raffaele cutolo

RAFFAELE CUTOLO, IL NOSTRO PABLO ESCOBAR - MARCO CIRIELLO: “AVEVA UNITO E MILITARIZZATO QUELLO CHE ERA DIVISO E DISPREZZATO: LA CAMORRA NAPOLETANA - HA CAPITALIZZATO LA DISPERAZIONE DEGLI ALTRI PERCHÉ ERA UN DISPERATO. AVEVA CAPITO CHE PER PRENDERSI LA SOCIETÀ DEI RICCHI AVEVA BISOGNO DELL’AMORE DEI POVERI, E LI CONQUISTÒ, ILLUDENDOLI CON UNA QUOTIDIANITÀ CHE MANCAVA. IL REDDITO DI CITTADINANZA L’HA INVENTATO CUTOLO, IL SUO ERA UN WELFARE PARALLELO PER GLI AFFILIATI E LE LORO FAMIGLIE…”

raffaele cutolo

Marco Ciriello per Dagospia

 

All’inizio era un disperato con un’idea. Aveva un omicidio alle spalle e ventiquattro anni di prigione come orizzonte, per questo ribaltò il dentro col fuori, la vita con la sua rappresentazione, per poi rivelare il gioco alla fine, sul manifesto che ne avrebbe annunciato la morte. Raffaele Cutolo era per tutti ’o prufessore, Don Raffae’, Il Vangelo, se ne è andato scrivendosi d’e monache, con il soprannome familiare che diventa patronimico e racconta l’altra vita, quella che poteva essere: la terra, il fuori, la natura. Invece, è diventato il capo della NCO col sangue, il cemento e i muri.

 

raffaele cutolo 6

Alla fine si è preso la libertà di rinunciare alla maschera, di smettere la rappresentazione e tornare a quello che gli sarebbe spettato se non avesse scelto il male. Antonio Tabucchi immaginò un personaggio che sulla tomba si faceva mettere tutte le foto della sua vita per raccontare l’esistenza avuta: quelle di Cutolo sarebbero state tutte cementizie, grigie, dietro le sbarre, al massimo con la cattiva luce dei tribunali, e il ghigno pre-Joker.

raffaele cutolo

 

Gli restava solo il manifesto di congedo, l’ultimo passo prima dell’addio, per cambiare, dirsi altro, tornare a casa. Uscire dallo spettacolo per tornare nella storia: ogni cosa a suo posto, a modo suo, ancora una volta. Una resa, silenziosa, non intesa. Un sono questo, in fondo in fondo. Negandosi, riaffermava. Cutolo che era uno stratega, ha sempre conservato nel linguaggio una spia del salto sgangherato e della disperazione che l’aveva portato al potere.

 

raffaele cutolo 14

Aveva unito e militarizzato quello che era diviso e disprezzato: la camorra napoletana, dato rito, codice e speranza a un esercito di pezzenti che reiteravano i reati e si autocondannavano al carcere; ha capitalizzato la disperazione degli altri perché era un disperato, quindi conosceva quello stato d’animo, uno che si era trovato a sopraffare Mario Viscito, per onore, per difendere sua sorella, consegnando il suo corpo alle carceri italiane. E dalle celle ne ha sancito il fallimento.

 

raffaele cutolo 4

Perché non si è redento, ma è divenuto un demone che ha generato guerre, un impero e dato struttura a una camorra che era un fenomeno metropolitano. Ha avuto, dato, e perduto: figli e amici, vita, vite, soldi e potere. E tutto questo salto di mondi, che diventa cesura, sta in una lettera: la y di Denyse, l’ultima figlia: il cui nome stride con ’e monache, rappresentando il distacco, l’apostasia in-dolore. È la terza donna fondamentale, quella del salto. La prima è Rosetta, la sorella, papessa e certezza. La seconda è Immacolata, moglie devota, e poi c’è Denyse: il cambio. 

 

raffaele cutolo 5

Cutolo da prodotto della terra, fuori le mura di Napoli, altro paradosso, stando dentro le mura di Poggioreale, s’è preso la città e il Mezzogiorno, divenendo più o meno volontariamente l’ultimo vero meridionalista. È un ossimoro, ma è la verità. Aveva una idea, malsana, malata, surreale, sanguinosa, ma era una idea del sud, dove altri avevano promesse e mancate risposte, convegni e piani che non si attuavano, sociologia con più pagine che fatti.

raffaele cutolo 3

 

Cutolo dava risposte, seppure sbagliate, ma le dava a chi non ne poteva più avere, a chi non aveva mai avuto credito né possibilità di richiesta. L’ultima possibilità per i banditi, anche quelli scarsi, senza famiglia, storia, biografia. Per questo il suo mito non muore, perché come faceva dall’altra parte dell’oceano, in Colombia, Pablo Escobar, aveva capito che per prendersi la società dei ricchi aveva bisogno dell’amore dei poveri, e li conquistò, illudendoli con una quotidianità che mancava.

 

raffaele cutolo 13

Il reddito di cittadinanza l’ha inventato Cutolo, il suo era un welfare parallelo per gli affiliati e le loro famiglie, la sua era una preoccupazione interessata che passava per carità da corte borbonica, invece era progetto. Mentre Margaret Thatcher smantellava il welfare inglese e diceva che la società non esiste, esiste solo l’individuo, Cutolo costituiva l’onorata società dove l’individuo che non contava trovava ristoro e possibilità di riscatto.

raffaele cutolo 7

 

Disegnando la grande assenza dello stato italiano, fuori e dentro, in carcere e nelle scuole. Il fallimento del sud è un’opera dello stato data in appalto a Cutolo. Le carceri aiutano a pensare, dandoci espressioni del bene: Silvio Pellico e Antonio Gramsci, e grandi espressioni del male come Raffaele Cutolo, che era un po’ inciarmatore – secondo la definizione di Ernesto de Martino –, un po’ demagogo, molto bandito e tanto disperato: nell’insieme una maschera meridionale.

 

raffaele cutolo 12

Per capirlo bisogna vederlo al cospetto delle corti giudicanti nelle sue varie fasi: l’andante con pazzia, il dimesso mellifluo, il rispettoso con gli acciacchi grammaticali – la sua vera carta d’identità: copierà le poesie di Ferdinando Russo, perché la legittimazione prima che economica è sempre culturale –, l’aggressivo criptico e l’allusivo suadente, tutte fasi che hanno come denominatore la bugia, la recita, l’ordine sotterraneo, il disegno della maschera: non difensiva, ma dominante.

 

Per tutta la vita si è in-scenato. Cutolo è brechtiano, ma come nei film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, c’è sempre qualcosa che rovina, anche Buster Keaton ci finì dentro e ne uscì maluccio. È kafkiano nelle sue trame incomplete: era convinto di poter ricattare lo stato e ci riuscì per un periodo, ma poi fu fregato, in un processo secondario – ancora una volta per il gioco di tutta la sua vita è tra fuori e dentro – che si svolge in cella e non nei tribunali, nei sottoscala e non davanti alle telecamere. Il mistero carcerario. Cutolo perde dove pensava d’essere forte: in cella; e vince dove non si immaginava più: fuori.

raffaele cutolo 10raffaele cutolo 5raffaele cutolo 9raffaele cutolo 8

 

MANIFESTO FUNEBRE DI RAFFAELE CUTOLO

RAFFAELE CUTOLOraffaele cutolo 11

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...