malaria italia

“IMPORTIAMO LA MALARIA” - MELANIA RIZZOLI SUL CASO DEI QUATTRO BRACCIANTI AFRICANI INFETTATI IN ITALIA: “IL SOSPETTO FONDATO È CHE ORMAI IL PARASSITA SIA DA MESI IN DIVERSE AREE ITALIANE, QUELLE A PIÙ ALTA CONCENTRAZIONE DI IMMIGRATI E SOPRATTUTTO CHE LE NOSTRE ZANZARE ANOFELE SONO ORMAI IN GRADO DI TRASMETTERE LA MALATTIA” 

Melania Rizzoli per Libero Quotidiano

 

melania rizzoli

Non prendiamoci in giro. In Italia è tornata la malaria ed è stata importata dai migranti.

Nell' ospedale Moscati di Taranto, nel reparto infettivi, tre giorni fa sono stati ricoverati quattro braccianti di origine maghrebina e sudanese, che accusavano malori e sintomi da infezione, e le analisi ematochimiche e di laboratorio hanno confermato la diagnosi di febbre da Plasmodium Falciparum ed individuato i parassiti nel sangue.

 

I quattro pazienti lavoravano nelle campagne pugliesi di Ginosa, nel versante occidentale della provincia, e siccome risiedono in Italia da nove anni, ed erano operativi in quei campi da oltre due mesi, ne consegue che proprio in quelle zone hanno contratto la malaria, il cui tempo di incubazione non supera mai i 18 giorni.

 

zanzara anofele portatrice di malaria

È quindi chiaro che i quattro braccianti non hanno importato la malaria dal luogo dal quale provengono, ovvero dal nord Africa, ma l' hanno contratta proprio in Puglia, da una o più zanzare portatrici del parassita che vivono e si riproducono in quelle campagne, e che sono la unica fonte di contagio e di trasmissione della malattia. I pazienti ricoverati sono tutti di sesso maschile, di età compresa tra i 21 e i 35anni, ed in ognuno di loro è stata riscontrata la nota triade diagnostica, ovvero la febbre terzana, la piastrinopenia e la splenomegalia, oltre, naturalmente, alla notevole presenza del Plasmodium nelle loro vene.

 

bimba morta di malaria

Questi quattro ammalati inoltre, potrebbero a loro volta aver trasmesso la malaria, tramite una puntura di zanzara, a conviventi che abbiano dormito con loro sotto lo stesso tetto, o a colleghi di lavoro nei campi, perché una qualunque anofele che li abbia punti, e che abbia aspirato dal loro circolo sanguigno il parassita, è poi perfettamente in grado di trasmetterlo nella sua prossima vittima, innescando in tal modo un corto circuito difficile da arrestare; per tali motivi quasi sicuramente arriveranno presto altre segnalazioni di questa malattia africana alla Asl di Taranto, perché nel frattempo le persone che potrebbero essere state infettate, attualmente hanno la malattia in incubazione, mentre le zanzare portatrici del parassita continuano indisturbate il loro lavoro su altre vittime inconsapevoli.

 

lorenzin

Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell' Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato che non ci sono motivi di allarme, ed ha avviato indagini entomologiche, ma il recente caso della piccola Sofia, morta due mesi fa per la stessa patologia a Brescia, ad oltre mille chilometri di distanza dalle campagne pugliesi, ed in circostanze ancora criptiche, motivi di allarme ne suscita eccome. E siccome è impensabile che quella zanzara omicida abbia sorvolato la penisola, o sia stata trasportata in quelle zone da un camion di pomodori, il sospetto fondato è che ormai la malaria insista da mesi in diverse aree italiane, quelle a più alta concentrazione di immigrati, con distribuzione a macchia di leopardo, e soprattutto è altrettanto evidente che le nostre zanzare anofele sono ormai in grado di trasmettere il falciparum italiano.

 

braccianti1 immigrati

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ieri, a margine della celebrazione del 25mo anniversario del riconoscimento Irccs alla Fondazione Santa Lucia a Roma, ha escluso che vi sia un allarme malaria, affermando che in questo nuovo caso potrebbe trattarsi di insetti autoctoni, così come di zanzare trasportate in valigia, una ipotesi quest' ultima, mai dimostrata scientificamente da alcuno, ed obiettivamente difficilmente credibile.

 

Quindi la situazione sanitaria non è affatto sotto controllo, come vogliono farci credere, e non è vero che non desta preoccupazione dal punto di vista medico e sociale, perché se in soli due mesi arrivano alle nostre cronache diversi casi di una patologia che sembrava estinta sul territorio nazionale, vuol dire che invece essa è viva e vegeta, che viene importata a flussi stagionali, che non viene sospettata in tempo, che si sta silenziosamente diffondendo, e che soprattutto, in circostanze particolari, è attualmente presente e prolifica nel sangue di molti individui che risiedono nel nostro Paese, i quali contribuiscono a trasmetterla.

 

LAVORATORI IMMIGRATI

I casi di malaria segnalati in Italia non possono quindi essere più definiti rari, ma fortunatamente siamo vicini alla stagione fredda, quella nella quale gli insetti non sopravvivono, e comunque è necessario non abbassare la guardia ed utilizzare tutta la necessaria strumentazione utile alla ricerca di zanzare del genere anopheles nelle zone interessate, oltre alla individuazione preventiva dei parassiti malarici nel sangue dei soggetti a rischio, per tentare di isolarli e di arginare quindi una infezione che se non diagnosticata in tempo può divenire localmente endemica e avere conseguenze anche letali su ignari cittadini italiani, che ci lasciano la pelle per un' unica, ed apparentemente innocua, puntura di zanzara. Come è avvenuto appunto per la piccola Sofia.

aree a rischio malaria

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