emanuela orlandi mirella gregori

RIUSCIRÀ LA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA A FARE LUCE SULLA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI? – ALLA CAMERA È STATA APPROVATA LA COSTITUZIONE DELL’ORGANO CHE INDAGHERÀ SUL RAPIMENTO AVVENUTO NEL 1983 A ROMA – "L'AFFAIRE" ORLANDI SI INTRECCIA CON LA SPARIZIONE DI MIRELLA GREGORI, UN’ALTRA ADOLESCENTE SCOMPARSA LO STESSO ANNO – ENTRAMBE AVEVANO LEGAMI CON LA CHIESA: L’INCONTRO DELLA MAMMA DI MIRELLA CON IL PAPA E I MESSAGGI CRIPTICI DEI SERVIZI SEGRETTI PUBBLICATI SUI GIORNALI – VIDEO! PIETRO ORLANDI: “NEL 1983 LA PEDOFILIA ERA ACCETTATA IN VATICANO”

 

Estratto dell’articolo di Fabrizio Peronaci per www.corriere.it

 

emanuela orlandi

[…] Emanuela Orlandi e Mirella Gregori: perché i due misteri ambientati nel lontano 1983 - quando a Roma i bus erano verdi, i taxi gialli e all'Olimpico furoreggiava un certo Paulo Roberto Falcão - sono considerati inscindibili?

 

Adesso che il Senato, dopo il voto all'unanimità della Camera dei deputati, si appresta a dare il via libera alla commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sulla "Vatican connection", la domanda torna d'attualità: per quale motivo anche il Parlamento - dopo la Procura di Roma, che sin dall'inizio aprì un fascicolo unico - ritiene che le vicende della "ragazza con la fascetta" e della coetanea con una vaporosa cascata di capelli corvini vadano trattate congiuntamente?

 

CASO EMANUELA ORLANDI - MIGLIAIA DI RESTI AL CIMITERO TEUTONICO

[…] Dopo un silenzio di un paio di settimane, oscure entità fecero pervenire ai mass media, al Vaticano e alle famiglie (prima agli Orlandi, da agosto anche ai Gregori) una richiesta di "scambio" all'apparenza inverosimile: Emanuela e Mirella sarebbero state liberate a patto che venisse scarcerato Alì Agca, il killer turco condannato all'ergastolo per l'attentato contro Wojtyla compiuto due anni prima (13 maggio 1981). […]

 

Ma perché - eccoci alla seconda domanda che dovranno porsi i 20 deputati e 20 senatori della Bicamerale - furono prese di mira proprio loro, Emanuela e Mirella, da chi decise di trasformarle in armi di ricatto talmente potenti da condizionare la geopolitica della Guerra Fredda?

EMANUELA ORLANDI

 

Per rispondere è necessario analizzare sia la dinamica delle ultime ore - identica: in entrambi i casi un allontanamento volontario, poi diventato sequestro vero e proprio - sia il profilo personale delle quindicenni. C'era stata qualche avvisaglia, per Emanuela?  Dagli atti archiviati emerge un certo desiderio di evasione. […]

 

Ma c'è di più, ad accomunare le due scomparse: un muro di reticenze mai spiegato. Sia Emanuela sia Mirella, infatti, prima di sparire si confidarono con delle amiche, diventate loro malgrado depositarie di segreti che hanno pesantemente condizionato la loro esistenza.  […]

 

Scomparse-fotocopia, dunque, di due giovanissime che avevano contatti con ambienti di Chiesa: Emanuela, quarta figlia di un messo pontificio, perché nella sacre mura viveva; Mirella, per la conoscenza, seppure superficiale, di un alto gendarme al servizio del Papa (in seguito beneficiario della cittadinanza vaticana) e anche per la foto al fianco di Wojtyla a lei scattata durante una visita con la scuola in Vaticano, che fu appesa nella bacheca dell'Osservatore Romano e potrebbe aver ispirato i rapitori nella scelta (grazie alla presenza di una "talpa" in redazione).

 

emanuela orlandi mirella gregori

Già, ma il movente? Sin dall'inizio la magistratura italiana imboccò, in forza dei numerosi indizi, la pista internazionale. L'ipotesi era che le ragazze fossero state usate come "merce di scambio" (Emanuela come seconda scelta, dopo il pedinamento di altre coetanee con cittadinanza vaticana) per indurre Alì Agca a ritrattare le accuse al mondo dell'Est (Bulgaria, Berlino, Mosca) di essere stato mandante dell'attentato, promettendogli come "ricompensa" una rapida uscita dal carcere.

 

PAPA BERGOGLIO PIETRO ORLANDI E LA MADRE DI EMANUELA

In tale scenario, la logica sarebbe stata la seguente: Emanuela cittadina vaticana rapita per premere su Wojtyla e la Curia affinché non venisse opposta resistenza a provvedimenti di clemenza verso Agca; Mirella cittadina italiana strappata ai suoi affetti per farne uno strumento di pressione sul Quirinale, titolare del potere di grazia.

 

A sostegno di tale schema, due riscontri non irrilevanti: l'attentatore del Papa, in effetti, ritrattò le accuse contro tre funzionari bulgari giusto sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela (il 28 giugno 1983, come per dire: ok, mi sono fidato e ho rispettati i patti, ma adesso voi mi fate uscire di galera); e da parte sua il presidente Sandro Pertini, nell'autunno 1983, ricevette più volte i genitori di Mirella e fu sul punto (come confermato all'autore di questo articolo da un investigatore dell'epoca) di firmare la grazia ad Agca.

papa giovanni paolo ii ali agca 19

 

Quanto al movente del doppio sequestro, infine, non va esclusa l'esistenza di un ricatto multiplo, attuato su più livelli, al fine di recuperare almeno in parte (qui il resoconto dell'incontro tra l'agente del Sismi Francesco Pazienza e monsignor Celata) i soldi inviati dalle alte sfere ecclesiastiche in Polonia in funzione anticomunista. […]

 

papa giovanni paolo ii ali agca

In ogni caso - è questo il triste dato di realtà - sparirono entrambe in un contesto analogo e mai più tornarono. D'altronde il collegamento tra loro, vittime di un'unica trama, è dimostrato da due ultimi indizi-chiave. Primo: l'allerta ai vertici delle istituzioni sull'azione-Gregori era scattata addirittura prima che Emanuela sparisse, come dimostrano il carteggio Quirinale-famiglia datato 21 giugno 1983, un incontro (mai reso noto) tra la mamma di Mirella e il Papa (evidentemente a conoscenza della posta in gioco) e alcuni criptici messaggi propalati dai servizi segreti sui giornali dell'epoca, con non meglio precisate "richieste di contatto" in relazione a "trattative in corso".

 

MIRELLA GREGORI

Secondo punto: nel settembre 1983 il gioco si fece duro al punto che il telefonista in contatto con l'avvocato degli Orlandi, Gennaro Egidio, telefonò al bar dei Gregori e invitò Filippo Mercurio, cognato di Mirella, a prendere nota con precisione degli abiti indossati dalla scomparsa. Eccolo, l'elenco: maglia di marca "Antonia", jeans "Redin" con cintura, maglietta intima di lana, scarpe con il tacco di colore nero lucido marca "Saroyan"... Una lista precisa, perfetta, a dimostrazione che il possesso degli ostaggi era in capo a un solo soggetto. […]

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