serena mollicone

CHI HA UCCISO SERENA MOLLICONE? – SECONDO L’INFORMATIVA DEI CARABINIERI È STATO MARCO MOTTOLA, IL FIGLIO DELL’EX COMANDANTE DEI CARABINIERI DI ARCE – DOPO LA RIAPERTURA DELL’INDAGINE EMERGONO DETTAGLI INQUIETANTI SULL’OMICIDIO DELLA RAGAZZA TROVATA MORTA NEL 2001 NELLE CAMPAGNE CIOCIARE – LEI ERA ANDATA A DENUNCIARE UN GIRO DI SPACCIO IN CUI ERA COINVOLTO MOTTOLA, E HA SBATTUTO LA TESTA. LA FAMIGLIA DELL’ALLORA COMANDANTE L’HA PORTATA IN UN BOSCHETTO E…. – VIDEO + FOTO CHOC DELLA SCENA DEL CRIMINE

 

 

Clemente Pistilli per https://roma.repubblica.it

 

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Serena Mollicone è stata uccisa dal figlio dell’allora comandante dei carabinieri di Arce. È questa la convinzione dei carabinieri che indagano sulla morte della diciottenne e che hanno esposto in una monumentale informativa consegnata al sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Maria Beatrice Siravo. Dopo aver ricominciato a indagare da zero e aver raccolto tutti gli elementi scientifici utili, gli investigatori sembrano ora avere le idee chiare anche su chi materialmente assassinò diciotto anni fa la studentessa e sul ruolo preciso avuto da tutti i diversi indagati in quello che è da tempo tra i principali cold case italiani. Ora la procura potrebbe essere pronta a tirare le somme della nuova inchiesta e prepararsi a chiedere i rinvii a giudizio.

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Serena Mollicone scomparve da Arce, piccolo centro in provincia di Frosinone, il 1 giugno 2001 e venne poi trovata priva di vita, con le mani e i piedi legati e la testa stretta in un sacchetto di plastica, in un boschetto ad Anitrella, frazione del vicino Monte San Giovanni Campano. Due anni dopo, con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere, venne arrestato Carmine Belli, carrozziere di Rocca d’Arce, poi assolto dopo aver trascorso da innocente quasi un anno e mezzo in carcere. L’omicidio della 18enne sembrava destinato a restare un mistero. Ma i dubbi, soprattutto quelli sui depistaggi da parte degli stessi carabinieri di Arce, erano troppi.

 

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La Procura di Cassino continuò così a indagare e nel 2008, prima di essere interrogato, il brigadiere Santino Tuzi si tolse la vita. Gli investigatori si convinsero che il militare si fosse uciso perché terrorizzato dal dover parlare di quanto realmente accaduto il giorno della scomparsa della studentessa. E da allora, ricorrendo anche a sofisticate indagini scientifiche, le nuove indagini non si sono mai fermate. Alla luce degli accertamenti compiuti dai carabinieri di Frosinone, dai loro colleghi del Ris e dai consulenti medico-legali, il sostituto procuratore Siravo si è così convinta che la diciottenne il giorno della sua scomparsa si fosse recata proprio presso la caserma dei carabinieri, per denunciare dei loschi traffici che si svolgevano in paese.

 

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A quel punto, portata in un alloggio in disuso di cui aveva disponibilità la famiglia dell’allora comandante, la giovane sarebbe però stata aggredita. Avrebbe battuto con violenza la testa contro una porta e, credendola morta, sarebbe stata portata nel boschetto. Vedendo in quel momento che respirava ancora, sarebbe quindi stata soffocata e sarebbero iniziati i depistaggi. Un’inchiesta che vede indagati, con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere, l’ex comandante della stazione di Arce, il maresciallo Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Anna, con l’accusa di concorso morale nell’omicidio e per istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi il luogotenente Vincenzo Quatrale, e con quella di favoreggiamento l’appuntato Francesco Suprano.

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Ora i carabinieri, nell’informativa conclusiva appena consegnata al sostituto Siravo, hanno sostenuto che a uccidere Serena Mollicone sarebbe stato il figlio del comandante della stazione di Arce, Marco Mottola, specificando anche il ruolo avuto dagli altri indagati. Un tassello fondamentale, sembra l’ultimo, per chiudere il cerchio sull’inchiesta. Utile anche a chiarire uno dei passaggi sinora rimasti più oscuri, quello del trasporto del corpo esanime della diciottenne dalla caserma al boschetto di Anitrella. E non si esclude che le indagini possano concludersi ufficialmente anche con un numero maggiore di indagati.

SERENA MOLLICONE E IL PADRE GUGLIELMOSERENA MOLLICONE

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