green pass camera

DA VENERDì IL GREEN PASS DIVENTA OBBLIGATORIO: CHI NE E' SPROVVISTO NON POTRA' LAVORARE (ED ESSERE PAGATO), MA NON SONO PREVISTE SANZIONI DISCIPLINARI - I FURBI CHE ENTRERANNO IN AZIENDA CON PASS FALSI O PER DIFETTI NEI CONTROLLI, VANNO INCONTRO A UNA MULTA TRA I 600 E I 1.500 EURO, E NON E' ESCLUSO CHE SI POSSA ARRIVARE AL LICENZIAMENTO - ANCHE IL DATORE DI LAVORO CHE NON CONTROLLA PERO' RISCHIA SANZIONI...

Dal corriere.it

 

Green pass in azienda

Il green pass da venerdì prossimo, 15 ottobre, sarà obbligatorio per tutti i lavoratori: pubblici, privati, autonomi e somministrati. Persino eventuali volontari che entrassero in azienda devono esserne provvisti insieme con collaboratori e fornitori. L’obbligo resterà fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza. Da notare: le norme che entrano in vigore il 15 ottobre potrebbero cambiare in alcune parti. Il decreto infatti potrebbe subire modifiche in Parlamento durante la fase di conversione in legge.

 

Green pass in azienda 2

Cosa devono aspettarsi venerdì mattina i lavoratori senza green pass?

Chi non avesse il green pass non potrà lavorare. Sarà considerata un’assenza ingiustificata e quindi sarà sospeso il pagamento dello stipendio. Non è prevista però una sanzione disciplinare. L’obbligo di green pass non si applica a coloro che potranno esibire un certificato medico in cui si spiega che il lavoratore non può essere vaccinato. Le certificazioni possono essere rilasciate dai medici dei servizi vaccinali e dai medici di base.

 

Green pass in azienda 3

Cosa rischia chi entra in azienda senza il pass?

Fin qui la situazione del lavoratore che dichiara correttamente fin dal suo arrivo il mancato possesso del green pass. Altro discorso riguarda il dipendente che entra in azienda senza pass. In questi casi è prevista una sanzione amministrativa che può andare da 600 a 1.500 euro. L’ingresso senza pass può avvenire con modalità e circostanze diverse: tramite un pass falso, per esempio, oppure perché il pass non è stato controllato visto che il decreto permette anche i controlli a campione. In entrambi i casi, il lavoratore si espone a sanzioni disciplinari. Nei casi più gravi molti esperti di diritto del lavoro non escludono che si possa arrivare anche al licenziamento.

 

Green pass in azienda 4

Cosa succede al datore di lavoro che non controlla?

Il controllo del green pass spetta al datore di lavoro: chi omette i controlli rischia una sanzione amministrativa dai 400 ai 1.000 euro. L’imprenditore deve incaricare un responsabile dei controlli.

 

La verifica del green pass può essere effettuata mediante la scansione del QR code, utilizzando esclusivamente la App “VerificaC19”. Le attività di verifica non possono comportare, in alcun caso, la raccolta dei dati dell’intestatario. Pertanto il datore di lavoro non può conoscere i presupposti - vaccino, guarigione dal Covid-19 o tampone - che stanno dietro il rilascio della certificazione, né alla relativa scadenza e non è consentito richiedere copia delle certificazioni da controllare ovvero controllate.

 

badanti green pass

La verifica del green pass può avvenire a campione?

Il decreto 127 del 21 settembre permette il controllo a campione ma giuslavoristi e la stessa Confindustria lo sconsigliano: l’articolo 2087 del Codice civile infatti pone in capo all’imprenditore la responsabilità della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Se si verificassero focolai dovuti all’ingresso di dipendenti non controllati, l’imprenditore potrebbe trovarsi a dover giustificare la sua scelta.

 

Un ragionamento simile può essere esteso alla parte della norma che prevede prioritariamente, ove possibile, che i controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro. Da ciò si deduce che i controlli possono essere successivi. Ma anche in questo caso il comportamento più tutelante per il datore di lavoro è il controllo prima dell’ingresso. Le aziende che hanno un numero alto di accessi in contemporanea devono cercare inoltre di evitare che si creino assembramenti in fase di verifica del pass.

 

Osho Green Pass Vaccino Lavoro

Il lavoratore assente senza green pass può essere sostituito?

Nelle aziende con più di 15 dipendenti il lavoratore a casa senza stipendio non può essere sostituito. Può essere rimpiazzato invece in quelle sotto i 15 dipendenti per un periodo di 10 giorni, prolungabile di altri 10. Quindi 20 giorni da utilizzare dal 15 ottobre al 31 dicembre. Una questione non risolta è legata al tipo di contratto da utilizzare per la sostituzione. Il contratto a termine infatti prevede per l’azienda un aggravio sui contributi da versare, questo per incentivare i contratti a tempo indeterminato. In questo caso, però, la sostituzione con il contratto a termine è una scelta obbligata.

 

Green pass universita

Il green pass serve anche ai trasportatori che entrano in azienda?

Sì, anche i trasportatori che entrano in azienda (italiani o stranieri) devono avere il certificato verde, in quanto la norma dispone, senza eccezioni, l’obbligo del possesso del green pass. «Si consiglia, quindi, di informare il mittente del nuovo requisito legale posto dal decreto legge 127/2021», consiglia una circolare di Confindustria. «Il controllo del green pass verrà effettuato anche a tutti gli autisti dei nostri fornitori di servizi di consegna - spiegano in Amazon -. In caso non dovessero essere provvisti di certificato, l’ingresso per il carico e lo scarico non sarà consentito. Per evitare disagi abbiamo provveduto per tempo a informare i nostri fornitori europei».

 

green pass

I protocolli aziendali di sicurezza vanno rivisti?

I protocolli aziendali di sicurezza adottati con il Covid discendono da quello nazionale del 6 aprile 2021 firmato dalle parti sociali. In maggioranza i protocolli aziendali prevedono una presenza massima del 30-40%. «L’entrata in vigore del green pass obbligatorio non comporta in automatico la possibilità di entrare tutti in azienda, al 100%, senza rispettare le regole previste dai protocolli — sottolinea il giuslavorista dell’università Bocconi Maurizio Del Conte —. Il principio di massima tutela della salute e sicurezza rimane. I protocolli possono essere rivisti a livello aziendale motivando però il cambiamento delle regole».

 

green pass

Come devono regolarsi le famiglie con colf e badanti?

In quanto datrici di lavoro domestico le famiglie devono occuparsi del controllo del green pass dei collaboratori domestici alle loro dipendenze. Non sono tenute invece a controllare il pass di idraulici, muratori, elettricisti che entrassero per lavori di manutenzione. In questo caso infatti la famiglia non riveste il ruolo di datrice di lavoro ma di cliente.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO