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COSA RESTA DEL BUNGA BUNGA? “LA VERITÀ” RISCRIVE LA STORIA DELLE MUTANDE PAZZE DEL CAV: “IL TRAMONTO POLITICO DI BERLUSCONI È INIZIATO CON LA SALDATURA VERGOGNOSA TRA MEDIA, MAGISTRATURA E FACCENDIERI DI INFIMO LIVELLO LA COSTRUZIONE DI INCHIESTE CHE HANNO PORTATO IN AULA RAGAZZE BALBETTANTI COSTRETTE A PARLARE DELLA LORO INTIMITÀ CON IL CAVALIERE” - DALLE FOTO DI ZAPPADU A VILLA CERTOSA ALLA LETTERA DI VERONICA LARIO A “REPUBBLICA”, DA NOEMI LETIZIA A PATRIZIA D’ADDARIO FINO A RUBY RUBACUORI: “SE CERTI SOGGETTI AGIVANO IN CODESTA MANIERA ERA SOLO PERCHÉ POTEVANO CONTARE SULLA SPONDA DI CERTA STAMPA ALLA RICERCA DELLE PROVE DELLE UMANE DEBOLEZZE DEL CAV…”

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”

 

silvio berlusconi veronica lario

[…] non si può depurare la biografia di Silvio Berlusconi dagli attacchi e dalle trappole che i suoi nemici gli hanno riservato sfruttando la sua passione […] per le donne. […] ogni dettaglio della vita intima di Berlusconi è finito su giornali e libri. […] A far partire questa caccia è stata l'ex moglie di Silvio, Veronica Lario, la quale, il 31 gennaio 2007, aveva affidato il suo sfogo di consorte tradita […] al giornale nemico per eccellenza del marito, La Repubblica. […]

 

ANTONELLO ZAPPADU

Dopo poche settimane, era il 17 aprile 2007, sul settimanale Oggi, è apparso in copertina un'immagine di Silvio in compagnia di cinque ragazze a villa Certosa. Il titolo era inequivocabile: «L'harem di Berlusconi. Dalla Sardegna le incredibili foto di cui si parlerà per anni». Nel reportage si vedeva il fondatore di Forza Italia passeggiare in giardino con fanciulle con cui mostrava di avere fiducia.

 

L'uomo che aveva capito che la passione di Berlusconi poteva diventare un affare era stato Antonello Zappadu, un fotografo sardo che aveva lavorato anche per i giornali del Cavaliere. Zappadu non è uno qualunque. Figlio di un giornalista, Mario, aveva iniziato a fare foto a 15 anni e si era occupato soprattutto di cronaca nera. […] Amico dei banditi sardi (in particolare di Graziano Mesina), che usava come fonti, venne persino indagato (e prosciolto) per il rapimento del piccolo Farouk Kassam, delle cui fasi era informato quasi in tempo reale.

 

Berlusconi a Villa Certosa

C'è chi prova persino a farlo fuori, tanto che girava con una pistola sotto il sedile dell'auto.

[…] Per lui la Costa Smeralda non aveva segreti e neppure villa Certosa. Che cosa accadesse là dentro lo sapeva all'istante. E così […] iniziò ad appostarsi sulle colline intorno alla dimora con teleobiettivi […] più volte pizzicò il povero Silvio […]

 

Dopo lo scoop di Oggi che vendette centinaia di migliaia di copie e consentì a Zappadu di mettere da parte un bel gruzzolo (si vociferò di 400.000 euro), il fotografo proseguì gli appostamenti. Nel 2009 […] il fotoreporter sardo mise in vendita altri scatti «rubati» nel buen retiro sardo di Silvio e che ritraevano, tra gli altri, il presidente ceco Mirek Topolànek desnudo e due ragazze in atteggiamenti saffici sotto la doccia.

berlusconi veronica lario

 

Chi scrive conosce bene Zappadu avendoci lavorato insieme per Panorama. Lui fece scalo a Milano prima di andare a Parigi. E ci raccontò che stava andando a trattare la vendita delle nuove immagini con tabloid anglosassoni e francesi interessati a pubblicarle alla vigilia del G8 dell'Aquila, dove Berlusconi avrebbe fatto da padrone di casa. Riferimmo la notizia al giornale e la casa editrice prese in considerazione l'idea di acquistarle e pubblicarle ben prima del G8. Con due risultati: dare una notizia ed evitare che le foto venissero utilizzate per screditare oltre che l'immagine di Berlusconi anche quella del Paese alla vigilia del vertice. […]

