
VI RICORDATE DI QUELLE METE TURISTICHE FATTE PER SBRONZARSI FINO ALL’ALBA E FARE BALDORIA? ORMAI NESSUNO VUOLE PIÙ I TURISTI CAFONI CHE BEVONO SENZA CONTROLLO, VOMITANO IN STRADA E FANNO CACIARA FINO ALL’ALBA: SU VOLO PER IBIZA È PIÙ FACILE TROVARE QUALCUNO CHE VA A UN RITIRO YOGA CHE ALL’APERTURA DI UNA DISCOTECA MENTRE PRAGA HA VIETATO I TOUR DEI PUB – TUTTI SPERANO DI ATTIRARE TURISTI DANAROSI E NON PISCHELLI UBRIACHI CHE ADESSO DOVRANNO SPOSTARSI VERSO LE…
Le vacanze non dovrebbero essere sinonimo di divertimento? Se questa domanda ti sembra troppo ovvia per un articolo di viaggio serio, allora ti sei perso la valanga di regole soffocanti provenienti da alcune delle mete turistiche di maggior successo negli ultimi anni, mentre le destinazioni in tutto il mondo sembrano voltare le spalle al popolo della baldoria.
Basta guardare le Isole Baleari, che negli ultimi anni si sono ingegnate per reprimere i turisti dediti all’alcol, limitando ad esempio le cosiddette "party boats" e vietando la vendita di alcolici in determinate fasce orarie. Lo scorso anno il governo spagnolo ha persino avviato un’iniziativa per raccogliere dati sulle nazionalità più inclini all’ubriachezza e inviare relazioni in stile “pagella scolastica” alle rispettive ambasciate.
turisti inglesi per strada a magaluf
Riesci a immaginare di tornare indietro nel tempo all’epoca d’oro delle vacanze Club 18-30 […] dire ai turisti che, in pochi decenni, i loro luoghi di festa preferiti avrebbero dichiarato guerra alla vendita di alcolici notturna?
L’era del puritanesimo delle vacanze
Ibiza potrebbe essere un esempio estremo, ma è tutt’altro che l’unica destinazione ad aver virato verso il puritanesimo negli ultimi anni. Sfogliando a caso un catalogo di viaggi, è molto probabile imbattersi in un Paese che ha introdotto qualche restrizione per limitare il "divertimento vecchio stile".
Da Praga, che ha vietato i tour organizzati dei pub per attrarre turisti "più colti", a Miami Beach, che ha prodotto finti reality show dove influencer piangenti si pentono dei loro comportamenti, la crociata contro gli eccessi alcolici va avanti da anni. Ma non pensare che sia solo l’alcol ad essere finito nel mirino di questa nuova epoca puritana.
La città costiera croata di Dubrovnik ha installato misuratori di rumore nel suo centro storico per reprimere ristoranti e caffè che ospitano turisti troppo esuberanti.
Parigi ha chiuso alcune delle sue iconiche terrazze all’aperto per garantire tranquillità ai residenti locali. Nel frattempo, San Diego sta valutando il divieto di picnic e feste sulle sue famose spiagge.
Altrove, Bali ha vietato le parolacce, mentre Bangkok conduce da quasi un decennio una guerra contro i venditori di street food. E poi ci sono le campagne moralizzatrici rivolte ai potenziali edonisti.
Chi può dimenticare la famosa campagna di Amsterdam "Stay Away", che ammoniva in particolare i turisti britannici?
Cosa sta succedendo?
Potrebbe trattarsi di una "memoria muscolare" della pandemia, quando burocrati e zelanti funzionari godevano nel controllare ogni aspetto del comportamento umano?
Guardando alcune delle restrizioni delle Baleari — come il divieto di vendita di alcolici durante la notte — è facile intravedere somiglianze con i coprifuochi imposti durante il Covid. C’è persino una nuova "regola del sei" (ricordi?) nelle Baleari, che limita a sei il numero di drink alcolici giornalieri negli hotel all-inclusive.
Forse è anche legato al problema dell’"overtourism", il nuovo slogan che ha visto folle di residenti nelle Canarie e ad Amsterdam scendere in strada per protestare contro i turisti "egoisti" che osano spendere soldi nelle economie locali.
E si capisce la logica: se non possiamo impedire loro di arrivare, almeno assicuriamoci che non si divertano troppo.
Tenere lontani i "cafoni"
Gli esperti di turismo collegano questi tentativi anche a una strategia per attirare turisti più sofisticati e facoltosi. Una strategia controversa, adottata ad esempio dalla Nuova Zelanda, che nel 2020 dichiarò apertamente di voler scoraggiare i backpacker a favore di persone ad alto reddito.
Il problema è che questi turisti educatissimi e spendaccioni sono più un mito che una realtà: le ricerche non mostrano prove solide che chi soggiorna in hotel di lusso contribuisca di più all’economia locale o si comporti in modo più sostenibile rispetto agli altri turisti.
Certo, destinazioni come Ibiza sono riuscite a reinventarsi come centri di benessere di alto livello. Oggi, su un volo British Airways per Ibiza, hai più probabilità di sederti accanto a qualcuno diretto a un ritiro di yoga piuttosto che a una discoteca. Ma quante altre destinazioni riusciranno a conquistarsi una fetta di questo mercato elitario e altamente competitivo?
Le nuove capitali del divertimento
"Se città come Praga, Amsterdam e Dublino sono in declino di popolarità, altre come Budapest, Lisbona e Zagabria hanno preso il loro posto", spiega James Baddiley, CEO di Chilli Sauce, specialisti in feste di gruppo. "Collaboriamo anche con molte guide locali per assicurare che i nostri clienti vadano in quartieri dove sono ben accolti."
turisti inglesi ubriachi a magaluf
Nel frattempo, il moralismo pubblico delle destinazioni europee sta offrendo un'opportunità ad altre città meno scontate per attrarre la folla festaiola — purché i turisti sappiano comportarsi bene.
Jay Smedley, fondatore di Dubai Key, un servizio di concierge con sede negli Emirati Arabi, racconta che Dubai continua ad attrarre i festaioli che potrebbero ricevere un'accoglienza più fredda in Paesi più liberali: "Dubai è molto aperta a chi vuole approfittare di eventi straordinari e nightlife di livello mondiale, inclusi DJ di fama internazionale", dice.
I bar scintillanti sui tetti del Medio Oriente potrebbero non essere per tutti i gusti — o per tutti i portafogli. Ma ricordano una cosa importante: per ogni destinazione che cede alla polizia del divertimento, ce ne saranno molte altre pronte a prendere il suo posto.
magaluf walk of shame 6
magaluf walk of shame 3
lignano come magaluf 31