
“AVEVA SENTITO DEGLI SCRICCHIOLII E HA FATTO USCIRE TUTTI QUELLI CHE ERANO IN SALA” – PARLANO I TESTIMONI DEL CROLLO DEL TETTO NEL RISTORANTE ESSENZA A TERRACINA CHE HA CAUSATO LA MORTE DELLA SOMMELIER MARA SEVERIN TRAVOLTA DOPO AVER MESSO IN SALVO I CLIENTI - NELL’INCHIESTA PER OMICIDIO COLPOSO, LA PROCURA LAVORA SU DUE IPOTESI: UN’INFILTRAZIONE D’ACQUA SUL TETTO O UN CEDIMENTO STRUTTURALE - L'INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE A GENNAIO NELLA PARTE SOPRASTANTE ALLA PORZIONE DI SOLAIO CHE HA CEDUTO. A FARSI CARICO DEI LAVORI SAREBBE STATA LA...
Marco Carta e Alessandra Ziniti per repubblica.it - Estratti
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Terracina ( Latina) – Visto dall’alto, l’avvallamento sul tetto all’angolo dell’edificio bianco che ospita il locale più chic ai piedi della rocca di Terracina, proprio di fronte alla spiaggia, racconta poco della valanga di ferro, mattoni e laterizi che lunedì sera si è portata via la vita di Mara Severin, 31 anni, giovane e amatissima sommelier del ristorante “Essenza”, una stella Michelin sulla giacca dello chef Simone Nardoni.
Edificio ad un solo piano, pareti bianco candido, insegna moderna dallo stile minimal come il dehor di legno lungo la piazza adesso invaso dai detriti rotolati giù dalla porzione di solaio che ha ceduto di botto travolgendo una ventina di clienti che cenavano all’interno nella sala d’angolo. Nelle altre due, quelle vicine alla cucina, non coinvolte dal crollo, i tavoli non occupati sono lì, intatti, elegantemente apparecchiati.
Il sindaco: “Solaio degli anni Trenta”
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Davanti al locale, il sindaco Francesco Giannetti, architetto di professione, prova a ipotizzare una qualche causa del disastro che ha sconvolto la cittadina. «Questi sono solai degli anni Trenta, in cemento armato. Teoricamente dovrebbe reggere fino a 400 chili al metro quadro. So che avevano fatto di recente lavori di manutenzione, ma non credo che avessero interessato le strutture. Una tragedia assurda che ha rubato la vita di una ragazza straordinaria apprezzata da tutti».
Gli applausi ad ogni persona estratta dalle macerie
È stata una notte terribile a Terracina, una folla in piazza con il fiato sospeso ad applaudire vigili del fuoco e soccorritori ad ogni persona estratta da sotto le macerie. Hanno applaudito anche quando, dopo mezzora, hanno finalmente trovato Mara Severin, viva ma esanime. Era sotto un cumulo di macerie a meno di un metro dall’uscita, il crollo l’ha investita in pieno.
«Sarebbero bastati pochi secondi e si sarebbe salvata - racconta Ciro, il fioraio della zona arrivato in tempo reale dopo il boato - ma lei prima ha pensato a mettere in salvo tutti i clienti che stavano dentro. Ce lo hanno raccontato quelli che sono riusciti ad uscire appena in tempo. Qualche istante prima si erano sentiti degli strani scricchiolii provenienti dal tetto, Mara non ha esitato e ha gridato subito a tutti di uscire. Lei non ce l’ha fatto». In dieci sono finiti in ospedale tra clienti e personale, solo tre i feriti più gravi.
(...) Fuori, nel dehor, era invece lo chef Simone Nardoni che si stava intrattenendo con alcuni clienti tra cui Michele Martino, l’imprenditore proprietario dei locali presi in affitto dalla società che gestisce il ristorante. «Stava seduto nel dehor ed è crollato tutto davanti a lui. È sotto choc - raccontano i dipendenti del suo negozio di abbigliamento a Fondi - Ma lui è proprietario delle mura, non del tetto».
Le due ipotesi sul tavolo della Procura
Martino è già stato ascoltato ieri mattina e sarà riascoltato anche nei prossimi giorni come indagato, atto dovuto per partecipare agli accertamenti tecnici. Il fascicolo è aperto per omicidio colposo e lesioni gravissime. Il pm Giuseppe Miliano attende innanzitutto la relazione dei vigili del fuoco.
Un’infiltrazione d’acqua sul tetto contrastata in maniera non adeguata, accumulando strati di guaina su strati di guaina, o un cedimento strutturale causato dalla rimozione di un muro portante per creare l’effetto open space all’interno del locale originariamente composto da tre stanze: sono queste le ipotesi sul tavolo della procura che ha affidato un incarico a un ingegnere che dovrà fare luce sulla storia catastale dell’immobile, che ha subìto negli anni numerosi interventi di ristrutturazione.
L’ultimo, in ordine cronologico, risale a gennaio e riguardava l’impermeabilizzazione del soffitto, proprio nella parte soprastante alla porzione di solaio che ha ceduto. A farsi carico dei lavori sarebbe stata la società che gestisce il ristorante.