 

il tuffo nudo del presidente ceco topolanek a villa la certosa

Ma quando Silvio, impegnato su un set fotografico, fu informato della cifra richiesta da Zappadu (circa 1,5 milioni) imprecò a voce altissima e mandò a monte la trattativa. La sera l'avvocato Nicolò Ghedini presentò un'istanza di sequestro alla magistratura e le immagini vennero pubblicate sul sito del Paìs dopo poche ore. Ma l'assalto a Berlusconi era solo iniziato. E si preparava una manovra a tenaglia portata avanti dai due principali quotidiani italiani.

 

Pochi giorni prima della pubblicazione delle immagini di villa Certosa sul Paìs, La Repubblica aveva svelato la visita lampo dell'allora premier alla festa per il diciottesimo compleanno di Noemi Letizia, una sconosciuta ragazza di Portici (Napoli), che chiamava Silvio «Papi». […] nessuno ha mai dimostrato che il legame tra l'anziano leader e la pulzella fosse men che lecito malgrado qualche intercettazione malevola.

 

silvio berlusconi veronica lario 6

A dar supporto alle allusioni intervenne ancora una volta la Lario, infastidita anche dalle polemiche per la presunta presenza di candidate-veline nelle liste di Forza Italia alle elezioni Europee. L'ex attrice sentì l'irresistibile bisogno di inviare l'ennesima lettera alla Repubblica e l'allora direttore Ezio Mauro ha raccontato ieri che la first lady con cui gli era «capitato di parlare qualche volta» lo aveva chiamato e gli aveva chiesto: «Se mando una lettera su mio marito lei la pubblica senza tagliarla?».

 

PATRIZIA D'ADDARIO

La risposta fu affermativa e ne nacque una prima pagina che il direttore tenne nascosta alla sua redazione sino a dopo le 20, temendo fughe di notizie. Il testo era sconcertante: «Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni […]. Quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore. E tutto in nome del potere… figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo e la notorietà…».

 

patrizia d addario

La metafora delle vergini e del drago fu cavalcata per mesi dai nemici del Cav e accese la fantasia dei media esteri quanto il bunga bunga. Mauro oggi si lamenta di essere stato accusato di «aver fatto saltare i confini tra privato e pubblico», ma rivendica che quel limite era stato cancellato dallo stesso Berlusconi e che loro si erano solo «infilati in quel varco sulla scia» della Lario.

 

Fatto sta che seguirono 10 ossessive e pruriginose domande scritte da Giuseppe D'Avanzo e pubblicate sul giornale sino a quando il Cavaliere non rispose. […] Ma i media erano pronti a un'altra clamorosa campagna. Ad anticiparla fu Massimo D'Alema in tv nella trasmissione di Lucia Annunziata, invitando l'opposizione a essere pronta ad «assumersi le sue responsabilità» perché sulla scena politica italiana si potute verificare delle «scosse». Era il 14 giugno 2009.

RUBY KARIMA EL MAHROUG

 

Sei giorni prima il pm di Bari, Giuseppe Scelsi, aveva raccolto in un verbale esplosivo le accuse della escort Patrizia D'Addario contro Berlusconi e le sue «cene eleganti». L'avvocato della D'Addario era Maria Pia Vigilante, ben nota per la sua professione a Scelsi, ma non solo a lui. La donna, impegnata nell'associazionismo progressista, aveva incontrato in quei giorni anche Alberto Maritati, ex magistrato ed ex sottosegretario del governo D'Alema e la direttrice del dorso pugliese del Corriere della sera, Maddalena Tulanti, una ex cronista dell'Unità ai tempi in cui il giornale era guidato da Baffino.

PATRIZIA DADDARIO

 

È la stessa D'Addario a raccontare, nella sua corposa autobiografia, scritta a quattro mani con la Tulanti (Gradisca, presidente), che l'11 giugno, tre giorni prima che l'ex premier parlasse di «scosse», aveva dato, attraverso il suo avvocato, la disponibilità a raccontare la sua verità al Corriere.

