omicidio garlasco chiara poggi

SUPERTESTIMONI, RITRATTAZIONI, CIRCO MEDIATICO, ERRORI DEI PERITI: A GARLASCO VA IN SCENA IL MEGLIO DEL PEGGIO DELLA GIUSTIZIA ITALIANA – CI SONO FORTI DUBBI SULLA CREDIBILITÀ DEL SUPERTESTE, CHE SI È SVEGLIATO DOPO 18 ANNI PER RIVELARE NUOVI DETTAGLI SULLA MORTE DI CHIARA POGGI ALLE “IENE”. LUI STESSO HA DETTO DI AVERE PARLATO GIÀ 18 ANNI FA A UN “CONFIDENTE”, CHE PERÒ GLI CONSIGLIÒ DI LASCIAR PERDERE. PECCATO CHE COLORO CHE POTREBBERO CONFERMARE (O SMENTIRE) SIANO MORTI – GIANLUIGI NUZZI: “IL CASO DI GARLASCO ESPRIME L'AGONIA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA CON LA VERITÀ CHE RIMANE SPESSO OSTAGGIO DI INEFFICIENZE, SCIATTERIE O INTERESSI OPACHI PRIMA DI ESSERE CONOSCIUTA…”

chiara poggi

1. I DUBBI SULL’ALIBI, IL VIGILE E IL TESTIMONE MAI SENTITO IL PUZZLE CHE PER I PM RIAPRE IL CASO DI GARLASCO

Estratto dell’articolo di Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”

 

[…] che credibilità può avere un (presunto) supertestimone che 18 anni dopo si affida a una trasmissione tv? Gli investigatori predicano cautela. 

 

[…]. La sua «credibilità», ancora al vaglio degli inquirenti, poggia anche su altro.

 

Lui stesso, già sentito a verbale, ha detto di aver parlato già 18 anni fa ad (almeno) una persona di quella storia. All’epoca le due persone, testimoni oculari, erano ancora vive. Ma gli sarebbe stato «consigliato» di «dimenticare» e di disinteressarsi di quell’episodio.

 

Tutto sarebbe avvenuto nelle prime settimane d’indagine, quando però gli investigatori stavano prendendo una direzione più spedita su Alberto Stasi. Il suo «confidente» non sarebbe stato un inquirente.

 

alberto stasi

Quindi non è chiaro perché lo abbia sconsigliato, anziché indirizzare il testimone verso i carabinieri e la Procura di Vigevano. Mesi dopo, quando compare il controverso testimone Muschitta, poi querelato per calunnia per le sue dichiarazioni, l’uomo avrebbe capito che sarebbe stato meglio evitare guai e starsene zitto. Così almeno ha raccontato.

 

2. LA PISTA FRAGILE DEL SUPERTESTIMONE E LA GIUSTIZIA OSTAGGIO DELL'INEFFICIENZA

Estratto dell’articolo di Gianluigi Nuzzi per “La Stampa”

 

Nel pavese, la roggia di Tromello […] presenta un basso e instabile fondale di melma e fango, detriti ed escrementi. Corre lungo la periferia della nuova inchiesta sull'omicidio di Garlasco.

 

gianluigi nuzzi foto di bacco (2)

Le pozze di acqua nera specchiano una verità stagnante e impenetrabile, come i piccoli occhi scuri di Andrea Sempio, il commesso del negozio di telefonia che avrebbe ucciso tra le 9.12 e le 9.37 del 13 agosto 2007 Chiara Poggi e l'avrebbe fatta franca. Almeno, finora.

 

I vigili del reparto fluviale hanno affondato pale e metal detector in questo budello ed hanno estratto il bracciolo di una sedia, un martello e altri oggetti in ferro. Lì vicino abitavano i nonni delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi.

 

il settimanale giallo sul delitto di chiara poggi

Oggi la casa è disabitata ma gli inquirenti ci sono andati perché quel canale è il punto indicato da un testimone a verbale come luogo dove proprio Stefania Cappa avrebbe buttato qualcosa di pesante, la mattina dell'omicidio.

 

Detta così sembra il colpo di scena inatteso ma sperato eppure la prudenza dei carabinieri su quest'ennesima svolta annunciata va interpretata. E si capisce presto quanto la circostanza indicata dal teste – e che ha tenuto segreta per decenni – più che dirompente sia fragile.

 

Il testimone, infatti, indica di aver saputo questo retroscena da un uomo di fronte a un terzo soggetto. Peccato che siano entrambi deceduti e che quindi il peso delle sue dichiarazioni – seppur suggestive – vadano sostenute magari con il rinvenimento di qualche specifico oggetto.

