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DIETRO LA NORMALITA’, UN MOSTRO – IL VIDEO DELLA FESTA IN CUI ALESSANDRO IMPAGNATIELLO E GIULIA TRAMONTANO SVELANO ALLA FAMIGLIA IL SESSO DEL BAMBINO: IN QUEL MOMENTO IL 30ENNE STAVA GIA’ AVVELENANDO LA COMPAGNA, CHE POI AVREBBE UCCISO A COLTELLATE AL SETTIMO MESE DI GRAVIDANZA. IL KILLER AVEVA GIA' ORDINATO UNA CONFEZIONE DI CLOROFORMIO - IL PROCESSO, A MILANO, IN CUI HA PARLATO LA 23ENNE, AMANTE DI IMPAGNATIELLO – LA MAMMA DEL BARMAN: “VOLEVO MORIRE IO”

La festa di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello per il bambino - video Repubblica

 

 

IL VIDEO DELLA FESTA DI GIULIA TRAMONTANO E ALESSANDRO IMPAGNATIELLO PER IL BAMBINO: MA LUI LA STAVA GIÀ AVVELENANDO

Estratto da www.repubblica.it

 

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I palloncini rosa e azzurri, i cori dei bambini ("Maschio! Maschio!", contro "Femmina! Femmina!"), i sorrisi di due famiglie in attesa di conoscere il sesso del nascituro. L'interno familiare risale al 17 marzo scorso, la casa è quella di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello a Senago, l'occasione è il "babyshower" del bimbo atteso dalla ragazza di Sant'Antimo, uccisa proprio in quel soggiorno il 27 maggio dal compagno. Avrebbero deciso in seguito di chiamarlo Thiago.

 

Ma all'epoca, come accertato da Procura e carabinieri che hanno acquisito il filmato (durante il processo è stato proiettato lo stesso video da un'angolazione diversa), i tentativi di Impagnatiello di avvelenare Giulia Tramontano andavano avanti da oltre tre mesi. E il barman dell'Armani Cafè aveva già ordinato una confezione di cloroformio e acquistato veleno per topi per sopprimere lei e il nascituro che stavano festeggiando. Leggi l'articolo di Rosario Di Raimondo e Massimo Pisa

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OMICIDIO TRAMONTANO, L’ALTRA RAGAZZA “LE DISSI DI SCAPPARE DA IMPAGNATIELLO”

Estratto dell'articolo di R.D.R., M.PI. per “La Repubblica”

 

[…] Ora, a processo, l’ex barman alza la testa, di solito sempre piegata verso il basso, e si mette a piangere. Lacrime tardive, già viste, irricevibili per i familiari della donna ammazzata al settimo mese di gravidanza: per alcuni attimi s’innervosiscono, rumoreggiano.

 

È l’unico momento di tensione durante la terza udienza del processo al trentenne, che rischia l’ergastolo. Davanti ai giudici sfilano le vite stravolte dal femminicidio. Loredana Femiano, la mamma di Giulia, con voce sempre ferma dice: «Con mio marito siamo seguiti da un neurologo. Non dormiamo, non usciamo, non ho più una vita. Ho perso una figlia, un nipote, non sono più una mamma.

 

alessandro impagnatiello

Una cosa mi ha fatto un male immenso: la macchina dove mia figlia è stata trasportata, messa in un sacco, è stata acquistata dalla compagna del fratello dell’imputato. Voglio rottamarla, farla sparire». Alla fine della sua testimonianza, è necessario il supporto di un’ambulanza.

 

Protetta da un paravento bianco al quale rinuncia poco dopo, parla anche A.C., la «compagna parallela» di Impagnatiello, la ragazza di 23anni che incontrò Tramontano per raccontarle la verità poche ore prima che la donna venisse uccisa. Anche A. rimase incinta di lui ma decise di abortire: «La scelta più difficile della mia vita, sto malissimo. Quello che adesso voglio è salvare te e il tuo (bambino, ndr )», scriveva a Giulia.

 

ALESSANDRO IMPAGNATIELLO

Fu la ragazza a cercarla quando ebbe le prove della doppia vita del barman: «Nei suoi panni avrei voluto sapere chi avevo di fianco». Il 27 maggio s’incontrarono: «Le ho detto: se hai bisogno ci sono, se non vuoi dormire da lui, se posso aiutarti…».

 

Ma quel pomeriggio Giulia tornò a casa e venne accoltellata. E adesso la difesa dell’imputato evoca una pista contestata dai pm: la tesi che quell’incontro tra le due donne, durante il quale crollò il castello di bugie dell’uomo, fosse la vendetta dell’amante ingannata, e dunque la «scintilla» del femminicidio.

 

Un tentativo di far cadere l’aggravante della premeditazione. «Volevo morire io», dice al termine di una giornata dolorosa Sabrina Paulis, la mamma di Impagnatiello.

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