 

karima el mahroug a porta a porta 37

Il 15 giugno la decisione era presa e il 16 Fiorenza Sarzanini, all'epoca inviata di giudiziaria del quotidiano di via Solferino, insieme con la Tulanti incontrò a Bari la D'Addario nello studio della Vigilante. L'intervista uscì il giorno successivo. La escort diventò subito la campionessa delle femministe e della sinistra nonostante un curriculum rivedibile.

 

NOEMI LETIZIA

Nell'archivio del Tribunale c'è ancora un suo fotoromanzo erotico, intitolato Diavoli, dove Patrizia, in arte Patty love, recita a seno nudo, bendata e legata. La trama, come anticipato da Panorama nel 2010, è quasi profetica: Patty si concede a un regista per fare carriera e poi, sentendosi usata, preannunciando minacciosa: «Gli pagherò ogni attimo che mi ha toccata, palpata, posseduta».

 

Il primo che la D'Addario ha cercato di incastrare con le sue registrazioni è stato un tecnico comunale che in cambio di un'accelerazione di una pratica le aveva chiesto favori sessuali. Poi toccò al suo protettore, Giuseppe Barba, che la portava a prostituirsi sulla statale 98. Per vendicarsi dell'uomo, sposato con un'altra donna, inizialmente tappezza alcuni negozi con la foto dell'amante nudo.

karima el mahroug a porta a porta 35

 

Quindi presenta un'altra denuncia, questa volta allegando diversi filmati raccolti in una cassetta Vhs. Nel verbale d'ispezione i poliziotti annotano: «Nella scena viene ripreso un rapporto sessuale tra il Barba e la D'Addario e durante l'amplesso i due parlano di trovare una persona da sfruttare, “cui levare la pila” (cioè i soldi , ndr)». Durante il filmino a luci rosse Patrizia lo accusa: «Per colpa tua sono diventata una porca».

 

noemi letizia a report 5

Barba finisce in prigione e dopo alcuni mesi la escort ritira la querela dichiarando di «convivere felicemente» con l'uomo che, a suo dire, le aveva puntato un coltello alla gola e spezzato un dito, e di «non avere alcun risentimento nei suoi confronti». Insomma, un continuo tira e molla che alla fine indispettisce avvocati e investigatori, che smettono di darle retta. Tre anni dopo D'Addario diventa la escort più famosa del mondo. Ma Berlusconi non cade.

 

E allora, nel 2010, dopo una spifferata sulle indagini in corso apparsa sul Fatto quotidiano, i giornali si buttano su un'altra inchiesta giudiziaria che, con le sue ramificazioni, dura tuttora e che è costata milioni di euro ai contributi, ma per cui Berlusconi è stato assolto. Stiamo parlando del cosiddetto Ruby-gate, concentrato sulle visite ad Arcore di una diciassettenne marocchina, Karima El Mahroug. La ragazza era sì giovane, ma non sprovveduta. E pareva ben più grande della sua età.

berlusconi ruby

 

Tanto che all'epoca giravano in Rete video di sue performance come cubista non proprio da educanda. Intorno a lei girava un noto produttore di film porno e un manager di locali del divertimento, con un passato da finanziere. Fu proprio lui ad avvicinarci nella sua discoteca ea sussurrarci all'orecchio che con Berlusconi avevano quasi risolto. Lui e la fidanzata gli hanno trasmesso un cd in cambio di qualche milione di euro. Nessuna indagine dimostrò mai che quel materiale ricattatorio esistesse, né che Berlusconi avesse pagato per occultarlo.

 

pascale noemi letizia

Ciò non toglie che se certi soggetti agivano in codesta maniera era solo perché potevano contare sulla sponda di certa stampa alla ricerca ossessiva delle prove delle umane debolezze del Cav. Il tramonto politico di Berlusconi è iniziato con la discutibile saldatura tra media, magistratura e faccendieri di infimo livello, una sinergia che ha permesso che si costruissero inchieste che hanno portato in aula ragazze balbettanti costrette a parlare della loro intimità con il Cav. Un teatrino osceno che ha legato indissolubilmente il nome del Belpaese al bunga bunga.

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