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KABUL? NO, ROMA: UN 'COMMANDO' COMPOSTO DA MADRE, PADRE E ZIA ASSALTA LA 'GAY STREET' PER PICCHIARE LA FIGLIA E LA FIDANZATA, COLPEVOLI DI ESSERE LESBICHE - LA SPEDIZIONE PUNITIVA SI TRASFORMA IN RISSA: LA MADRE SCHIAFFEGGIA LA FIGLIA SEDICENNE, IL PADRE SFERRA UN PUGNO NELLO STOMACO ALLA COMPAGNA, PIÙ GRANDE DI LEI - MENTRE LA RAGAZZA VIENE COLTA DA UN ATTACCO DI PANICO, LUI LANCIA TAVOLI E SEDIE. ARRIVANO I CARABINIERI, MA LEI NON SPORGE DENUNCIA

1. LA FIGLIA LESBICA VA PUNITA

Estratto dall'articolo di Selvaggia Lucarelli per ''il Fatto Quotidiano''

 

(....)

 Quella che sto per raccontare è una scena che nell’immaginario degli ingenui o degli ottimisti potrebbe accadere in una piazza di Kabul o in un vicoletto a Raqqa e invece la città che fa da sfondo alla vicenda è Roma. Ci troviamo in quella che nella capitale è stata ribattezzata “GayStreet” e la cui pedonalizzazione è stata inaugurata nel 2007 da Alessandro Cecchi Paone, ovvero Via San Giovanni Laterano. E’ una via molto breve con un locale molto noto, il “Comingout”, un Bed&Breakfast, una gelateria, un negozio di souvenir e poco altro. Venerdì sera pullulava di gente. (...)

 

pride party alla gay street pride party alla gay street

Verso le 22,30 arriva una signora dall’aria piuttosto nervosa. Si guarda in giro, chiede un accendino ad un ragazzo, Aldostefano, che era lì con gli amici e che è ancora scosso dall’accaduto. “La signora mi sembrava agitata, ma non ci ho fatto troppo caso, anche perché poi è sparita. Più tardi ho notato due ragazze vicino a me, più o meno all'altezza del Coming Out. Una molto giovane e l’altra più grande, erano insieme e chiacchieravano sedute su uno scalino più o meno al civico 4.”. 

 

A quel punto la signora dell’accendino torna con un’aria che molti dei presenti sulle loro pagine fb e su quella di “OmofobiaStop” definiranno “indemoniata” e si avventa sulle due ragazze. E’ la madre della ragazza più giovane, urla, strattona la ragazza più grande rea di essere la fidanzata della figlia. “Cercava di tirarla via con violenza, gridava, noi che eravamo presenti non capivamo cosa stesse accadendo.

 

(...)

pride party alla gay street (3)pride party alla gay street (3)

 

Insomma, scene da Medioevo. La sedicenne piange, la sua fidanzata viene portata all’interno di un locale, Gay Street è sotto shock. Ma non è ancora finita. Verso mezzanotte e trenta la signora, non contenta, torna col marito e con un’amica decisa a togliere la figlia dalle grinfie di colei che nella sua testa l’ha soggiogata o chissà, ha cambiato il suo orientamento sessuale, e la scena prende le sembianze di una vera e propria spedizione punitiva.

 

Aldostefano racconta: “Il padre della ragazza ha cominciato a dare pugni alla fidanzata della figlia e a chiunque tentasse di separarli, la gente a quel punto è intervenuta e il tutto si è trasformato in una rissa orrenda, con tavoli e sedie che volavano, la ragazza più giovane che gridava ai suoi che le avevano rovinato la vita, i genitori che urlavano alla fidanzata della figlia che doveva stare lontana dalla loro ragazza, insomma, alla fine abbiamo chiamato le forze dell’ordine.”

pride party alla gay street (2)pride party alla gay street (2)

 

Sul posto arrivano Carabinieri e Polizia che si trovano costretti a separare fisicamente i genitori dalla figlia e dalla fidanzata. La figlia piange, si dispera, poi ha un malore e alla fine di questa triste vicenda andrà via in ambulanza. E’ stata dimessa dopo poco dall’ospedale ma di sicuro non sono i problemi fisici quelli che si porterà dietro dopo la serata di venerdì. 

 

Non si sa bene che ne sia stato di quella specie di genitori che si ritrova, ma secondo i racconti dei presenti si sono allontanati con le forze dell’ordine, probabilmente per riferire l’accaduto. Nel frattempo l’Arcigay si sta occupando della vicenda e dei suoi sviluppi. (...)