 

andrea sempio 1

Da qui la ricerca, il ritrovamento di un attrezzo da lavoro che provoca domande ad oggi insolute: nel caso, il martello è proprio quello sparito da casa Poggi come dissero i genitori di Chiara dopo l'omicidio? E, un domani, come si potrà sostenere, se non esiste alcuna foto dell'attrezzo?

 

È riconoscibile? Avrà conservato qualche traccia dopo ben 17 anni nella melma? E come si potrà asserire che al contrario si tratta proprio di quell'oggetto «contundente a doppio uso tagliente e battente» indicato nei processi contro Alberto Stasi come l'arma del delitto?

 

abbraccio tra alberto stasi stefania cappa 3

Anche Marco De Montis Muschitta, dipendente dell'Ams, l'azienda municipale del gas, aveva riferito nel settembre del 2007 di aver visto nella zona la mattina dell'omicidio «una ragazza bionda con i capelli a caschetto» in sella a una bici e che aveva «nella mano destra un piedistallo tipo da camino grigio canna di fucile con in testa tipo una pigna». Poi però l'operaio poi ritrattò tutto.

 

Per questo, il filone d'inchiesta non sposta pesi e contrappesi dell'indagine che vede un procuratore capo serio, pragmatico e di basso profilo come Fabio Napoleone schierare l'ufficio a cercare prove verso una verità alternativa e che radano al suolo quanto ricostruito nei precedenti processi.

 

i pedalini della bicicletta di alberto stasi

In particolare, quanto sostenuto dai colleghi all'epoca coordinati […] dal suo predecessore Mario Venditti, oggi in pensione e al vertice del casinò di Campione d'Italia. Venditti chiese di mandare in archivio l'indagine bis su Sempio. Senza dimenticare che sulla gestione del predecessore si addensano altre nubi, visto che proprio su Venditti sta indagando ora la procura di Brescia.

 

Sta approfondendo bilanci, spese delle intercettazioni, fondi gestionali con l'ipotesi che ci siano stati favori, scambi e il coinvolgimento di professionisti e alcuni militari dell'Arma […]. Insomma, un'ulteriore ombra che rende ancor più delicata la situazione […].

 

stefania e paola cappa 4

[…] gli inquirenti ritengono prezioso […] quanto scritto da Sempio e ora tutto sequestrato. Con l'analisi di quaderni, diari, messaggi sui telefonini, si potrebbero valorizzare non solo le fragilità – emerse fin dall'adolescenza – dell'indagato a confronto con il mondo femminile ma anche i rapporti in quel gruppo di amici (Roberto Freddi, Mattia Capra perquisiti e non indagati) che frequentavano la casa di Marco Poggi, fratello di Chiara.

 

Sempio chiamò proprio Capra la mattina dell'omicidio alle 10 senza ricevere risposta.

Su questi scritti gli investigatori avevano già consolidato alcuni indizi e sospetti ancor prima del blitz di mercoledì e contano ora di ricavare elementi utili da unire a quanto arriverà dalla genetica.

 

 Anche perché se Napoleone ha raccolto e fatto sua la spinta dei carabinieri di Via della Moscova a Milano è perché si deve essere convinto che la perizia del genetista Francesco De Stefano – che escluse altri identificabili dalla scena del crimine – contenga due errori. De Stefano analizzò nel 2014 il Dna ritrovato sotto o sulle unghie di Chiara ritenendolo non attribuibile.

 

stefania e paola cappa 3

Oggi a Pavia pensano che sia di Sempio e con l'incidente probatorio si andrà a cristallizzare la presenza o meno in quella casa.

 

[…] Il caso di Garlasco esprime l'agonia della giustizia italiana con la verità che rimane spesso ostaggio di inefficienze, sciatterie o interessi opachi prima di essere conosciuta e soprattutto stabilita. E così anche per Alberto Stasi? Lui ha ormai scontato gran parte dei 16 anni di pena definitiva e se dovesse essere riabilitato porterebbe la percezione sull'affidabilità del sistema giudiziario a temperature siderali.

i genitori di chiara poggialberto stasi copiagiornalisti davanti alla villetta di garlasco 1andrea sempiole tracce di sangue nella villetta di garlascoil bagno della villetta di garlasco 2il bagno della villetta di garlasco 1la perizia sulle impronte nella villetta di garlascole scarpe di alberto stasistefania cappa alberto stasi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…