piersanti mattarella

SVOLTA NEL CASO DELL’OMICIDIO DI PIERSANTI MATTARELLA, ASSASSINATO IL 6 GENNAIO 1980 A PALERMO: LA PROCURA HA ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DUE PERSONE, LEGATE ALLA MAFIA, RITENUTE I KILLER DEL FRATELLO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SERGIO MATTARELLA – PER L’ASSASSINIO SONO STATI GIÀ CONDANNATI COME MANDANTI I VERTICI DI COSA NOSTRA - L’AGGUATO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA AVVENNE NEL TERRITORIO CONTROLLATO DAL CAPOMAFIA FRANCESCO MADONIA, CHE HA SEMPRE AVUTO RAPPORTI CON…

 

https://www.repubblica.it/politica/2025/01/04/news/delitto_piersanti_mattarella_nuovi_indagati_ultime_notizie-423919370/

Estratto dell’articolo Lirio Abbate per “la Repubblica”

piersanti mattarella 6

 

Ci sono due nuovi indagati nell’inchiesta sull’omicidio del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, assassinato il 6 gennaio 1980 a Palermo. Si tratta di soggetti legati alla mafia accusati di essere stati i sicari dell’esponente della Dc, fratello del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

 

[…] Per questo agguato sono stati condannati definitivamente solo i mandanti, cioè i boss che facevano parte della commissione di Cosa nostra che ha deliberato la condanna a morte. I giudici hanno invece prosciolto definitivamente Valerio “Giusva” Fioravanti e Gilberto Cavallini, terroristi neri, dall’accusa di essere stati gli esecutori, come aveva ipotizzato Giovanni Falcone che indagò su questo delitto eccellente. […]

 

sergio mattarella e il fratello piersanti ucciso dalla mafia

Per lungo tempo i sicari sono stati coperti, facendo credere che a sparare potessero essere stati uomini che non appartenevano a Cosa nostra, come pure, accanto ai mafiosi avrebbero potuto esserci, secondo quanto detto dal magistrato durante una sua audizione in Commissione antimafia, anche «mandanti esterni».

 

Un dato è certo, l’agguato al presidente della Regione siciliana viene compiuto nel territorio controllato dal capomafia Francesco Madonia, che ha sempre avuto rapporti con apparati istituzionali deviati. I principali personaggi che avrebbero potuto compiere l’omicidio in questa zona non sono mai stati riconosciuti in foto dai testimoni. Il riferimento è ai sicari come Prestifilippo, Lucchese, Inzerillo o Marino Mannoia che facevano parte della batteria della morte di Madonia. […]

 

francesco madonia

Il commando entra in azione la mattina del 6 gennaio 1980 davanti all’abitazione del politico in pieno centro a Palermo. Il killer, come racconteranno i testimoni, è un giovane appostato davanti al garage in cui Mattarella sistema la sua auto. Il presidente della Regione è al volante, al suo fianco c’è la moglie, Irma Chiazzese. Il sicario si avvicina velocemente ed esplode i primi quattro colpi attraverso il finestrino. Poi la Colt modello Cobra calibro 38 special si inceppa. Quindi il killer si avvicina ad una Fiat 127 dove c’è un complice che gli passa un revolver Smith & Wesson. Con questa arma il killer torna a sparare altri quattro colpi contro la vittima e ferisce la moglie.

 

[…] L’assassino di Mattarella è a volto scoperto e viene visto da altri cinque testimoni: è un uomo sui 25 anni, con l’aspetto da bravo ragazzo, alt o circa un metro e settanta, corporatura robusta, capelli castani, occhiali scuri a specchio.

 

identikit del presunto killer di piersanti mattarella

La vedova di Mattarella aiuta a disegnarne l’identikit e poi riconosce il capo dei Nar, Valerio Fioravanti, nelle foto pubblicate dopo l’arresto, come una persona molto simile a lui. «Quando dico che è probabile che nel Fioravanti si identifichi l’assassino, intendo dire che è più che possibile », precisa la testimone, «ma non sono in grado di formulare un giudizio di certezza». Nel luglio 1986 la vedova aggiunge un particolare: il killer aveva uno strano modo di camminare, «un’andatura ballonzolante». […]

 

piersanti mattarella 7

Alla fine degli anni Novanta l’ex mafioso Francesco Di Carlo svela ai pm che a sparare a Mattarella è stato Antonino “Nino” Madonia, figlio di Francesco, un personaggio borderline, coinvolto in altri delitti eccellenti. Il collaboratore spiega ai magistrati che il modo di camminare di Nino e il suo volto, somigliano moltissimo a quello di Giusva Fioravanti. «È praticamente un sosia di Madonia. Stessa faccia da bambino e stessi occhi di ghiaccio», dice Di Carlo.

Antonino Madonia

 

Nino Madonia […] Enfant prodige di una famiglia storica della mafia, già a 18 anni ha un ruolo attivo nel clan. Nel 1970 i Madonia si dilettano in attentati che scuotono le festività natalizie a suon di bombe “eversive”. È il primo frutto avvelenato di un rapporto lungo e dannato con apparati deviati dei servizi segreti. I Madonia sono quasi il braccio armato della corrente più anomala e oscura dello Stato: i servizi deviati comandano, loro eseguono. Sono coinvolti anche nel fallito golpe Borghese.

 

Il pater familias Francesco “Ciccio” Madonia, che a forza di attentati si è guadagnato il soprannome “Ciccio Bomba”, gestisce di persona questa “strategia della tensione mafiosa”. E chi si occupa delle indagini sulle bombe piazzate dai Madonia nel 1970 è Bruno Contrada. Cinque obiettivi, cinque bombe nella notte di Capodanno che saluta l’alba dell’anno di grazia 1971. La passione per le trame segrete si trasmette per via ereditaria, a quanto pare, perché anche Nino Madonia parla con alcuni apparati dei servizi.

piersanti mattarella 14

 

Dagli anni Settanta in poi è una famiglia che può vantare una forte e salda lealtà allo Stato corrotto e deviato. Quello sbagliato. Forse non è solo una coincidenza, ma anche la strage di via D’Amelio con i suoi depistaggi ricade nel territorio dei Madonia. […]

piersanti mattarella 9maria buccellato con i quattro figli piersanti, marinella, sergio e antonino mattarellai fratelli mattarella antonino, marinella, sergio e piersantipiersanti mattarella 4piersanti mattarella 2piersanti mattarella 3piersanti mattarella 1piersanti mattarella 11piersanti mattarella 10

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?