matteo piantedosi

SUONA IL GONG PER LE ONG! STRETTA DEL GOVERNO, IL DECRETO PIANTEDOSI LIMITA LE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE. LE NAVI RISCHIANO IL SEQUESTRO - SE UNA NAVE DI SALVATAGGIO NON CHIEDERÀ IMMEDIATAMENTE IL PORTO DI SBARCO, SCATTERÀ UN DIVIETO DI INGRESSO NELLE NOSTRE ACQUE TERRITORIALI - OGGI ALLE 18 IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DISCUTERÀ DEI PROVVEDIMENTI IN PROGRAMMA...

Francesco Grignetti per lastampa.it

 

piantedosi ong

Un parto faticosissimo, la nascita del primo decreto Piantedosi. Sono stati interminabili giorni di discussione tra uffici legislativi di più ministeri per evitare nuove gaffe con il Parlamento e presentarsi con un testo malscritto. A sera, alla vigilia del nuovo Consiglio dei ministri, in programma oggi pomeriggio, una bozza era pronta, anche se il perimetro degli interventi sarà forse più ristretto delle attese.

 

 

«Il ministro dell’Interno – aveva ad esempio annunciato al mattino Matteo Salvini nella sua veste di vicepremier – sta lavorando ad un decreto complessivo sul tema sicurezza: dalle baby gang ai femminicidi, al traffico di clandestini. Conto che nel 2023 daremo le risposte che da qualche anno mancano». Il decreto Piantedosi, invece, quando ormai il menù della giornata era in via di definizione, riguarderà quasi esclusivamente l’immigrazione. Troppo difficile armonizzare tante norme tra sé diverse. Ma allo stesso tempo il ministero dell’Interno nell’epoca del destra-centro ha una gran fretta di emanare una stretta contro le Ong.

 

piantedosi ong

Il pilastro su cui poggerà il decreto Sicurezza firmato dal ministro Matteo Piantedosi è il rispetto rigoroso delle convenzioni internazionali. Nel senso che il ministro dell’Interno ritiene che le Ong abbiano finora «strumentalizzato» le Convenzioni internazionali e perciò pretende di verificare, caso per caso, che siano state seguite tutte le regole. Di qui, l’idea di tornare a un Codice di condotta per le navi umanitarie come fu ai tempi di Marco Minniti. Solo che quello era un codice di autoregolamentazione a cui le Ong erano chiamate ad uniformarsi; questo sarà legge dello Stato.

 

matteo piantedosi alla camera 8

E se qualche Ong violerà il Codice, scatteranno pesanti sanzioni. Attenendosi però alla lettera delle Convenzioni, il governo pensa di non scatenare eccessive polemiche in sede europea. Il primo dei comportamenti che le Ong sono chiamate a rispettare è il principio «un salvataggio, un porto di sbarco». Di fatto è già così da qualche tempo. Ultimo caso, ieri, la nave “Ocean Viking” che ha recuperato in mare al largo della Libia 113 persone, neonati compresi: hanno chiesto immediatamente all’Italia un porto sicuro per sbarcare e con la stessa prontezza gli è stata assegnata Ravenna. Il che comporta quattro giorni in più di navigazione, plateale effetto di ostacolo alla loro attività di salvataggio.

 

 

 

Ecco, se una nave di salvataggio non chiederà immediatamente il porto di sbarco per restare di pattuglia al largo della Libia, questa sarà considerata una violazione del Codice e scatterà un divieto di ingresso nelle nostre acque territoriali. Si potrebbe innescare a quel punto una spirale di azioni e reazioni.

 

matteo piantedosi alla camera 5

Se la Ong insistesse nel chiedere un approdo o addirittura tentasse di entrare nelle nostre acque territoriali, sono previste un crescendo di sanzioni amministrative: multa, sequestro della nave, e perfino la confisca dell’imbarcazione. «Misure deterrenti», le definiscono al Viminale. Le uniche che secondo il ministero farebbero paura a chi non volesse piegarsi al Codice di condotta. «In fondo – spiegano – è la stessa logica che abbiamo adottato per contrastare i rave. O si seguono le regole, oppure bisogna arrivare al sequestro e alla confisca delle attrezzature».

 

piantedosi ong

Naturalmente alle associazioni umanitarie resterebbe la possibilità di fare ricorso al Tar contro un’eventuale sanzione del prefetto. È esclusa invece la via di creare un ennesimo reato, che fu già un fallimento quando ci provò Matteo Salvini con i suoi decreti Sicurezza del 2018. Ed è facile prevedere che la politica s’infiammerà di nuovo come fu all’epoca per Salvini e poi per il contro-decreto Lamorgese. La maggioranza di destra-centro l’aveva scritto persino nel programma di governo che avrebbe ripristinato il sistema dei divieti e delle multe per le Ong. Ora ci siamo.

 

«Da alcune settimane si assiste ad una nuova, ridicola, saga della guerra Salvini-Piantedosi contro le Ong che salvano vite in mare. Un senso del ridicolo che si estende a quanti nel governo assistono inermi al nuovo copione – insorge ad esempio il senatore Antonio Nicita, Pd, dopo aver saputo che la “Ocean Viking” dovrà raggiungere la lontanissima Ravenna –. La nuova strategia del governo punta a punire chi salva vite e ad allungarne i tempi di sbarco, nonché a ritardarne il ritorno in acque internazionali al fine di poter salvare altre vite. Ci auguriamo che tali ritardi non debbano pesare sulla coscienza di chi opera scelte illogiche, inefficienti e politicamente infantili».

piantedosi ong

 

ONG OPEN ARMS

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…