mar cinese usa cina stati uniti atolli joe biden xi jinping

OCCHIO AL MAR CINESE! È LI’ IL VERO SCONTRO TRA CINA E USA – L'OGGETTO DEL CONTENDERE SONO LE CENTINAIA DI ATOLLI DISABITATI IN UN'AREA STRATEGICA PER IL COMMERCIO GLOBALE: DA QUI PASSA OLTRE 3,37 TRILIONI DI DOLLARI DI BENI TRASPORTATI – XI JINPING HA RIVENDICATO COME PROPRIE LE ISOLETTE E LE HA “MILITARIZZATE”, COSTRUENDO PISTE DI ATTERRAGGIO, MOLI DI ATTRACCO, INSTALLAZIONI MISSILISTICHE – MA IL DIRITTO INTERNAZIONALE HA DATO TORTO A PECHINO. E INDIA, VIETNAM E FILIPPINE SI SONO SCHIERATE CON GLI STATI UNITI…

Estratto dell'articolo di Gianni Vernetti per “la Repubblica”

 

PORTAEREI CINESI NEL MAR CINESE MERIDIONALE

Cresce giorno dopo giorno la tensione nel Mar Cinese Meridionale, quell’ampia porzione di mare fra Cina, Vietnam, Malesia, Filippine e Taiwan che Pechino rivendica come propria e che la comunità internazionale ritiene essere occupata illegalmente. I Paesi del G7 in occasione dello scorso summit di Hiroshima hanno stigmatizzato il tentativo di Pechino di modificarne unilateralmente lo status quo […]

 

L’oggetto del contendere sono le centinaia di atolli disabitati negli arcipelaghi delle Spratly e Paracel, un’area strategica per il commercio e la navigazione mondiale ricca di risorse energetiche e di pesca. Ogni anno passa su queste acque circa un terzo del commercio globale con oltre 3,37 trilioni di dollari di beni trasportati.

 

DISPUTE TERRITORIALI NEL MARE CINESE

A partire dal 2014, con il nuovo corso di Xi Jinping, Pechino ha rafforzato la presenza militare sugli atolli disabitati del Mar Cinese Meridionale costruendo piste di atterraggio, postazioni radar, moli di attracco, installazioni missilistiche e depositi.

Si tratta di oltre 20 avamposti sulle Paracel e 7 sulle Spratly: Mischief Reef, Subi Reef, Fieri Cross, Woody Islands, fra gli altri, diventati in pochi anni ampie basi militari permanenti di Pechino.

 

La Repubblica Popolare rivendica assoluta sovranità su questa gigantesca porzione di mare a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale quando, prima con il governo nazionalista del Kuomintang nel 1947 e poi con Mao Tse Tung negli anni ‘50, venne adottata la dottrina della “Linea dei Nove Punti”, una sorta di illegittimo “Lebensraum” in salsa cinese: uno “spazio vitale” per garantire espansione e dominio economico e geopolitico di Pechino nel Sud-Est Asiatico negli anni a venire.

 

esercitazioni militari nel mar cinese

L’area rivendicata dalla Cina è più grande del Mar Mediterraneo e occupa le Zone Economiche Esclusive e le acque territoriali internazionalmente riconosciute di cinque paesi Asean: Vietnam, Filippine, Malesia, Indonesia e Brunei.

 

[…] Il diritto internazionale da torto a Pechino. Il 12 luglio del 2016, la Corte Permanente di Arbitrato dell’Aja, nel quadro della Convenzione Onu sul Diritto del Mare (Unclos), si è pronunciata a favore delle Filippine, ritenendo le rivendicazioni marittime cinesi totalmente illegittime.

 

XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

Pechino non ha riconosciuto il verdetto e ha proseguito nella politica di aggressione nei confronti dei paesi vicini, nell’occupazione illegale e nella militarizzazione degli atolli contestati. Accanto alla crescente presenza della Marina Militare e di migliaia di soldati sugli atolli trasformanti in basi militari, il governo cinese ha creato una “milizia marittima” composta dalla Guardia Costiera e da centinaia di imbarcazioni da pesca che ogni giorno svolgono azioni aggressive e di disturbo nei confronti dei battelli vietnamiti e filippini.

