xi jinping vladimir putin

PUTIN, IL GRANDE SCONFITTO - PIU' CHE IL DUPLEX ZELENSKY-BIDEN, IL RIFIUTO DI XI JINPING DI FORNIRGLI ARMI PER RIVOLTARE LE SORTI DELLA GUERRA IN UCRAINA POTREBBE METTERE LA PAROLA FINA AL SUO POTERE - L’INDUSTRIA BELLICA RUSSA È A PEZZI, PRIVA DI PEZZI DI RICAMBIO E TECNOLOGICAMENTE OBSOLETA – ANCHE I PAESI LIMITROFI ALLA RUSSIA INIZIANO A DUBITARE DELLA GUERRA, COME GLI APPARATI DEL CREMLINO (ESERCITO, POLIZIA, SERVIZI): SE CONTINUA COSÌ, LO ZAR RISCHIA DI NON MANGIARE IL PANETTONE

1 - DAGONOTA

xi jinping vladimir putin a samarcanda

Com’è andato il vertice tra Xi Jinping e Vladimir Putin a Samarcanda? Se si guarda alla forma, bene: i due autocrati hanno dispensato grandi sorrisi, ribadendo la loro “alleanza” per creare un fronte globale anti-occidentale. Ma sulla sostanza, invece, è stato un disastro.

 

“Mad Vlad” sperava che il dittatore comunista finalmente cedesse alle sue pressanti richieste, e invece “niet”! Come scrive Paolo Brera su “Repubblica”, il resoconto finale di Pechino è “il più freddo di sempre”.

 

Il messaggio di Xi a Putin, in buona sostanza, è stato: Caro Vlad, le nostre armi le vedi con il binocolo. Si tratta di un problema non da poco per il capo del Cremlino, alle prese con la disfatta della sua armata “lessa” in Ucraina.

 

vladimir putin xi jinping a samarcanda

L’industria bellica russa è un rottame: negli anni la corruzione degli oligarchi ha drenato ogni risorsa, mancano i pezzi di ricambio e non ha la tecnologia per competere minimamente con i potentissimi mezzi americani. Il risultato si è visto durante la controffensiva ucraina: i soldati di Kiev, armati fino ai denti da Washington, hanno facilmente sbaragliato quelli di Mosca, costretti a scappare a gambe levate.

 

Carro armato russo esplode vicino Mariupol

Putin, insomma, è in enorme difficoltà, e il compagno Xi, nonostante a parole si schieri al suo fianco, non ha intenzione di fornire aiuti militari. E la Russia si deve accontentare di ricorrere alle vecchie ferraglie di Corea del Nord e Iran.

 

Non solo: il summit di Samarcanda è stata l’occasione, per il presidente russo, per prendere consapevolezza che anche il consenso dei paesi limitrofi sta scemando. Perfino nella Bielorussia governata dal fedele vassallo Lukashenko, l’appoggio alla cosiddetta “operazione militare speciale” inizia a essere messo in discussione.

Carro armato russo abbattuto da drone ucraino 3

I paesi ex Urss stanno capendo che le sanzioni mordono ogni giorno sempre di più, e il loro tenore di vita, già non eccelso, si sta ulteriormente abbassando.

 

La situazione per lo Zar del Cremlino è sempre più difficile: come Dago-rivelato, solo gli apparati (esercito, polizia, servizi) possono destituire Putin. Finora lo hanno sempre appoggiato, ma adesso iniziano a dubitare della sua guida. Le persone più vicine a “Mad Vlad”, le poche rimaste, si stanno facendo sempre più domande sull’opportunità di continuare a prendere schiaffi in Ucraina e finire in miseria in casa.

 

Articoli correlati

CALMA, LA GUERRA NON E FINITA - PERCHE GLI AMERICANI SONO COSI CAUTI SULLA CONTROFFENSIVA UCRAINA?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MISSILI RUSSI SULLA DIGA DI KRYVY RIH

2 - XI GELA PUTIN SULLA GUERRA A KIEV "LA CINA VUOLE UN MONDO STABILE"

PAOLO BRERA

Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”

 

Non sono le rose e i fiori che sognava Putin. Da questo nuovo attesissimo incontro tra i due presidenti non traspaiono mani tese da Pechino per i suoi guai con l'Operazione speciale. E non c'è nemmeno una parola sulla «partnership strategica» che il Cremlino auspicava come manna, mentre attraversa la tempesta delle sanzioni. Anzi, il resoconto finale cinese è «il più freddo di sempre », per gli analisti, dopo i colloqui tra Xi Jinping e Putin.

 

carro armato russo con la z sul fianco in ucraina

I presidenti si sono incontrati al summit dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco) che si concluderà stasera a Samarcanda, la monumentale città usbeca lungo l'antica via della Seta. È il vertice dei potenti che non sono nel G7 ma rappresentano metà della popolazione mondiale e un quarto della sua economia, ed è una fetta di mondo che grida all'Occidente di voler fare a meno delle sue regole. Il presidente Xi sostiene che «questo mondo caotico» ha bisogno di ordine, e la Cina è pronta a offrire «stabilità ed energia positiva ». Non è esattamente la moneta che il suo «caro vecchio amico» Putin, come lo saluta sui tappeti rossi del Centro congressi di Samarcanda, sta elargendo dal 24 febbraio.

 

xi jinping vladimir putin a samarcanda

«Caro compagno Xi Jinping, comprendiamo le vostre domande e preoccupazioni», gli risponde Putin ed è evidente che al di là dei saluti affettuosi la sostanza è complessa, con la guerra scatenata da Mosca in Ucraina che fa più eccidi che successi: «Vi rispiegheremo in dettaglio la nostra posizione...».

 

controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 5

[…] Xi è cauto: insieme ai russi «siamo pronti a dare l'esempio di una potenza mondiale responsabile, e a svolgere un ruolo di primo piano su una traiettoria di sviluppo sostenibile». È una chiamata di responsabilità a Mosca, più che un braccio fraterno sulle spalle.

 

Xi incassa anche il «pieno sostegno» di Putin su Taiwan: «Condanniamo le provocazioni Usa nello Stretto», dice il presidente russo ringraziando invece Xi per la «posizione equilibrata che apprezziamo molto» sulla guerra in Ucraina, per la quale Pechino contesta le sanzioni internazionali contro Mosca.

 

erdogan con putin lukashenko e altri sinceri democratici al tavolo a samarcanda

Cina e Russia si ripromettono «forte sostegno su questioni che riguardano i reciproci interessi fondamentali », e mirano «ad approfondire la cooperazione nel commercio, agricoltura e connettività ». Quanto alla guerra in Ucraina, però, la Cina si è sempre guardata bene dal lasciarsi trascinare nel conflitto con un sostegno concreto. […]

guerra in ucraina xi jinping vladimir putin a samarcandacarri armati polacchi in ucraina controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 2controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 6controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 7putin xi jinpingxi jinping vladimir putin a samarcanda 3carri armati russi. 1 controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 1carri armati russi controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 3xi jinping vladimir putin a samarcanda 4xi jinping vladimir putin a samarcanda 5LA CONTROFFENSIVA UCRAINA A KHARKIV xi jinping vladimir putin a samarcanda 5

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)