trump zuckerberg musk

COSA C’E’ DIETRO LA BATTAGLIA DI TRUMP CONTRO FACEBOOK – "THE DONALD" HA CONFERMATO DI AVER INCONTRATO ELON MUSK, MA DICE DI NON ESSERE SICURO CHE IL MILIARDARIO SOSTERRÀ LA SUA CANDIDATURA ALLA CASA BIANCA - PERCHÉ IL VOTO NEGLI USA SARÀ ANCORA UNA VOLTA PREDA DEI MONOPOLI DIGITALI - GLI ULTIMI CASI AMERICANI E EUROPEI, NEI QUALI LE PIATTAFORME HANNO IGNORATO LE DISPOSIZIONI DELLE AUTORITÀ IN MATERIA DI DISINFORMAZIONE, NON FANNO BEN SPERARE PER LE PRESIDENZIALI USA DEL 2024..

Da adnkronos.com

 

elon musk e donald trump ai funerali di berlusconi foto creata dall intelligenza artificiale

Donald Trump ha confermato di aver recentemente incontrato Elon Musk, ma dice di non essere sicuro che il miliardario sosterrà la sua candidatura alla Casa Bianca. "Non so, abbiamo rapporti amichevoli da anni - ha detto a Cbnc - l'ho aiutato, quando ero presidente lo ha aiutato". "Mi piace", ha detto ancora parlando del nuovo proprietario di X che negli anni si è posizionato sempre più a destra, poi aggiungendo però che "abbiamo ovviamente posizioni opposte su una questione minima, chiamata auto elettriche". "Io sostengo le auto elettriche, ma dobbiamo avere anche tutte le alternative", ha aggiunto l'ex presidente.

mark zuckerberg

 

La notizia dell'incontro privato tra Trump e Musk era stata data la scorsa settimana dal New York Times, che notava come la campagna del tycoon è in grande svantaggio finanziario rispetto a quella di Joe Biden, considerando il fatto che i soldi vanno a coprire in gran parte alle sue spese legali.

 

L'ex presidente Usa: "Facebook è un nemico del popolo"

"Considero Facebook un nemico del popolo insieme ai media". Donald Trump ha così attaccato Meta e ha ribadito che si oppone al divieto del social media che fa capo alla cinese ByteDance. "Ci sono un sacco di cose buone e un sacco di cose cattive con TikTok. Ma la cosa che non mi piace è che senza TikTok, Facebook sarebbe ancora più grande. Francamente ci sono molte persone che amano TikTok, un sacco di giovani che ne vanno pazzi, tantissimi utenti" ha detto intervistato da Cnbc. E a chi gli ricordava che quando era alla Casa Bianca definiva il social media una minaccia per la sicurezza nazionale, l'ex presidente ha detto di pensarlo ancora e che il governo deve proteggere "privacy e dati" degli americani.

 

steve bannon elon musk donald trump

Ma poi ha aggiunto: "Se guardiamo ad alcune nostre società americana, non sono così americane, se la Cina vuole qualsiasi cosa da loro, loro la danno. Questo è anche un rischio per la sicurezza nazionale". "Non voglio far raddoppiare Facebook, e se metti il bando a TikTok, Facebook e gli altri, ma soprattutto Fb ne beneficeranno", ha aggiunto Trump che ha confermato di aver incontrato recentemente Jef Yass, importante finanziatore repubblicano e investitore in TikTok. Ma ha assicurato di non aver parlato del social media con Yass.

 

 

Mentre era presidente nel 2020, Trump aveva invocato il bando di TikTok e emesso un ordine per chiedere a ByteDance di disinvestire dal social negli Usa, ordine che poi era stato bloccato in tribunale. Facebook ha bloccato Trump nel gennaio 2021, dopo l'assalto al Congresso, come fecero gli altri social media. Media ha poi riammesso Trump lo scorso anno.

mark zuckerberg

 

 

 

IL VOTO USA E I MONOPOLI DIGITALI

Stefano Mannoni per MF – Milano Finanza - Estratti

 

Se Donald Trump grida alla censura governativa sul web c’è di che preoccuparsi. E non a caso il New York Times ha ricostruito nei giorni scorsi in modo analitico quale è il nocciolo della questione. Da una parte il primo emendamento vieta qualsiasi legge, statale o federale, che limiti la libertà di manifestazione del pensiero

ELON MUSK DONALD TRUMP

 

Dall’altra il dipartimento per la sicurezza interna può segnalare alle piattaforme ai fini della rimozione la presenza di disinformazione di matrice straniera. Ecco allora il punto. Secondo i repubblicani gli agenti federali si sono “allargati” nei confronti delle piattaforme stesse chiedendo insistentemente la rimozione di contenuti di disinformazione originati negli Stati Uniti.

 

TRUMP ZUCKERBERG

A beneficiarne, sempre secondo i repubblicani, sarebbero stati Biden e il figlio, gli artefici di questo maligno disegno. Una valutazione? Una tempesta in un bicchier d’acqua perché la cosa davvero divertente è che le piattaforme hanno ignorato le perorazioni degli agenti federali, ben consapevoli che non erano assistiti da una forza esecutoria qualsiasi. E poi i repubblicani dovrebbero tacere. Pendono infatti davanti alla Corte suprema i ricorsi si due leggi statali, rispettivamente del Texas e della Florida, che vietano alle piattaforme di rimuovere i contenuti politici controversi anche quando gli stessi violino le condizioni di servizio del dispositivo.

 

 

Secondo gli analisti entrambe le leggi vanno incontro a una sonora bocciatura ribadendo così che negli Stati Uniti, complice il primo emendamento, le piattaforme sono sovrane.

 

meme su elon musk e donald trump

(…) Date queste premesse le prossime tornate elettorali saranno ancora alla mercé del buon senso delle piattaforme. Il che, pensando al pure titanico Elon Musk, non è del tutto rassicurante. Diciamo pure: faute de mieux (in mancanza di qualcosa di meglio)

DONALD TRUMP JOE BIDEN mark zuckerberg

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”