 

Pochi giorni fa, il 5 agosto, la Guardia Costiera cinese ha aggredito un vascello della marina filippina mentre stava conducente una missione di rifornimento al Tomas Shoal, un atollo controllato da Manila. Alle proteste di Manila si è unito il Dipartimento di Stato americano che ha ricordato a Pechino con toni molto duri che «ogni attacco a navi, aerei e forze armate delle Filippine nel Mar Cinese Meridionale invocherebbe gli impegni di mutua difesa ai sensi dell’articolo 4 del Trattato del 1951 fra Filippine e Stati Uniti».

 

MAR CINESE MERIDIONALE

La nuova postura aggressiva di Pechino nell’area, insieme alla forte assertività su Taiwan, non sta soltanto aumentando le tensioni con Washington, ma sta provocando anche una serie di smottamenti geopolitici in tutto il Sud-Est asiatico.

 

Le Filippine del neopresidente Ferdinando Marcos hanno abbandonato la politica filo-cinese di Rodrigo Duterte per riposizionare il Paese nell’alveo occidentale, come confermato dal recente accordo militare e di sicurezza siglato dal Segretario alla Difesa Lloyd Austin.

 

Esercitazioni nel mar cinese

Il nuovo Enhanced Defense Cooperation Agreement prevede la creazione di quattro nuove basi militari Usa nel Paese: la base navale Camilo Osias a Santa Ana, la base Melchor Dela Cruz a Gamu nella provincia di Isabela e l’aeroporto di Lal-lo Airport, tutti antistanti Taiwan; la base di Balabac nell’isola di Palawan affacciata sul mare conteso con Pechino.

 

[…] Il Vietnam sta progressivamente diventando una delle mete favorite dal processo di “de-coupling” con Pechino, a cominciare dalla scelta della Apple di spostare parte rilevante delle proprie produzioni (Mac Book ed Apple Watch), unitamente agli accordi di cooperazione nel settore della sicurezza realizzati da Hanoi con India, Usa, Europa e Giappone in funzione di contenimento anticinese.

 

Esercitazioni nel mar cinese 2

A luglio per la prima volta della sua storia l’India ha donato al Vietnam la corvetta lancia missili Ins Kirpan per rafforzare gli «interessi bilaterali in materia di difesa e sicurezza a partire dalle comuni preoccupazioni sul comportamento aggressivo della Cina nel Mar Cinese Meridionale».

 

Nello scorso mese di giugno la portaerei Usa Ronald Reagan ha sostato diversi giorni nel porto vietnamita di Danang certificando una nuova stagione di cooperazione fra i due paesi. Ed è proprio la risposta dell’India alla nuova assertività cinese nel Sud-Est Asiatico, che potrebbe rappresentare un fattore complementare e rafforzativo delle iniziative americane, giapponesi ed europee per contenere la Cina nei prossimi anni. Nel quadro della dottrina “Act East” lanciata dal premier Narendra Modi, è aumentato il protagonismo indiano nella regione.

 

xi jinping joe biden al g20 di bali 3

L’accordo di partenariato strategico fra India e Vietnam si sta ampliando dalla cooperazione economica a quella in materia di difesa e sicurezza, come dimostra il negoziato per l’acquisto di missili da crociera di produzione indiana BrahMos. […]

 

Infine, l’India ha infine partecipato alle esercitazioni militari congiunte con Filippine e Stati Uniti dando vita ad un’ampia cooperazione economica e in materia di sicurezza con l’Indonesia a partire dalla costruzione, con capitali indiani e indonesiani, del nuovo porto di Sabang nel nord di Sumatra.

CACCIA CINESIxi jinping joe biden al g20 di bali 2joe biden xi jinping g20 bali caccia militare cinese

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…