
BOTULINO, CHE CASINO! – ROBERTO BURIONI SUI RISCHI DEL BOTULISMO ALIMENTARE: “LA TOSSINA BOTULINICA È IL VELENO PIÙ POTENTE ESISTENTE SULLA TERRA E NON ABBIAMO TERAPIE EFFICACI: L'UNICA POSSIBILITÀ È SOMMINISTRARE QUANTO PRIMA UN ANTISIERO OTTENUTO IMMUNIZZANDO UN CAVALLO CONTENENTE ANTICORPI IN GRADO DI LEGARSI ALLA TOSSINA. IL FARMACO DEVE ESSERE SOMMINISTRATO IMMEDIATAMENTE, MA NON SI PUÒ SOMMINISTRARE ALLA LEGGERA A CAUSA DEGLI EFFETTI COLLATERALI, E SE SI ASPETTA TROPPO (OLTRE 72 ORE) DIVENTA INUTILE. LA GUARIGIONE RICHIEDE MOLTO TEMPO E NON ABBIAMO UN VACCINO. LA MALATTIA SI PREVIENE SOLO…”
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Estratto dell’articolo di Roberto Burioni per “la Repubblica”
Il botulismo alimentare non è un'infezione: è qualcosa di molto simile a un avvelenamento e il protagonista è il veleno più potente esistente sulla Terra. La tossina botulinica, talmente potente che la quantità che trovate nel puntino che è sopra una "i" di questo articolo potrebbe uccidere tutti gli abitanti della Lombardia, provocando una paralisi flaccida dei muscoli. […]
La tossina viene prodotta da un batterio che si chiama Clostridium botulinum (botulino) che ha due caratteristiche rilevanti. La prima è che esiste come spora, una forma resistentissima che non viene uccisa neanche dalla bollitura prolungata. La seconda, ancora più singolare, sta nel fatto che questo batterio può crescere solo ed esclusivamente in assenza di ossigeno. […]
La sequenza di avvenimenti è tipicamente questa: il cibo da conservare viene preparato attraverso una bollitura, che distrugge i batteri presenti, ma non le spore del botulino che sono presenti praticamente ovunque. Il barattolo viene chiuso, ma prima della chiusura dei batteri ambientali contaminano accidentalmente il cibo conservato. Questo, se preparato correttamente, dovrebbe contenere sostanze in grado di impedire la replicazione dei batteri: per esempio in una marmellata questo compito è svolto dall'alta concentrazione di zucchero.
Però immaginiamo che chi sta preparando la marmellata voglia farla "ipocalorica" e diminuisca la percentuale di zucchero: a quel punto i batteri ambientali si possono replicare, ma non ancora il botulino perché nell'aria all'interno del barattolo c'è l'ossigeno. Però i batteri ambientali crescendo consumano l'ossigeno nell'aria contenuta nel barattolo, e quando l'ossigeno è terminato il botulino può cominciare a replicarsi producendo la tossina.
A questo punto c'è solo una speranza: che il cibo, prima di essere consumato, venga cotto, perché la tossina botulinica è sensibile al calore. Ma se, come accade per la marmellata, le olive, il tonno e tantissimi altri alimenti conservati, il cibo viene consumato senza una cottura, arrivano i guai, che sono notevoli.
[…] I sintomi, che arrivano tipicamente a 24 ore dal consumo del cibo contaminato, interessano i muscoli più "delicati" del nostro corpo: quelli che muovono gli occhi. Il paziente comincia a vedere doppio, non riesce ad aprire bene le palpebre, ma poi la paralisi si diffonde ad altri muscoli, quali quelli che ci permettono di respirare, e la situazione diventa pericolosissima. Anche con le migliori cure il 10% dei pazienti non supera la malattia.
Non abbiamo terapie efficaci: l'unica possibilità è somministrare quanto prima un antisiero ottenuto immunizzando un cavallo contenente anticorpi in grado di legarsi alla tossina. Ma da un lato questo è un farmaco con frequenti e gravi effetti collaterali, dall'altro gli anticorpi non riescono più a "staccare" la tossina che si è legata alle fibre nervose e catturano solo quella ancora circolante. Deve essere dunque somministrato immediatamente, ma non si può somministrare alla leggera a causa degli effetti collaterali, e se si aspetta troppo (oltre 72 ore) diventa inutile. La guarigione richiede molto tempo, perché le fibre nervose lesionate dalla tossina devono rigenerarsi.
Non abbiamo un vaccino, e la malattia si previene solo ponendo la massima cautela nella preparazione casalinga di alimenti conservati, o consumando quelli preparati industrialmente, che comportano un rischio minimo.