caso orlandi film di faenza

LA VERITA’ SU EMANUELA ORLANDI? STA IN CIELO - NOVE AVVOCATI PER IL FILM DI ROBERTO FAENZA CHE RICOSTRUISCE 33 ANNI DI BUGIE, OMISSIONI E RIVELAZIONI SCOMODE - IL FRATELLO DELLA RAGAZZA INTERPRETA SE STESSO: DOPO L’ARCHIVIAZIONE DELL’INCHIESTA DECISA DA PIGNATONE PIETRO ORLANDI SI E’ APPELLATO A MATTARELLA

Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

 

«Di sicuro c' è solo che è sparita», potrebbe titolare il grande Arrigo Benedetti parafrasando la celeberrima pagina sulla morte di Salvatore Giuliano.

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI

E Tommaso Besozzi potrebbe ripetere oggi le stesse identiche domande: «Chi è stato a tradirla? Dove è stata uccisa? Come? E quando?».

 

Perché questo è il punto: la «verità» sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, ammesso che sia stata ricercata davvero, non c' è. Meglio, una verità esiste senz' altro.

Reale. Dura. Tragica, con ogni probabilità.

Sicuramente occultata da chi temeva e teme scoperte scomode. E va capito anche Pietro Orlandi.

 

Contro l' archiviazione dell' inchiesta sulla sparizione della sorella e di Mirella Gregori, decisa da Giuseppe Pignatone (con il dissenso di Giancarlo Capaldo), si appella a Sergio Mattarella perché le indagini vadano avanti e contesta «la mancanza di collaborazione da parte dello Stato Vaticano» di cui Emanuela era cittadina ricordando le parole di un inquirente: «Un diaframma frapposto tra lo Stato italiano e la Santa Sede».

CASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELOCASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELO

 

Ma dopo tanti anni e tante «rivelazioni» e tanti «scoop» e tanti depistaggi, aveva senso prendere una fanghiglia di fatti veri, verbali, ipotesi, voci, confessioni, sussurri e impastarla per costruire una tesi?

Mah... Più serio, forse, mettere in fila, una dopo l' altra, le cose certe. Le carte processuali. I ricordi fissati nelle deposizioni prima che la memoria li annebbiasse. Lasciando intatti i dubbi. Tanti. Troppi.

 

La verità sta in cielo , il nuovo film di Roberto Faenza nelle sale dal prossimo 6 ottobre prodotto da Elda Ferri, Jean Vigo Italia e Rai Cinema, vuol essere appunto questo. La ricostruzione passo passo, romanzata quel tanto che basta ma ancorata sempre a date ed episodi accertati, di una storia che da trentatré interminabili anni toglie il sonno non solo alla famiglia della quindicenne romana scomparsa nel nulla, con la sua t-shirt bianca, la borsa di pelle e la custodia del flauto, la sera del 22 giugno 1983, ma a tutti gli italiani.

 

CASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELO -SCAMARCIOCASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELO -SCAMARCIO

La trama di partenza è semplice: la reporter di origine italiana Maria (Maya Sansa) viene inviata da una tivù inglese a Roma per ricostruire tutto dal principio. Nella scia di Mafia Capitale. Intorno, tutti i personaggi d' obbligo come sono usciti da tre decenni di cronache. C' è Enrico De Pedis (Riccardo Scamarcio), il «Renatino» della banda della Magliana che finirà ucciso e sepolto con tutti gli onori in una cripta di Sant' Apollinare.

 

C' è l' amante Sabrina Minardi (Greta Scarano), l' ex moglie del calciatore Bruno Giordano destinata ad abbruttirsi con sesso, alcool e droga dopo essere stata travolta da Renatino con una grandinata di banconote: «Ce stanno centoventi o centrotrenta milioni qua dentro, voglio che li spendi tutti!».

 

C' è Raffaella Notariale (Valentina Lodovini), l'«inviata di un noto programma televisivo italiano», identificabile con Chi l' ha visto? , che per prima riesce ad agganciare Sabrina permettendo di avanzare una serie di ipotesi sulla sparizione della ragazzina. C' è il cardinale Paul Casimir Marcinkus detto «Chink» (Randall Paul), il potentissimo arcivescovo nato a Chicago dalle parti di Al Capone e salito su su fino ai vertici dello Ior.

 

 

CASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELOCASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELO

C' è Pietro Orlandi, che interpreta se stesso, non smette di dar battaglia per capire cosa è successo a Emanuela e offre la chiave del titolo raccontando che papa Francesco, a lui e alla madre, ha sussurrato con un sospiro: «Lei è in cielo».

 

Cosa sia successo resta un grande e tragico mistero. Via via cresciuto, di anno in anno, col sovrapporsi di nuovi dettagli. Sconcertanti. Come la Bmw di colore scuro che all' inizio del film scompare dietro l' angolo proprio mentre sparisce Emanuela e una uguale che riappare (è la stessa? è un' altra? è sempre rimasta lì?) nei parcheggi di Villa Borghese tredici anni dopo, lasciando il dubbio sia quella usata secondo Sabrina Minardi da «Renatino» («Bibì, quello che hai visto non l' hai visto, chiaro?») per disfarsi della ragazza.

Pietro Orlandi Pietro Orlandi

 

E poi la misteriosa comparsa di un flauto che potrebbe essere di Emanuela fatto ritrovare da un personaggio inquietante che si autodenuncia del sequestro. E l' appuntamento dato alla reporter Maria da un certo «padre Albert, della Penitenzieria Apostolica» che sul caso di Emanuela promette rivelazioni: «Come certamente sa, dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Roma, la Chiesa è stata investita da numerose critiche, quasi fossimo noi a voler tacitare l' inchiesta... Siamo invece proprio noi ad avere scoperto una nuova traccia...». Cioè? «Abbiamo ricevuto una confessione...». Finché la cronista si ripresenta all' ora fissata. E scopre che il «padre Albert, della Penitenzieria Apostolica» esiste sì, ma è un altro.

 

EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

E poi ancora la richiesta di arresto e di estradizione di Marcinkus per quattordici milioni di dollari falsi inutilmente consegnata da due funzionari del Dipartimento di Giustizia e dal detective Richard Tammaro dell' Fbi arrivati apposta dall' America e liquidati con poche righe di risposta: «Monsignor Marcinkus gode del diritto di extraterritorialità, garantita dallo Stato del Vaticano. Non consentiamo pertanto né al suo interrogatorio, né alla sua estradizione».

EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

 

E tutto intorno rivelazioni vere o false sui finanziamenti a Solidarnosc e i giochi oscuri di Ali Agca, i Lupi Grigi turchi e le ambiguità del funzionario della Stasi Markus Wolf e poi ancora le ricerche di «un virus letale e una micropsia nella statuetta sacra di Casaroli» e l' appartamento della vedova di «Renatino» Carla Di Giovanni posizionato giusto in faccia a quello di Giulio Andreotti a San Lorenzo in Lucina...

 

Una giostra impazzita di rivelazioni vere e rivelazioni false. Così difficili da decifrare da costringere gli autori de «La verità sta in cielo» a mobilitare nove avvocati (nove!) per controllare una per una le fonti, le tesi, le frasi, le virgole...

 

Per poi procedere faticosamente, tra sorprese amare, arretramenti e colpi di scena, alla ricerca della «verità». Verrà mai accertata? Chissà. In ogni caso, vale la pena di rileggere Albert Einstein: «È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è facile riconoscere una falsità». E su Emanuela Orlandi di falsità, negli anni, ne abbiamo viste davvero troppe...

CASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELOCASO ORLANDI - FILM LA VERITA' STA IN CIELO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”