guido crosetto brigata wagner

“NON RISULTA EVIDENZA DI INTELLIGENCE SULLE MINACCE NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DELLA DIFESA GUIDO CROSETTO” - IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO SMENTISCE LE VOCI SU UNA TAGLIA DI 15 MILIONI DI DOLLARI CHE LA BRIGATA WAGNER AVREBBE MESSO SU CROSETTO - “IL FOGLIO” NON FA DIETROFRONT: “NON POSSIAMO CHE CONFERMARE LA BONTÀ DELLA NOSTRA RICOSTRUZIONE SULL’INTIMIDAZIONE NEI CONFRONTI DI CROSETTO DA PARTE DELL’EX PRESIDENTE MEDVEDEV. TRA VENERDÌ E SABATO SCORSO, UNA COMUNICAZIONE INFORMALE HA RESO NOTO, AD AUTOREVOLI ESPONENTI DEL GOVERNO, CHE “UN ORDINE” ERA STATO DIRAMATO DA MEDVEDEV PER ESORTARE LA BRIGATA WAGNER A COLPIRE CROSETTO…”

alfredo mantovano giorgia meloni

MANTOVANO, SERVIZI NON HANNO EVIDENZE SU MINACCE A CROSETTO

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - Non risulta alcuna evidenza di intelligence riguardanti concrete minacce nei confronti del ministro della Difesa Guido Crosetto. Così, a quanto si apprende da fonti di governo, l'Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, avrebbe risposto in una lettera inviata al presidente del Copasir Lorenzo Guerini, che aveva chiesto informazioni in merito. La lettera confermerebbe inoltre l'impegno dell'intero comparto sicurezza nel continuare a vigilare e a mantenere alta l'attenzione.

guido crosetto foto di bacco (4)

 

Nei giorni scorsi su alcuni media erano circolate voci su una taglia di 15 milioni di dollari che la Brigata Wagner avrebbe messi su Crosetto. Il titolare della Difesa aveva commentato su twitter: "Ogni giorno girano informazioni, più o meno verosimili, più o meno piacevoli, che spetta a chi di dovere, chi si occupa della sicurezza della Repubblica, verificare, approfondire e, se necessario, contrastare. Bastano loro. Parlarne pubblicamente non serve e non aiuta nessuno".

 

“TAGLIA DI WAGNER SU CROSETTO” MA L’ALERT DEGLI 007 NON ESISTE

Valeria Pacelli per “il Fatto quotidiano”

 

La minaccia del Cremlino con tanto di taglia da 15 milioni di euro sulla testa di Guido Crosetto è diventata un giallo. L’allarme ha preso forma il 15 marzo dalle colonne de Il Foglio, dove si parla di una intimidazione di cui sarebbero stati messi al corrente i vertici del governo grazie a una segnalazione “della nostra intelligence”.

 

alfredo mantovano

Ma questa “segnalazione” esiste davvero? Quanto è preoccupante e alto il livello di pericolo al quale è sottoposto il ministro Guido Crosetto? Perché secondo quando risulta al Fatto – che ha interpellato più fonti – di questa segnalazione la famosa “nostra intelligence” non sa nulla: non ci sarebbero informative redatte né da Aisi né da Aise (rispettivamente i servizi segreti per l’interno e per l’estero) di questo tipo, men che meno mandate a Palazzo Chigi. Di più: la notizia ha creato un certo fastidio nei comparti di sicurezza, di volta in volta tirati in ballo e senza alcuna possibilità di smentita.

Yevgeny Prigozhin

 

Ma facciamo un passo indietro. Due giorni fa, Il Foglio ha scritto che Wagner – formazione paramilitare russa che da tempo controlla diverse aree dell’Africa e capeggiata dall’imprenditore Evgeny Prigozhin – avrebbe alzato il tiro contro il ministro della Difesa italiano arrivando a minacciarlo. Non è la prima volta che si parla di attacchi di Mosca: lo stesso Crosetto era stato apostrofato come uno “sciocco” dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev.

