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GESTIVA SPACCIO PER IL CLAN CALAJÒ, DONNA ARRESTATA CON ALTRI 18
 piazza di spaccio al quartiere Barona di milano
piazza di spaccio al quartiere Barona di milano
(ANSA) - MILANO, 30 OTT - Era a capo di un giro di droga che gestiva per gli esponenti del clan Calajò, che si trovano nel carcere milanese di Opera: con questa accusa stamattina è stata portata in carcere una donna. Sono in tutto diciannove le persone per cui il gip di Milano, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
La donna non era stata arrestata nelle operazioni in cui erano finiti in carcere nell'aprile 2023 e nel febbraio 2024 gli uomini del clan. Dopo quegli arresti erano però iniziate delle intercettazioni ambientali in carcere che hanno confermato come la donna fosse ai vertici dell'organizzazione e gestisse la piazza di spaccio nel quartiere milanese della Barona.
Questo ha permesso anche di definire la linea di comando e la divisione dei compiti: dall'approvvigionamento della droga, al confezionamento, al trasporto, alla distribuzione.
Da qui i 19 provvedimenti eseguiti dal personale del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, del Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Milano Opera, del Nucleo investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria, con la collaborazione del personale del Comando Provinciale Carabinieri Milano e del Commissariato di P.S. di Milano Ticinese.
ARRESTATA KATIA 'LA NERA', GESTIVA LO SPACCIO CON FINTI RIDER
(ANSA) - MILANO, 30 OTT - Katia Adragna, detta "la Nera", 46 anni, avrebbe creato e diretto una "specifica 'cellula'" dell'organizzazione "malavitosa" chiamata "la Nuova Barona" - dal nome del quartiere popolare milanese e i cui vertici della famiglia Calajò, tra cui Nazzareno e Luca, sono già in carcere - per continuare "a distribuire cocaina" in "supplenza degli arrestati".
E l'avrebbe fatto coordinando "spacciatori" che nelle conversazioni intercettate erano chiamati "glovo", perché per "le operazioni di capillare cessione di cocaina" si "camuffavano" da rider.
Lo si legge nell'ordinanza firmata dalla gip di Milano Mariolina Panasiti su richiesta dei pm della Dda Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco nelle indagini del Ros dei Carabinieri e della Polizia Penitenziaria, con la collaborazione del Comando Provinciale Carabinieri di Milano e del Commissariato di Polizia di Stato di Milano Ticinese. Ordinanza che ha portato in carcere la donna e altre 18 persone.
Dalle intercettazioni risulta, ad esempio, che "la Nera" era contraria ad "agevolazioni sul prezzo della droga" per i clienti, perché "doveva ottenere i guadagni necessari al sostentamento della propria famiglia".
E diceva: "Io ci mangio di questo! E' per portare da mangiare alla mia famiglia!". Aveva "l'incarico di incassare i proventi illeciti per conto di Luca Calajò", nipote di "Nazza". Le basi logistiche, in cui si rifornivano gli spacciatori, erano in due appartamenti in via De Pretis e in via Lope de Vega.
Lei riceveva "direttamente da Luca Calajò" direttive per "la gestione dei contatti con i clienti". E si avvaleva per organizzare la "cellula" di "vecchi" e "nuovi" affiliati.
'TRA CLIENTI SPACCIO DELLA NERA GIUDICI, POLITICI, AVVOCATI'
(ANSA) - MILANO, 30 OTT - Katia Adragna, finita in carcere perché sarebbe stata a capo di una "cellula" che portava avanti lo spaccio di droga a Milano, soprattutto di cocaina, per conto dei Calajò, gruppo criminale coi vertici già arrestati in passato, avrebbe avuto tra i suoi contatti "dei clienti 'importanti', che indicava essere avvocati, giudici, politici".
 piazza di spaccio al quartiere Barona di milano
piazza di spaccio al quartiere Barona di milano 
Lo si legge nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di 19 persone, emessa dalla gip Mariolina Panasiti su richiesta dei pm della Dda milanese Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco nelle indagini dei Carabinieri, della Polizia penitenziaria, in collaborazione anche con la Polizia.
In particolare, risulta che il fratello della 46enne, intercettato mentre parlava nella sua auto con la fidanzata, spiegava che la sorella "aveva eliminato, nell'ottobre 2024, dopo la spedizione dell'avviso di conclusione indagini nei confronti di alcuni personaggi a lei vicini" tutti "i contatti presenti nella rubrica del suo telefono, ad eccezione dei contatti dei clienti 'importanti'", in quanto "avrebbero potuto tornare utili".
Intercettato il fratello della 46enne diceva: "... ma perché sopra c'ha gli avvocati, politici quindi c'ha tutte persone che a noi ci possono servire".






 
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			        