sabrina quaresima

"SONO STATA PROCESSATA SENZA APPELLO DA UN TRIBUNALE MEDIATICO SENZA MORALE NÉ SCRUPOLI” - LA PRESIDE DEL LICEO MONTALE DI ROMA SABRINA QUARESIMA, SOSPETTATA DI AVER AVUTO UNA RELAZIONE CON UNO STUDENTE 19ENNE, SCAGIONATA DALL’ISPEZIONE DEL MINISTERO: “NON POSSO RIMPROVERARMI NULLA, MA OGGI SAREI PIÙ CAUTA” – E LE PRESUNTE CHAT BOLLENTI TRA I DUE, CHE NON RISULTANO AGLI ATTI DELLE INDAGINI DEGLI ISPETTORI, CHI LE HA DIFFUSE? SONO STATE MANIPOLATE? E PERCHE’? ERA UN COMPLOTTINO STUDIATO AD ARTE?

Valentina Santarpia per corriere.it

 

SABRINA QUARESIMA 5

Si chiude senza provvedimenti l'ispezione ministeriale a carico della preside del liceo Montale di Roma, Sabrina Quaresima, 49 anni, sospettata di aver avuto una relazione con A.S., uno studente di 19 anni in procinto di sostenere l'esame di maturità.

 

L'approfondimento dell'ispettrice dell'ufficio scolastico regionale del Lazio, che nei giorni scorsi ha ascoltato tutti i protagonisti della vicenda, si è concluso infatti con la scelta di non sottoporre la dirigente ad alcun procedimento o provvedimento: non sono stati ravvisati elementi che possano configurare la sua condotta come una violazione del codice disciplinare.

 

Una notizia che Quaresima accoglie «con immensa gioia»: «È la fine di un'angoscia mai provata - spiega -. Sono stata processata senza appello da un tribunale mediatico senza morale né scrupoli», fa sapere attraverso i suoi legali.

 

SABRINA QUARESIMA 5

Massimo riserbo dell'ufficio scolastico sulle relazioni elaborate dopo i colloqui con i diversi protagonisti, a partire da quello con l'ex vicepreside, Luigi Botticelli, con cui la preside aveva un rapporto conflittuale. E che lei stessa aveva rimosso dall'incarico di fiducia. La preside aveva avuto un colloquio di oltre dieci ore con l'ispettrice per chiarire la vicenda che l'aveva coinvolta, provando ad approfondire tutti i particolari che avevano fatto circolare le voci di una relazione sentimentale tra lei e il ragazzo. La conclusione però è chiarissima e la libera da qualsiasi coinvolgimento: la preside non sarà sottoposta ad alcuna sanzione, il suo comportamento non è stato ritenuto scorretto o lesivo dell'immagine dell'istituzione scolastica che dirige.

 

L'ispezione era partita, come spiega lo stesso ufficio scolastico, «a tutela di tutta la comunità scolastica e per verificare le segnalazioni alle quali la stampa nazionale ha dato ampio risalto». La notizia era infatti rimbalzata dai muri del liceo, dove erano comparse alcune scritte, alle prime pagine dei giornali.

SABRINA QUARESIMA 5

 

E a un certo punto a inquinare la scena erano apparse le presunte chat tra la dirigente e il suo studente, che avrebbero dimostrato un legame molto più stretto di quello immaginabile e consentito. Nonostante il Garante della privacy fosse intervenuto per bloccare la pubblicazione di contenuti scabrosi, e non verificati, la preside è stata sottoposta per giorni a quella che lei stessa ha definito una «gogna mediatica». «Con il ragazzo ho avuto solo un rapporto di collaborazione - ha spiegato -. Non posso rimproverarmi nulla, ma oggi sarei più cauta», ha ammesso, raccontando i giorni difficili a scuola.

 

Sabrina Quaresima

Fino alla completa «assoluzione» di ieri, quando il direttore dell'ufficio scolastico, Rocco Pinneri, ha pubblicato una stringatissima nota sul sito per dichiarare le conclusioni dell'accertamento. Senza entrare appunto nel dettaglio: i colloqui sono stati riservatissimi e la linea del ministero dell'Istruzione è che rimangano tali. Ma è evidente che le indagini condotte non hanno portato in questa sede alla scoperta di «prove» che avrebbero potuto in qualche modo colpevolizzare la dirigente.

sabrina quaresima

 

«La giustizia ha trionfato», è scritto sulla pagina «Sosteniamo Sabrina Quaresima», realizzata dalla sorella della dirigente su Facebook. «Basta mettere il mostro in prima pagina - commenta il responsabile dell'associazione presidi del Lazio, Mario Rusconi -. Se la vicenda non ha le basi lette sui giornali, non doveva essere messa in risalto». Chiusa l'ispezione, ci saranno probabilmente strascichi giudiziari. I legali della preside hanno annunciato nei giorni scorsi denunce per chi l'ha messa in cattiva luce. Il caso ha comunque sollevato il tema dell'utilizzo delle chat di WhatsApp, uno strumento diventato di uso quotidiano anche nell'ambito scolastico. Secondo Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, bisognerebbe non abolirle ma regolamentarle, sulla base di un codice di autodisciplina redatto dalle scuole.

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