 

 

ROMA, PADRE E MADRE PICCHIANO LA FIDANZATA DELLA FIGLIA LESBICA NELLA GAY STREET

Marco Pasqua per ''Il Messaggero''

 

Sono andati a prenderla nel cuore della movida gay, quella Gay Street che hanno identificato come il fulcro del “male”. Da una parte ci sono una madre e un padre che non accettano l’orientamento sessuale della figlia, scoperto da poche settimane. Dall’altra, c’è una figlia di 21 anni che si sta frequentando con un’altra ragazza. E la scorsa notte, questi due mondi si sono scontrati, con una violenza inaudita, sotto gli occhi di decine di persone, che hanno assistito all’ennesimo atto omofobo, prima dell’intervento di una pattuglia dei carabinieri e dell'arrivo di un'ambulanza.

 

CarabinieriCarabinieri

Sono le due di notte, Claudia (il nome è di fantasia), studentessa universitaria alla Sapienza, si trova nella Gay Street in compagnia della “sua” Angela. Si conoscono da qualche mese, forse sta sbocciando una storia d’amore. Sono lì per passare una serata spensierata, con le amiche. Nessuna delle due immagina che, dall'altra parte di Roma, un pezzo della famiglia di Claudia si sia già messo in viaggio per "punirla". I genitori di Claudia hanno da poco scoperto che è lesbica e non riescono ad accettare che possa provare dei sentimenti per un’altra donna.

 

bullismo bullismo

E così, venerdì notte, hanno deciso di dare libero sfogo alla loro omofobia. Protagonisti di quello che ai presenti è sembrato un vero e proprio raid, oltre alla madre e al padre di Claudia, anche la zia. «Quando hanno individuato la ragazza di Claudia tra la folla – racconta un testimone – le si sono avvicinati, con la scusa di chiederle una sigaretta.

 

Erano solo la madre e la zia, il padre nel frattempo stava cercando Claudia. Dopo pochi secondi, una delle due si è rivolta ad Angela, dicendole: ‘Tu si entrata nel nostro mondo e io ora entro nel tuo’». Il tempo di finire questa frase, che la donna sferra uno schiaffo alla ragazza, tra lo stupore dei presenti, che non capiscono ancora cosa stia accadendo.

 

Il padre, nel frattempo, entra ed esce da alcuni locali della Gay Street. E' un uomo violento, così riferiscono i presenti. Lavora come operaio nella zona del Tuscolano. Vuole trovare la sua Claudia, per urlarle contro tutta la sua rabbia malata. Angela, intanto, sta cercando l'amica, per avvisarla di quello che è appena successo.

 

Gli animi si surriscaldano, la mamma, intanto, mostra il dito medio alla folla e urla frasi omofobe: «Sapete che ci dovete fare?». Qualcuno cerca di farla ragionare, ma è tutto inutile. Il padre riesce a trovare sua figlia, che viene colta da un attacco di panico. Lui, però, non si impietosisce e inizia ad insultarla, davanti a tutti. La ragazza si sente mancare la terra sotto i piedi, ha difficoltà a respirare.

 

Alcune persone la sorreggono, sembra di essere sul punto di svenire. Il padre sferra un cazzotto contro il muro interno ad un locale e inizia a lanciare tavoli e sedie. Aggredisce nuovamente Angela, che nel frattempo era sopraggiunta nel locale, colpendola con un pugno allo stomaco. E’ il panico. Claudia grida al padre: «Lasciala stare, è la cosa più importante della mia vita» e, ancora: «Mi avete rovinato la vita».

 

evento convivium   eva grimaldi e imma battagliaevento convivium eva grimaldi e imma battaglia

I proprietari del locale avvisano il 112. I carabinieri arrivano dopo una decina di minuti, insieme ad un’ambulanza. Tutti i componenti della famiglia vengono identificati. Claudia è terrorizzata. I carabinieri le chiedono se voglia sporgere denuncia. Lei non se la sente, non ancora. Le spiegano che ha tre mesi di tempo per farlo ma che, senza un esposto, per loro è difficile procedere.

 

Imma Battaglia ricorda quando sia urgente l’approvazione di una legge contro l’omofobia, «perché nessuno possa più sentirsi violato nel proprio intimo, nel proprio essere... mai diverso dagli altri e del tutto uguale a se stesso. Non vogliamo più Padri Padroni capaci di violentarci in pubblico, con insulti e minacce, con violenza e terrore». Il pubblico della Gay Street è incredulo, a tratti sconvolto, di fronte a quell’ottusa dimostrazione di violenza cieca e inarrestabile di un padre contro la propria figlia.

 

Contro la madre, che a più riprese ha insultato i presenti, si leva un coro: «Vergogna». La notizia si diffonde, in poche ore su Facebook, grazie anche alla pagina "Omofobia Stop", che condivide le prime testimonianze dei presenti. «Eravamo allibiti, non riuscivamo a credere ai nostri occhi - racconta un testimone - Ma in quale Paese viviamo?».

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