SOTTO IL VESTITO, MOLOTOV! - RAPINA BOMBASTICA CON MAZZE DA BASEBALL A VIA DELLA SPIGA E’ UN REMAKE
Fabio Poletti per "La Stampa"
Gli era venuta talmente bene che hanno decisa di rifarlo. Perché non c'è quasi dubbio che il gruppo di rapinatori che hanno dato l'assalto ieri mattina alla gioielleria Franck Muller di via della Spiga 19, siano gli stessi che hanno agito lo scorso 15 febbraio nello stesso negozio.
Chi ha visto e non è scappato e non si è buttato a terra è rimasto a bocca aperta: «Quello che è successo oggi in questa strada supera la fantasia». E invece quello andato in scena nello scintillante Quadrilatero della moda di Milano, è solo un remake preparato con cura una volta e ripetuto al primo ciak senza sbagliare nemmeno una battuta.
Fino alla fuga a piedi per le vie del Quadrilatero - alcuni verso via Manzoni, altri verso via Gesù dall'altra parte - lanciando tre molotov per coprirsi la fuga. Uno scenografico gesto dimostrativo alla fine. Perché chi ha visto e non è scappato assicura che i rapinatori prima di lanciare le bottiglie incendiarie urlavano: «Molotov!!!».
Come se fosse un grido di guerra di qualche paramilitare. O più semplicemente la voglia di non far male a nessuno perché i sei uomini d'oro che sono entrati in azione nello stesso momento in cui si trovava in città il ministro dell'Interno Angelino Alfano, hanno fatto un lavoretto pulito pulito da grandi professionisti senza sparare un colpo, senza nemmeno mostrare un'arma. «Hanno agito in pochi minuti...», dice chi ha visto e non è scappato.
Forse pure meno, perché il colpo lo hanno ripetuto con la stessa tecnica di qualche mese fa rifacendolo alla lettera. Il remake inizia con un uomo distinto - volto anonimo, vestito elegante e anonimo, italiano con zero inflessione dialettale - che suona al campanello della rinomata gioielleria, una delle tante aperte sin dal 1992 dallo svizzero Franck Muller con filiali in mezzo mondo e pezzi unici dai 15 mila euro in su.
La commessa gli apre con un sorriso. Non fa tempo a chiudere la porta alle spalle del cliente che si sperava facoltoso che nel negozio entrano altri cinque. Sono tutti vestiti di nero. Hanno poco sportive mazze da baseball. Indossano il passamontagna e cappellini con visiera. Non dicono una parola. Dentro il negozio ci sono undici teche di cristallo piene di orologi e gioielli. Ci mettono meno di un minuto a frantumarne dieci. I preziosi e gli orologi finiscono in agili zainetti.
Fino a sera non si riesce a quantificare il bottino. Come minimo è a sei zeri visto che in un'altra rapina nello stesso negozio, nell'anno 2001 quando c'era ancora la lira, i rapinatori se ne andarono con orologi e gioielli per due miliardi e mezzo della vecchia moneta.
I sei rapinatori lavorano con metodo, come se fossero alla catena di montaggio, quasi indisturbati. Due impiegati della gioielleria vengono feriti nel corso dell'azione. Uno, 39 anni, italiano, il più grave ma non in pericolo di vita, ha la milza spappolata da un colpo di mazza da baseball. Finisce al Policlinico in codice giallo. Un altro, 58 anni, originario della Libia, si fa medicare sul posto.
Il rumore delle teche di cristallo attira i passanti per strada. Ma è quello che succede dopo che movimenta per qualche attimo il centro di Milano. I sei rapinatori escono dal negozio e davanti alle vetrine fanno esplodere una bottiglia molotov per coprirsi la fuga. Un'altra la lanciano all'angolo con via Gesù. Una terza la fanno esplodere in via Borgospesso. La quarta la lasciano intatta in via dell'Annunciata, tanto c'era nessuno che li inseguiva.
Nessuno a parte Niky Banyan, il titolare del negozio di origine armena che fa pochi passi dietro i rapinatori ma alla fine lascia perdere. Sua moglie, quando arriva davanti alle vetrine, se la prende pure con lui perché non è tempo per rischiosi eroismi: «Ma cos'hai fatto?...». A spaventarla ancora di più, sono i filmati delle telecamere interne al negozio e quelle in strada: «Ho visto la gente terrorizzata che si attaccava contro il muro al passaggio dei rapinatori... à stato impressionante...».
I filmati adesso li stanno guardando i carabinieri. Il 112 è arrivato subito quando non c'era già più traccia dei rapinatori. Sul posto è arrivato anche il Ris con tute bianche, mascherine e gessetti. Dopo aver circondato la zona con il nastro bianco e rosso hanno iniziato a fare i circoletti attorno ai reperti ritrovati e ora da analizzare, le molotov esplose e quella ritrovata intatta, uno zainetto nero e uno sportivissimo cappellino da baseball dello stesso colore.








