tor bella monaca

SE A NAPOLI I PARENTI DEI CAMORRISTI SI LANCIANO CONTRO I POLIZIOTTI PER EVITARE L’ARRESTO DEL BOSS DI TURNO, A ROMA I RESIDENTI DI TOR BELLA MONACA HANNO AGGREDITO FISICAMENTE ALCUNI AGENTI PER PERMETTERE A DUE SPACCIATORI DI SCAPPARE

1 - ROMA, IN 50 CONTRO GLI AGENTI FANNO FUGGIRE DUE SPACCIATORI

Erica Dellapasqua per il “Corriere della Sera”

 

TOR BELLA MONACA  TOR BELLA MONACA

Residenti contro poliziotti per difendere i pusher appena arrestati. Dopo il caso del Pigneto, quartiere della movida romana dove mercoledì sera tre carabinieri sono stati accerchiati da almeno 50 africani immigrati inferociti per il fermo di alcuni connazionali sorpresi a spacciare, i disordini in strada continuano a Tor Bella Monaca, periferia est della Capitale: in seguito al fermo di due pusher, i residenti sono scesi in strada, affrontando i poliziotti impegnati nell’operazione. Sputi, insulti, si è arrivati alle mani e alla fine, nel caos generale, gli spacciatori — protetti dal quartiere — sono riusciti a fuggire mentre quattro agenti aggrediti hanno riportato lesioni e contusioni.

 

È successo intorno alle 17.15 in via dell’Archeologia, strada piagata da occupazioni selvagge e microcriminalità in un quartiere — quello Tor Bella Monaca — già al limite per la sicurezza. Spaccio, sassi lanciati per noia contro gli autobus in corsa: non è la prima volta che questa strada finisce sulle pagine di cronaca nera.

TOR BELLA MONACATOR BELLA MONACA

 

L’episodio di ieri è comunque un brutto salto di qualità. Gli agenti delle volanti e del commissariato Casilino erano impegnati in un controllo di routine quando hanno avvistato i due pusher, poi fermati, mentre vendevano delle dosi. Tutto è precipitato nel giro di pochi minuti, mentre si stava procedendo all’identificazione dei due — personaggi molto conosciuti in zona — stando alle prime informazioni.

 

Agli insulti dai palazzoni bianchi che si affacciano sulla strada è seguito il lancio di oggetti, bottiglie e suppellettili. Poi i residenti — almeno una cinquantina, tutti del posto — sono scesi in strada accerchiando gli agenti, che nel frattempo chiamavano i rinforzi. «Liberateli, lasciateli andare via», urlavano mentre inveivano contro le forze dell’ordine. Si è arrivati allo scontro fisico: quattro agenti sono finiti in ospedale per contusioni e lesioni in varie parti del corpo, mentre il quartiere ha centrato il suo (peggiore) obiettivo: proteggere i pusher che, approfittando della confusione, si sono dileguati facendo perdere le tracce.

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La reazione della polizia è stata immediata. Sono partiti i controlli a tappeto — volanti, Falchi della Mobile e commissariato di zona — per individuare i due fuggitivi e i loro sostenitori: in serata due pluripregiudicati, italiani, ritenuti responsabili di aver favorito la fuga dei pusher, sono stati arrestati.

 

E la caccia ai fuggitivi è andata avanti tutta la notte. Intanto dal Pigneto, dove ormai lo spaccio è diventata un’emergenza che si palesa anche con le siringhe abbandonate ovunque, per strada o nei giardini pubblici, i residenti chiedono interventi urgenti: «Avete letto sui giornali — ha scritto il comitato «abitanti del Pigneto» in una lettera indirizzata a prefetto e alle istituzioni — che cittadini e commercianti hanno difeso i carabinieri coi loro corpi, rischiando la loro incolumità. Tutto questo — è l’accusa — perché voi non avete fatto abbastanza: questo è un pezzo di città sottratto alla legalità, i cittadini non hanno più pazienza».

 

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2 - “ORMAI È GUERRA TRA PUSHER” TERRORE SENZA FINE AL PIGNETO

Luca Monaco per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

LE macchine di sangue rappreso sul marciapiede destro di via Pesaro a metà mattina sono ancora lì, all’incrocio con via L’Aquila, e raccontano l’ennesima notte di paura al Pigneto. La seconda, dopo l’aggressione ai carabinieri di mercoledì. Anche giovedì non si è tratto della solita rissa tra pusher, avvenimenti ormai divenuti abituali in quel dedalo di stradine che si incrociano tra via L’Aquila, via del Pigneto e la circonvallazione Casilina, e che i residenti definiscono «il triangolo della vergogna».

 

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«Stiamo stati travolti da regolamento tra spacciatori magrebini armati di coltelli e colli di bottiglia», dice i titolare dello Yeti, un bar libreria in via Perugia. Lo scontro è iniziato all’1.20 del mattino sull’isola pedonale, poi è proseguito nelle vie adiacenti. Due magrebini, già feriti, hanno tentato la fuga verso via Perugia. Il primo è stato raggiunto e pestato poco prima di via L’Aquila, il secondo, un tunisino di 28 anni, si è rifugiato all’intero del bar Yeti.

 

Lì gli aggressori hanno raggiungerlo all’interno scatenando il panico tra i tavoli esterni. Sono fuggiti solo quando nell’aria hanno iniziato a fischiare le sirene della polizia. Gli agenti del commissariato San Lorenzo sono arrivati sul posto velocemente e dopo alcuni giri di ricognizione hanno bloccato il tunisino che nel frattempo era uscito dal bar.

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L’uomo nel tentativo di divincolarsi ha sferrato calci e pugni: un ispettore è rimasto contuso. Il 28enne, ferito alla testa e al polpaccio da una coltellata rimediata nello scontro precedente con i connazionali, è stato curato al pronto soccorso prima di essere arrestato per minacce, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale oltre alla denuncia per rissa aggravata in concorso.

 

La tensione, nel quartiere caro a Pier Paolo Pasolini, non accenna ad abbassarsi e anche ieri sera, i clienti seduti ai tavoli dell’isola pedonale sono stati costretti ad assistere alle ricerche di uno scippatore che aveva colpito intono alle 20.

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La rabbia dei commercianti è palpabile. «Marino oltre a ringraziare le forze dell’ordine dovrebbe ringraziare anche noi cittadini del Pigneto per la pazienza che abbiamo — esclama Dario, il portavoce degli esercenti — qui la situazione è problematica, ma è inutile piangersi addosso. Gli africani non sono tutti spacciatori, qui è pieno di sbandati che non ricevono alcuna assistenza. Servono politiche sociali, oltre alla repressione. E poi mi rivolgo ai romani: venite al Pigneto, non lasciateci soli».

 

Le misure messe in campo per l’assistenza agli indigenti e ai tossicodipendenti sono minime. Così alcuni cittadini si stanno muovendo autonomamente. Recentemente proprio Daniele Lauri, presidente della cooperativa “Liberamente”, ha dato via al progetto “Arteintegra”: un collettivo composto da 20 artisti italiani e africani che espone le opere nei locali di via Pesaro 22. «L’obiettivo è portare un’Africa positiva nel quartiere — rileva Lauri — proprio ieri era in corso la presentazione della mostra di questo collettivo. Invece siamo stati costretti ad arginare il gruppo di aggressori, curare il fuggitivo. Mentre i clienti chiamavano la polizia. Purtroppo è diventata la nostra normalità».

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