sandrine cona migranti

QUELL’INFERNO DI CONETTA – LA MORTE DELLA GIOVANE HA MESSO IN MOSTRA LE CONDIZIONI DEGLI IMMIGRATI. MA ANCHE DELLA PROPORZIONE TRA 200 RESIDENTI E 1500 PROFUGHI – “A CONA NESSUNO VIENE TRATTATO COME UNA BESTIA E TUTTI HANNO UNA SISTEMAZIONE DIGNITOSA”, DICE IL PRESIDENTE DELLA COOP, SOTTO INDAGINE PER TRUFFA E FALSO – IN UN VIDEO, PERO’, UNA FUNZIONARIA URLA “SIETE DEI MACACHI"

 

 

Alessandro Gonzato per Libero Quotidiano

 

sandrine  bakayokosandrine bakayoko

La morte di Sandrine Bakayoko, 25 anni, richiedente asilo proveniente dalla Costa d' Avorio, ha scatenato il putiferio nel centro d' accoglienza di Conetta, frazione di nemmeno 200 abitanti di Cona, nell' aperta campagna veneziana. La ragazza si era sentita male lunedì mattina mentre faceva la doccia ed era crollata a terra. Era stato il marito, Mohamed Syla, trent' anni, il primo ad avvertire i responsabili della struttura.

 

Gli ospiti del centro, un' ex base militare, sono insorti perché, a detta loro, i soccorritori sarebbero arrivati soltanto parecchie ore dopo la telefonata al 118, accusa che però i soccorsi hanno subito respinto. La richiesta di intervento - sostiene l' azienda sanitaria in una nota - sarebbe arrivata alla centrale operativa alle 12.48 e l' ambulanza sarebbe intervenuta in una decina di minuti. Insomma, non ci sarebbe stata alcuna negligenza.

 

La giovane africana è deceduta durante il trasporto all' ospedale padovano di Piove di Sacco. La notizia della morte ha fatto velocemente il giro del centro. Parte dei 1.400 immigrati presenti nella struttura - sette volte gli abitanti della piccola frazione veneziana e la metà dei residenti dell' intero comune - hanno bloccato le uscite e hanno trattenuto all' interno venticinque operatori, usciti soltanto a notte inoltrata dopo l' intervento delle forze dell' ordine.

sandrine   bakayokosandrine bakayoko

 

Si tratta di dipendenti della cooperativa padovana Ecofficina, una delle più grandi del Nord Italia. In Veneto gestisce anche il centro di Bagnoli (nel Padovano), quello di Oderzo (in provincia di Treviso), e fino a quando era aperto, ancora nel Padovano, il centro della Prandina. I vertici della coop a maggio dell' anno scorso erano finiti sotto indagine per truffa e falso.

 

Un mese prima era stata aperta un' altra indagine, questa volta per maltrattamenti nei confronti degli ospiti presenti nelle strutture. Ma torniamo alla cronaca della rivolta di Conetta. La situazione, dopo la notte di caos, sembrava rientrata, ma ieri mattina è andata in scena una nuova protesta: gli immigrati si sono riversati in massa fuori dalla struttura. Volevano un chiarimento su quanto successo.

rivolta a conarivolta a cona

 

Sandrine, come appurato dall' autopsia, è deceduta per tromboembolia polmonare massiva bilaterale. È stata una morte naturale e quasi immediata. A salvarle la vita, dunque, non sarebbe servito neppure un intervento ancora più rapido. Ma la protesta è andata oltre la morte della ragazza.

 

Molti, come Alfa, diciottenne del Senegal, si lamentano per il freddo all' interno dei tendoni dove sono ammassati i richiedenti asilo: un anno fa erano circa un quinto. Lamiae, anche lui del Senegal, diciannove anni, protesta per il cibo: Rice, rice, only rice (Riso, riso, solo riso). Jamal, un ragazzotto del Ghana, a Conetta da un anno dopo essere sbarcato a Lampedusa, dice che a molti ospiti non viene più data la paghetta di due euro e cinquanta al giorno, il cosiddetto pocket money.

sandrine   bakayoko sandrine bakayoko

 

Traore, del Burkina Faso, è qui da febbraio 2016: Siamo troppi, dice in un italiano abbastanza chiaro. Non siamo degli animali, ripete. Qualche ora dopo Gaetano Battocchio, il presidente di Ecofficina, tenta di gettare acqua sul fuoco: A Cona nessuno viene trattato come una bestia e tutti hanno una sistemazione dignitosa. È ovvio che un appartamento in albergo è più confortevole, ma in questo momento la prefettura ha individuato questa struttura.

 

Poi sui presunti ritardi dei soccorritori precisa che il caso è stato gestito da un medico interno al campo, un professionista, che ha subito chiamato il 118. Infine sulle indagini a suo carico ha negato che ci siano irregolarità nell' assegnazione degli appalti. Nel centro d' accoglienza di Conetta, a cui si accede tramite una stradina asfaltata che corre tra i campi, entra ed esce chi vuole.

migranti nel cpa di conamigranti nel cpa di cona

 

È così anche di notte, ci dice qualche residente ormai esasperato. All' inizio del paesino, accanto a un grande presepe di cartone davanti all' unica fermata dell' autobus, ci sono degli striscioni: Italia agli italiani!, Governo, ci sei?, Stop business accoglienza. Rimpatrio agli immigrati!. Gli ospiti possono andare dove vogliono. Sono quasi tutti in attesa del rilascio del permesso di soggiorno e chi se l' è visto negare aspetta da mesi l' esito del ricorso: con questo trucchetto si rimane in Italia anche per un anno e mezzo.

 

È un esercito senza controllo che in mezza giornata potrebbe mettere a ferro e fuoco tutti i paesini della zona. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se Conetta diventasse la nostra Calais. Qualcuno porta dentro dei valigioni senza che nessuno al cancello ne controlli il contenuto. All' ora di pranzo la questura decide di schierare una settantina di agenti in assetto antisommossa: i circa cento ospiti ivoriani hanno bloccato il camioncino che stava portando il cibo all' interno del centro.

 

 cpa di cona cpa di cona

Questa forma di protesta ha provocato la reazione degli ospiti di altre nazionalità, soprattutto ghanesi e nigeriani. I furgoncini della cooperativa hanno dovuto fare retromarcia. Fuori dal cancello della struttura, appena al di là del filo spinato che la delimita, un gruppetto di immigrati parlotta e fuma sigarette con alcuni lavoratori del centro. Non sappiamo se siano gli stessi sequestrati appena prima. Nessuno dei dipendenti di Ecofficina parla. Sono una decina di giovani bardati con cappellini di lana e occhiali scuri. Ci evitano. È però chiaro che la situazione è strana: se solo poche ore prima erano stati minacciati dagli immigrati, che ci fanno ora lì fuori con loro?

 

 

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