 

guido crosetto foto di bacco (2)

C’è poi stata la denuncia di Crosetto che, assieme al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine di un vertice interministeriale convocato a Palazzo Chigi ha parlato di strategie da guerra ibrida del gruppo Wagner, accusato di spingere sull’aumento degli arrivi di migranti dall’Africa sulle coste italiane. A stretto giro è arrivata la reazione di Prigozhin, che – in un audio postato sul canale Kepka Prigozhina – ha detto: “Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”, per poi rivolgere a Crosetto insulti in russo.

 

yevgeny prigozhin

L’allarme dei Servizi sulle minacce con tanto di taglia sul ministro della Difesa secondo Il Foglio però sarebbe arrivato prima di quest’ultimo episodio, “la scorsa settimana”, scriveva il quotidiano il 15 marzo. Notizia presa per buona così com’era da Tajani che a Porta a Porta ha detto: “Inaccettabile, siamo tra il ridicolo e il criminale”. Ma il ministro degli Esteri avrà prima verificato che le informazioni riportate fossero tutte corrette?

 

Ieri il giornale diretto da Claudio Cerasa ha ribadito la veridicità delle informazioni riportate, spiegando anche che sono state proprio fonti dell’esecutivo martedì a confermare la notizia della segnalazione al governo da parte degli 007 sulle minacce a Crosetto.

claudio cerasa foto di bacco

 

Che ieri ha twittato: “Lo voglio ribadire per non alimentare un ulteriore, inutile, motivo di scontro: non mi sento minacciato e sono certo che non ci siano taglie o altro su di me. Se ci fossero stati rischi o minacce reali di tale gravità, ne sarei certamente stato informato e non è mai accaduto”. Il ministro dunque non ne sapeva nulla. E a quanto pare neanche i Servizi segreti.

 

CROSETTO E LE MINACCE. RICOSTRUZIONE (E PROVE)

Dal “Foglio”

 

Che Guido Crosetto ridimensioni la portata della minaccia di cui è stato oggetto è più che comprensibile. Doveroso, forse, perfino. Gli fa onore il non voler fomentare una polemica su un tema assai delicato; gli fa onore il non voler passare per vittima. Del fatto che non ne sarebbe stato informato, come il ministro della Difesa ha spiegato ieri in un tweet, prendiamo atto. Non possiamo, in ogni caso, che confermare la bontà della nostra ricostruzione in merito all’intimidazione formulata nei confronti di Crosetto da parte dell’ex presidente russo Dmitri Medvedev.

 

YEVGENY PRIGOZHIN GUIDO CROSETTO - ILLUSTRAZIONE DAL FATTO QUOTIDIANO

Confermiamo che, tra venerdì e sabato scorso, una comunicazione informale ha reso noto, ad autorevoli esponenti del governo, che “un ordine” era stato diramato da Medvedev per esortare la brigata Wagner a colpire il ministro della Difesa italiano. Quella citata nel dispaccio, fornito per le vie brevi a membri di primo piano dell’esecutivo, era una fonte straniera: i dettagli sul possibile attacco, la cifra relativa alla taglia, provenivano da questo informatore.

 

Il Foglio, venuto a conoscenza della notizia, ha chiesto ed avuto conferme in tal senso da parte del governo. Che sulla vicenda ci sia stato un interessamento della nostra intelligence è, pure questa, una notizia di cui abbiamo avuto conferma dal governo. Fin qui, i fatti. Di cui, ovviamente, abbiamo prove e riscontri. Documentati. Documentabili. Dopodiché, spetta al governo stesso, ed eventualmente ai servizi segreti, valutare la reale concretezza della notizia ricevuta e della minaccia rivolta al ministro.

medvedev e sua moglie svetlana

 

La distinzione tra propaganda e realtà, tra deliri minatori ed effettiva diramazione di ordini operativi da parte dei vertici del Cremlino, compete agli organi a ciò preposti. Da quanto apprendiamo, in seguito ad approfondimenti, l’autorità delegata ha ritenuto che non vi sia stata alcuna reale minaccia nei confronti di Crosetto, e che le informazioni arrivate a esponenti del governo fossero prive di effettivo, riscontrabile fondamento. Il che, ovviamente, non può che farci felici.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO