
IL TAX CREDIT HA CREATO UN GRAN BEL BUCO! – NEGLI ULTIMI ANNI LE MAGLIE TROPPO LARGHE DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI PER IL SETTORE DEL CINEMA E DELL’AUDIOVISIVO HANNO CREATO UNO SBILANCIAMENTO DI ALMENO 1,4 MILIARDI FRA RICHIESTE E DISPONIBILITÀ DI FONDI. UNA MINA CHE POTREBBE DEFLAGRARE. E AL MINISTERO DELLA CULTURA LO SANNO BENE – I PM DI ROMA STANNO INDAGANDO SULLE PRESUNTE FRODI AL TAX CREDIT CINEMA. NEL MIRINO CIRCA 200 FILM. SOTTO LA LENTE DEGLI INQUIRENTI ANCHE LA SOCIETÀ “ONE MORE PICTURES”, FONDATA DA MANUELA CACCIAMANI, ATTUALE AD DI CINECITTÀ…
Estratto dell’articolo di Andrea Biondi, Ivan Cimmarusti per “Il Sole 24 Ore”
A mancare all’appello sarebbero 1,4 miliardi. Una cifra monstre. Eppure è così: parlando di tax credit cinema e audiovisivo il cavallo ha bevuto troppo. […]
Il risultato è che al momento esiste uno sbilancio di almeno 1,4 miliardi fra richieste e disponibilità di fondi. Una mina che a tendere potrebbe deflagrare. Questa cifra, a quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, è ben presente al ministero della Cultura, che non ha risposto alle richieste di commento. E anche al Mef.
ALESSANDRO GIULI - FOTO LAPRESSE
C’è una comunicazione dello scorso marzo che indicava proprio questo sbilancio, frutto di un meccanismo che è stato di grande utilità per il mondo del cinema e dell’audiovisivo, non può essere negato […]
Certo è che il Tax credit per i produttori – che ha visto la luce con Francesco Rutelli al Ministero nel lontano 2007, ma è stato messo a sistema con la Legge Cinema sotto il dicastero di Dario Franceschini, nel 2017 – come beneficio fiscale automatico che ha raggiunto un’aliquota del 40% ha prodotto questo sforamento, frutto di una dotazione annuale sui 200 milioni e fondi richiesti e concessi per circa 700 milioni all’anno.
MANUELA CACCIAMANI AD ATREJU - FOTO LAPRESSE
Tutti elementi, questi, non nuovissimi dal momento che l’ex direttore generale Cinema e Audiovisivo del Mic, Nicola Borrelli, a Venezia nel 2024 aveva lanciato un allarme su un “buco” da almeno 500 milioni (riferendosi però solo al Tax credit nazionale e non a quello internazionale).
Ma sono elementi che, giocoforza, sarebbero prossimi al vaglio ora del Mic e del nuovo direttore generale Cinema e Audiovisivo Carlo Brugnoni, approdato in questa posizione in un momento in cui i pm di Roma stanno serrando il fronte sulle presunte frodi al Tax credit cinema. La Procura sta indagando a seguito di esposti.
Nel mirino un centinaio di titoli, che diventano duecento se si allarga l’obiettivo al lavoro della Direzione generale del ministero della Cultura che ha ritenuto ci fossero elementi da approfondire. Cinque i fascicoli per un’ipotesi: sono stati finanziati titoli privi di una reale prospettiva di botteghino, utilizzati per generare in modo illecito crediti d’imposta.
A fine luglio la Direzione generale Cultura stava setacciando un pacchetto di duecento opere prodotte tra il 2020 e il 2024. Valore aggregato vicino ai 350 milioni. È la mappa di una spesa pubblica imponente, che rende evidente quanto un singolo ingranaggio fuori asse possa deformare l’intero sistema. A seguito di esposti i pm hanno poi acceso un faro sulla One More Pictures, la società fondata nel 2024 da Manuela Cacciamani, attualmente ad di Cinecittà. Formalmente non c’è un capo d’accusa, ma sono stati acquisiti i carteggi societari.
Nei giorni scorsi, il raggio d’azione investigativo si è poi allargato ulteriormente: la Guardia di finanza del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma ha acquisito dagli uffici amministrativi di Cinecittà tutti gli atti relativi a tre titoli di punta, “Siccità” (2022) di Paolo Virzì, “Finalmente l’alba” (2023) di Saverio Costanzo e “L’immensità” (2022) di Emanuele Crialese. Ancora una volta nessun indagato e nessun potenziale reato.