chico forti

RIPORTIAMO A CASA CHICO FORTI - IL SERVIZIO DE “LE IENE” SULL’IMPRENDITORE TRENTINO CONDANNATO ALL’ERGASTOLO NEGLI STATI UNITI, PER L’OMICIDIO DI DALE PIKE, DOPO UN PROCESSO FARSA - L’INCHIESTA PIENA DI LACUNE, LE PROVE MANIPOLATE, IL RUOLO OPACO DELLA POLIZIA DI MIAMI, L’INCREDIBILE INDIFFERENZA DEI GOVERNI ITALIANI INCAPACI DI DIFENDERE UN LORO CITTADINO INNOCENTE - LA VIDEO INCHIESTA

IL SERVIZIO DE “LE IENE”

https://www.iene.mediaset.it/2020/news/chico-forti-speciale-ergastolo-stati-uniti_669413.shtml

 

Da https://www.iene.mediaset.it/

 

CHICO FORTI

Chico Forti deve morire in carcere negli Stati Uniti: il nostro connazionale è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998 a Miami. Da allora è rinchiuso in un penitenziario di massima sicurezza, ma non ha mai smesso di gridare al mondo la sua innocenza.

 

Sulle indagini, il processo e la condanna a Chico Forti ci sono molti dubbi, nonostante per la legge americana si deve condannare qualcuno solamente “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Il nostro Gaston Zama ha raccontato la vicenda del nostro connazionale nello Speciale de Le Iene che potete vedere integralmente qui sopra, e di cui qui vi proponiamo un breve sintesi, con i link, seguendo le sette parti in cui è suddiviso che potete trovare anche in fondo all'articolo.

 

CHICO FORTI

In questa prima parte il nostro Gaston Zama ripercorre l'inizio della storia di Chico Forti: nel 1990 partecipa al quiz tv “Telemike” e vince oltre 80 milioni di lire. Con quel denaro Chico vola in America per iniziare una nuova vita. Diventa videomaker e produttore televisivo, realizzando reportage sugli sport estremi che vende a diverse emittenti americane. Lì il nostro connazionale si risposa e ha tre figli.

CHICO FORTI

 

La sua vita, proprio quando sembra diventare una favola, viene sconvolta all’improvviso. Il 14 febbraio 1998 Chico Forti va all’aeroporto di Miami a recuperare Dale Pike, figlio di Tony, da cui il nostro connazionale stava per rilevare il leggendario “Pike’s Hotels” di Ibiza. Il giorno dopo Dale viene trovato morto su una spiaggia, e Chico è sospettato di essere il responsabile dell’omicidio. Quando la polizia gli chiede se fosse andato a prendere Dale Pike all’aeroporto, dopo che gli hanno mentito sulla morte pure del padre Tony Pike, anche Chico mente. E lì inizia la sua discesa all’inferno.

chico forti

 

Nella seconda parte dello Speciale Le Iene, il nostro Gaston Zama ripercorre la scoperta del corpo di Dale Pike su una spiaggia poco lontana dal ristornate Rusty Pelican, dove Chico Forti sostiene di averlo lasciato dopo averlo recuperato all’aeroporto. Da lì partono le indagini e con queste tutti i dubbi sul caso, comprese quelle sul movente dell’omicidio: una presunta truffa di Chico ai danni di Tony Pike, che però sembra proprio non reggere alla prova dei fatti.

 

Tra questi dubbi, comunque, se ne aggiunge uno nuovo: l’avvocato di Chico Forti poteva davvero rappresentarlo oppure aveva un conflitto d’interessi tale da doversene astenere? Ed è vero che la firma del nostro connazionale su un importante documento è stata falsificata?

 

chico forti con roberta bruzzone

Nella terza parte dello Speciale Le Iene, Gaston Zama si concentra sullo strano ruolo avuto da un truffatore tedesco, Thomas Knott: secondo alcuni questo Knott sarebbe un colpevole molto più credibile di Chico Forti, a partire dal fatto che lui davvero aveva truffato Tony Pike e per questo ha ricevuto anche una condanna negli Stati Uniti.

 

Inoltre si affronta anche la "seconda bugia" di Chico Forti, quella raccontata alla moglie: in una telefonata delle 19.16 di quella sera infatti il nostro connazionale nega anche con lei di aver raccolto Dale Pike all’aeroporto. Il telefono del nostro connazionale agganciò in una chiamata una cella vicina al luogo dove fu ritrovato il corpo di Dale Pike. In questa parte vi parliamo infine dell'autopsia e dei dubbi su un orario di morte eccessivamente preciso: dalle 18 alle 19.16.

 

chico forti 3

Nella quarta parte dello Speciale Le Iene, Gaston Zama ci parla dei dubbi su Thomas Knott: in particolare il tedesco insieme a Chico aveva comprato una pistola che potrebbe essere quella del delitto. L’arma, intestata a Knott, era però stata pagata da Chico. Il commesso che vendette quella pistola però confermò che l’arma non era stata consegnata al nostro connazionale.

 

Inoltre si affronta anche il tema del ritrovamento di una prova chiave. È la sabbia nell'auto di Chico, compatibile con quella della spiaggia in cui fu ritrovato il cadavere di Dale Pike: i dubbi sono molti anche su questo punto, sia per come era stata trattata l’auto di Chico mentre era sotto sequestro sia per la mancanza di foto di quei granelli nell’auto.

chico forti 2

 

Nella quinta parte dello Speciale Le Iene, Gaston Zama racconta cosa è stato fatto, e cosa non è stato fatto, dai politici italiani per sostenere Chico. Dall'interesse di Franco Frattini, Giulio Terzo di Sant’Agata ed Emma Bonino si è giunto fino alle parole di Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, e all’intervento pubblico di Luigi Di Maio, l’attuale ministro degli Esteri.

 

Nella sesta parte dello speciale, Gaston Zama ci racconta della promessa del sottosegretario Fraccaro: “Chiederemo la grazia per Chico Forti”. Una promessa importante, la prima volta che un politico italiano si spinge così in là su questo caso.

 

chico forti 4

Intanto, dopo l’intervista a Chico in carcere, arriva anche il momento di sentire le voci dei figli Francesco Luce e Jenna Bleu: potete sentire quello che i due hanno da dire sulla loro vita e il rapporto con il padre cliccando qui.

 

In questa settima e ultima parte dello Speciale Le Iene, Gaston Zama si concentra su due elementi: il documentario di Chico sull’omicidio di Gianni Versace e in particolare sulla figura dell’assassino Andrew Cunanan. In questo video il nostro connazionale getta alcune ombre sul suicidio di Cunanan e, di riflesso, anche sulla polizia di Miami che qualche mese dopo avrebbe indagato sull’omicidio di Dale Pike.

chico forti 1

 

Inoltre si affronta un ultimo tema, quello del servizio di Dominick Dunne sul caso di Chico Forti: un documentario che, vedendolo senza sapere nulla della storia del nostro connazionale, restituisce un’impressione di sicura colpevolezza. Lo Speciale si conclude con una promessa: Chico, non abbiamo certo finito di occuparci del caso.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?