GIALLO ITALOAMERICANO - UN’EREDITÀ CONTESA DI 15 MILIONI $ TRA LA PADOVANA SUSI MION E LA NIPOTE: “HA DERUBATO SUA MADRE”

Andrea Visconti per mattinopadova.gelocal.it

Ci sono di mezzo 15 milioni di dollari e la padovana Susi Mion è accusata di averli sottratti a sua madre sotto forma, non soltanto di denaro contante ma anche di gioielli, pellicce e mobili antichi che sarebbero stati trafugati da Milano e portati a New York. È qui che la donna sperava di aver messo al sicuro i beni della madre di cui si era impossessata. Ma è scesa in campo un'altra parente, la nipote per l'esattezza, avvocatessa negli Stati Uniti,e ora il caso sta esplodendo sia sul fronte italiano che su quello americano.

Vediamo di ricostruire la vicenda sulla base di informazioni che sono state pubblicate nelle ultime ore dal quotidiano New York Post con tanto di grande foto a colori di Susi vestita da gran sera in abito lungo scollato con piume di struzzo nere e rosa. Molto visibili i suoi gioielli: una collana appariscente, orecchini e anelli. Se anche questi facciano parte di beni che non dovrebbero essere nelle mani della Mion sarà il giudice Nora Anderson a determinarlo.

«Dramma di mamma da 15 milioni di dollari», intitolava ieri il Post con un servizio esclusivo firmato da Julia Marsh che si era trovata fra le mani la succulenta documentazione legale che era stata presentata presso il Tribunale di Manhattan e da cui emergeva una guerra transatlantica fra eredi.

Ovvero: Susetta Mion, identificata anche con il nome di Susi nelle cronache mondane newyorkesi, sarebbe arrivata a New York nell'agosto 2007 portandosi dietro una valanga di oggetti preziosi di proprietà di sua madre. Quest'ultima si chiamava Renata Forti e aveva ereditato una fortuna proveniente da un'azienda di tessuti.

L'ottantacinquenne Forti, prima di morire nel 2008, aveva scritto una lettera alla figlia nella quale la accusava di essersi impossessata di oggetti di sua proprietà e di averla lasciata, se non proprio in stato di povertà, quanto meno in ristrettezze economiche.

E ancora: «Restituisci tutte le pellicce che hai trafugato dal mio armadio mentre ero fuori casa» si legge nella lettera che porta la data Natale 2006. «Rimetti i miei gioielli nella cassaforte che ha svuotato. E rimetti alle pareti i quadri che hai tirato giù».
La missiva prosegue con la Forti che afferma «mi hai minacciata di lasciarmi sola senza i mezzi sufficienti per mantenermi». Pare infatti che oltre a essersi impossessata di oggetti preziosi, la Mion avesse pure messo le mani sul conto in banca della madre.

Sembra di capire che la lettera sia finita in mano a Micol Mion, nipote Susi, e si presume in parte erede della fortuna della Forti. Micol è infatti figlia di Sergio, fratello di Susi. Abita a Boston insieme al marito Andrew Gordon ed è qui che lavora come avvocatessa specializzata nel settore dell'immigrazione.

Nella documentazione depositata in tribunale da Mion-Gordon, ci sarebbero le prove che zia Susi abbia comprato costosissimi appartamenti a New York con denaro preso illegalmente dalla madre. Non solo: li avrebbe riempiti con oggetti d'arte anch'essi di proprietà della Forti.
La Mion abita lungo la prestigiosa Fifth Avenue in un grattacielo che porta il nome del palazzinaro miliardario Ronald Trump.

Secondo la nipote vive in un lussuoso bilocale al quarantesimo piano che ha comprato per 2,3 milioni di dollari e ne ha investiti altri 3,2 in altri due appartamenti sempre nel medesimo condominio di lusso.
Nell'appartamento dove vive Susi ci sono parecchi oggetti di grande valore appartenuti alla madre. Fra questi un pianoforte Yamaha, due poltrone di Hermès, un dipinto del diciassettesimo secolo e orecchini di diamanti del valore di 150 mila dollari.
La nipote è riuscita a scoprire i dettagli relativi agli appartamenti della zia quando quest'ultima li ha messi in vendita.

Micol ha mandato infatti in sopralluogo persone di sua conoscenza che si sono spacciate per potenziali acquirenti. Erano dotati di telecamere nascoste con le quali hanno ripreso immagini degli oggetti trafugati dalla Forti. A riconosce gli oggetti appartenuti alla nonna è stata la nipote della Forti, Cecilia Mion, che ha rilasciato deposizione scritta per il tribunale di Manhattan nell'agosto del 2012.

La Mion, che appare spesso sulle cronache mondane di New York, ha risposto alle accuse sostenendo che il denaro con cui ha comprato gli appartamenti era suo e che sarebbe stata la nipote Micol a falsificare la firma della Forti in quella lettera accusatoria. Ammette comunque che la causa deriva da un conflitto legale in corso anche in Italia, iniziato dopo la morte del padre sempre su questioni relative all'eredità.
Dal canto suo il giudice Nora Anderson aveva chiesto alla Mion di fornire dei chiarimenti sulla sua parte di eredità, ma a tutt'oggi Susi avrebbe ignorato la richiesta presentata dal giudice.

 

SUSI MION

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