charlie gard

“STACCATE LA SPINA AL PICCOLO CHARLIE”: LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI HA DATO RAGIONE AI MEDICI INGLESI: TENERE IN VITA IL BIMBO DI 10 MESI NATO CON UNA RARA MALATTIA GENETICA INCURABILE GLI PROVOCHEREBBE SOLO DOLORE – RESPINTO IL RICORSO DEI GENITORI CHE VORREBBERO PORTARLO NEGLI USA E ADESSO LONDRA SI DIVIDE

Luigi Ippolito per il Corriere della Sera

 

i genitori di charliei genitori di charlie

Per il piccolo Charlie non c' è più nulla da fare. Ieri la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo ha respinto l' ultimo ricorso dei genitori del bambino di dieci mesi nato con una rara malattia genetica: e ora i medici del Great Ormond Street Hospital, il più importante ospedale pediatrico di Londra, sono autorizzati a staccare la spina contro la volontà della madre e del padre. Il caso di Charlie Gard ha diviso l' Inghilterra. Il piccolo era nato apparentemente in buona salute lo scorso 4 agosto.

 

Ma dopo otto settimane aveva cominciato a perdere forze e peso. Portato in ospedale, gli era stata diagnosticata la sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli. Ci sono soltanto sedici casi al mondo, ma purtroppo entrambi i genitori sono portatori del difetto genetico e quindi Charlie è venuto al mondo segnato dal destino. Da allora il bambino è in terapia intensiva, intubato, e secondo i medici non ha speranze di sopravvivere: per cui meglio staccare tutto per evitargli ulteriori sofferenze.

charlie neonatocharlie neonato

 

Ieri la Corte europea ha dato loro ragione: secondo i giudici di Strasburgo, la cui decisione è «definitiva», proseguire il trattamento «continuerebbe a causare a Charlie un danno significativo». A loro parere il bambino «è esposto a continuo dolore e sofferenza» e la terapia sperimentale a cui i genitori vorrebbero affidarsi negli Stati Uniti «non ha prospettive di successo e non offrirebbe alcun beneficio». Dunque la Corte «considera appropriato sospendere la misura provvisoria» con cui chiedeva ai medici di tenere in vita Charlie.

 

charlie gardcharlie gard

All' ospedale di Londra hanno fatto sapere che la decisione dei giudici europei «segna la fine di un processo molto difficile» e che ora la priorità è «fornire ai genitori di Charlie ogni possibile sostegno nel momento in cui ci si prepara per i prossimi passi». Un portavoce ha precisato che «non ci sarà alcuna fretta nel cambiare le cure di Charlie e ci saranno attente pianificazioni e discussioni». Ma appare molto probabile che già nei prossimi giorni i medici decidano di staccare la spina.

 

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I dottori sostengono che Charlie non può sentire, muoversi, piangere o deglutire e che i suoi polmoni funzionano solo grazie alla macchina a cui è attaccato. Il piccolo avrebbe anche subito danni cerebrali irreversibili. A loro giudizio, il trattamento sperimentale americano cui i genitori vorrebbero sottoporlo non migliorerà le sue condizioni. Ma solo due settimane fa la madre, Connie Yates, aveva pubblicato su Facebook una foto di Charlie con gli occhi aperti: «Un' immagine vale più di mille parole», aveva scritto.

 

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Il calvario giudiziario dei genitori era cominciato a marzo, quando la coppia si era rivolta a un tribunale per tentare di fermare la mano dei medici: i quali ritenevano «di aver esaurito tutte le opzioni di trattamento disponibili» e dunque raccomandavano quella che consideravano «la cosa migliore per Charlie». E ad aprile un giudice dell' Alta Corte li aveva autorizzati a staccare la spina. «No», aveva urlato la madre in aula, rifiutando di arrendersi. Di lì il primo ricorso, ma a maggio anche una Corte d' appello decideva a favore dei medici. Ulteriore ricorso alla Corte Suprema, che respinge di nuovo l' istanza dei genitori.

 

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«Come possono farci questo?», ripeteva la madre, che decide allora di rivolgersi a Strasburgo. Ieri la sentenza finale. Intanto oltre centomila persone hanno firmato una petizione per chiedere alla premier Theresa May di intervenire. E i genitori sono riusciti, grazie a donazioni da tutto il mondo, a raccogliere i soldi necessari per il viaggio negli Stati Uniti e il pagamento della terapia sperimentale. Ma a meno di un miracolo, la sorte di Charlie sembra segnata.

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