zonin e figli

IL SEQUESTRO DI UN PEZZO DELLE CASSEFORTI CHE CONTROLLANO L’IMPERO DI GIANNI ZONIN E’ SOLO UN PICCOLO PASSO PER LE VITTIME DEL CRAC DI POP VICENZA - SI VOCIFERA CHE L’IMPRENDITORE SIA PROPRIETARIO PURE DI LATIFONDI IN SUDAMERICA E SUD AFRICA, BENI DI CUI PERÒ LA PROCURA FINORA NON HA TROVATO TRACCIA…

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

ZONIN E FIGLI

Le vittime del crac della Banca Popolare di Vicenza possono tirare un piccolo sospiro di sollievo. I 6 miliardi andati in fumo in Borsa bruciando i risparmi di 118mila azionisti sono, salvo miracoli, persi per sempre. Il conto però (forse) non lo pagheranno solo loro. La caccia al tesoro di Gianni Zonin padre-padrone per 19 anni dell' istituto veneto - è arrivata al redde rationem. Il tribunale ha ottenuto il sequestro di un pezzo delle casseforti che controllano l' impero enologico di famiglia, girato a moglie e figli - come nel gioco delle tre tavolette - alla vigilia del dissesto.

 

IL NUOVO HOTEL DI GIANNI ZONIN

Il boccone è appetitoso: ci sono tra l' altro un' Abbazia milletrecentesca a due passi da San Gimignano, un Castello medioevale in Piemonte dove qualche secolo fa spadroneggiavano (parola del Codex Astensis) i Templari. Più 2mila ettari di vigneti pregiati, un paio di etichette - un Chianti del 2014 e uno Syrah siciliano del 2015 - insignite dei tre bicchieri del Gambero rosso, una tenuta di 500 ettari in Virginia con casa padronale disegnata dall' archistar Thomas Jefferson, più noto agli storici come terzo presidente Usa.

 

Beni che in futuro - se la giustizia darà ragione ai creditori potranno venir buoni per risarcire le persone danneggiate. Nessuno, ovviamente, si fa troppe illusioni. Oggi come oggi l'intervento a gamba tesa del tribunale non cambia le cose.

 

GIANNI ZONIN E SAMUELE SORATO

Domenico, Francesco e Michele, i tre figli dell' ex-numero uno di Popolare Vicenza continueranno a gestire - finora l'hanno fatto con successo - la Casa Vinicola Zonin, un colosso da 193 milioni di ricavi e cinque di profitti. E il controllo dell'azienda non pare in discussione. La mossa della procura strappa però loro papà da quella situazione di nullatenente (o quasi) che il banchiere si era cucito addosso per non pagare il conto del crac.

 

La politica di dismissioni "mirate" in famiglia ha ridotto all' osso i beni che gli sono rimasti in portafoglio: un bosco ceduo a Gambellara, la prima tenuta di famiglia, 550 metri quadri di "cappelle e oratori non destinati al culto" a Radda in Chianti e pochi vani in area berica.

Briciole.

la famiglia zonin nel palazzo di famiglia

 

La polpa del tesoretto, accumulato in parte grazie ai 180 milioni di prestiti ottenuti dalla Popolare Vicenza, ha cambiato padrone con gran tempismo prima della bufera finanziaria. La villa del '500 a Montebello dove risiedeva e altre pertinenze - valore 10 milioni per Federcontribuenti sono state girate a moglie e figli a fine 2015. E Gianni, con prudenza, ne ha tenuto solo l' usufrutto, bene senza alcun valore in un' aula di tribunale.

 

La partita dell' azienda vinicola di casa è stata sistemata con una doppia mossa a fine 2015. Prima con un aumento di capitale che ha mandato in minoranza l' ex-numero uno della Popolare di Vicenza passando il controllo ai suoi ragazzi. Poi con uno strategico "patto di famiglia" firmato davanti al notaio a marzo 2016 che ha girato ai tre "eredi", le altre quote di minoranza rimaste nel portafoglio. Quelle appena congelate dal tribunale nella speranza di recuperare (valorizzandole) i soldi con cui rimborsare le parti civili.

famiglia Zonin

 

Sotto il cappello della Casa vinicola Zonin - e in via teorica nel mirino, almeno in parte, dei creditori - c' è un ventaglio di proprietà a cinque stelle: si va dai 550 ettari di viti di Ca' Bolani in Friuli (la tenuta di Aquileia scelta come buen ritiro da Zonin dopo il crac) all' azienda Principi di Butera in Sicilia, ex proprietà dei Principi di Bianciforte e dei Lanza di Scalea; dai vigneti storici della Vernaccia di San Gimignano al Castello del Monferrato che ospitava centinaia di anni fa i Cavalieri custodi del Sacro Graal fino ai 430 ettari della Rocca di Montemassi in Maremma. Una distesa di vigneti, ulivi e pini marittimi con annesso lago naturale e museo della Civiltà rurale voluto da Zonin e signora.

GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI

 

In totale nove tenute storiche da sogno in Italia più una testa di ponte in Virginia negli Usa (dove il gruppo fattura 70 milioni l'anno): qui Zonin ha acquistato nel 1976 la prestigiosa dimora agricola del governatore James Barbour, comprensiva di "mansion" disegnata a inizio '800 da Jefferson. Le leggende metropolitane dicono che Zonin sia proprietario pure di latifondi in Sudamerica e Sud Africa, beni di cui però la procura finora non ha trovato traccia.

 

La caccia al tesoro del banchiere entra ora in stand-by. Lui ha già pagato una multa di 370 mila euro alla Consob per illeciti nella vendita di azioni alla clientela. La Popolare Vicenza gli ha chiesto di risarcire in solido con gli ex-dirigenti due miliardi di danni mentre i pm hanno domandato il rinvio al giudizio. I creditori però, grazie ai sequestri di questa settimana, hanno un filo di speranza in più di recuperare almeno una parte dei soldi persi. Se il tribunale darà loro ragione, visti i beni in ballo, almeno un brindisi è assicurato.

zonin popolare vicenza

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...