fiamme

 

Le immense periferie anonime, un mare di sofferenza, non c' è bisogno di descrivere ulteriormente l' inferno. Le poche opere riuscite in questi ultimi anni, dall' Auditorium alla galleria che congiunge Roma Nord al centro della città al tram numero 8 usato da decine di migliaia di romani, ci dicono che sarebbe bello vivere in una città che funzionasse e dove ci si occupasse della cosa pubblica con un minimo di passione.

 

maltempo roma 12

E invece no, con la disperazione aggiunta di un' opposizione che twitta e basta, giocherelloni senza credibilità che postano immagini dei gabbiani famelici sui cassonetti e non ci dicono mai cosa concretamente e realisticamente farebbero loro, per risolvere il dramma dei rifiuti, con quali risorse, in quali tempi, mettendo l' immondizia dove. Niente.

 

Al massimo, asserragliati nel centro agiato della città dove, lontano dalle periferie politicamente andate altrove, mietono successi elettorali (qui uno spirito goliardico ha proposto di ribattezzare il Pd con Pdztl, il permesso dei residenti nel centro storico) qualche lamento sull' invasione dei turisti maleodoranti mordi (il trancio di pizza rafferma) e fuggi , o sulla mesta fine delle bottegucce «de 'na vorta». Che disperazione, Roma. Cosa può riaccendere la speranza di una città perduta?

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